Non è infatti accettabile che la nostra economia produca 6.000 posti di lavoro in più della domanda interna e si registrino oltre 1.100 disoccupati sammarinesi.
Il movimento “Per San Marino” ha incontrato una qualificata e combattiva delegazione di “donne disoccupate” che ha messo in evidenza il grande disagio sociale, economico e psicologico che le travaglia in seguito alla gravissima crisi economica che taglia sempre più posti di lavoro. Pesante è stato il giudizio sull’assurdo fenomeno del lavoro nero che può essere facilmente debellato, ma non c’è alcun impegno in questo senso.
Critica è stata la valutazione sul lavoro frontaliero che in parecchi casi non ha giustificazione alcuna.
“… per San Marino” vuole dare una risposta concreta al grido di dolore delle donne, non in via assistenziale, ma in termine di diritti.
Ritiene necessario un provvedimento di legge che preveda un reddito minimo garantito per tutto il periodo in cui le lavoratrici e i lavoratori sono in disoccupazione forzata, oppure gli inoccupati non trovano un posto di lavoro.
“… per San Marino” sostiene che si deve svolgere ogni azione per raggiungere la piena occupazione di tutti i sammarinesi a partire dal potenziamento della formazione professionale, dal metodo della programmazione, da una più stretta selezione del lavoro transfrontaliero, da una decisa repressione del lavoro nero.
Non è infatti accettabile che la nostra economia produca 6.000 posti di lavoro in più della domanda interna e si registrino oltre 1.100 disoccupati sammarinesi.
Gli errori di tanti anni di faciloneria e di incuria creano grandi sofferenze che non possiamo sopportare.
“… per San Marino” ha dunque proposto di predisporre un progetto di legge di iniziativa popolare con la massima urgenza; impegnandosi ad elaborare un progetto di legge e a raccogliere le firme necessarie per la presentazione in tempi brevissimi.
E’ la dimostrazione che i cittadini possono riprendersi il potere perduto partecipando attivamente e da protagonisti nella difesa e nel consolidamento dello stato sociale.