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San Marino, il dibattito sull’Università in Consiglio Grande e Generale

da Redazione

SAN MARINO – Nell’ultima parte della seduta di ieri è continuato il dibattito sullo sviluppo dell’università sammarinese. Al termine della seduta, il consigliere Angela Venturini, Moderati, ha presentato un ordine del giorno conclusivo, che è stato approvato a maggioranza. E’ stato poi votato a maggioranza anche il decreto delegato per l’istituzione e la disciplina del corso di laurea magistrale in Design.

Di seguito un riassunto dei lavori.

Glauco Sansovini, Indipendente: “Sull’università all’inizio c’è stato molto scetticismo. Ora è sulla strada giusta. Il progetto del segretario di Stato Morri è condivisibile e orientato alla crescita dell’ateneo. Ma lo sviluppo va ponderato con i pro e i contro, non possiamo fare passi falsi. Dobbiamo basarci sulla serietà, sulla scelta di corsi e sulle docenze. Fare le scelte giuste è importante, spero ci sia spazio per i sammarinesi”.

Angela Venturini, Mod: “Il livello del dibattito, a parte l’intervento del consigliere Muratori, è superiore alla media. Abbiamo iniziato la fase di confronto sullo sviluppo dell’ateneo. Prima ci sono stati gli accordi con l’Italia. Tutti i dubbi sono legittimi e in particolare ne ha raccolti la facoltà di medicina. Allora ne tratteggio un identikit: il corso di laurea sarà riconosciuto in Italia e in Europa; il numero chiuso, come in Italia, servirà a garantire l’occupazione; per l’ingresso ci sarà un test selezionatissimo in inglese; la didattica seguirà il modello europeo; il 50% delle elezioni frontali sarà in inglese; ci sarà grande attenzione all’alta tecnologia e al biotech; ci saranno al massimo 100 studenti per garantire equità e autosufficienza; la struttura non costerà nulla alle casse dello Stato; ci saranno collaborazioni con altri atenei, specie per il secondo triennio. L’obiettivo è ambizioso, ma possiamo diventare un campus universitario. Per concludere il dibattito circola una bozza di odg che spero venga condiviso. L’università non è di una maggioranza, ma di tutto il Paese”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “L’università è la tappa di un percorso in cui il Paese ha creduto e che ha bisogno oggi di avere un rilancio e un progetto di sviluppo importante. Oggi si parla di università unitamente alla globalizzazione, perché non può avere confini legati solo

al territorio. Avrei piacere di vedere un’università più a misura anche dei sammarinesi e che utilizzi relazioni nel mondo per sviluppare le nostre prerogative di Stato sovrano, per approfittare della formazione esterna per riportare gli studenti in territorio. E’ il percorso che abbiamo intrapreso. L’università si colloca nelle possibilità aperte dal progetto del Parco scientifico-tecnologico. Nell’attesa che il nostro vicino abbia tempo da dedicarsi al progetto, noi dobbiamo proseguire. Il Parco scientifico-tecnologico non è un contenitore o un parcheggio per l’università, ma un motore di sviluppo e di incontro tra domanda e offerta. Sarà un modello di sinergia tra università e imprese. L’università poi non potrà essere staccata dal nostro contesto sociale e dalla quotidianità. E’ l’integrazione che porta al successo del modello e allo sviluppo del Paese. Un piccolo Stato può avere grandi velleità anche nella formazione. In conclusione, auspico lo sviluppo di un’università integrata nella società, vicina allo sviluppo economico del Paese e alla formazione dei nostri giovani”.

Claudio Podeschi, segretario di Stato per la Sanità: “E’ un dibattito importante, ma mancano elementi di concretezza in Aula. Probabilmente anche la crisi economica e le difficoltà hanno fatto passare in secondo piano un accordo che il nostro segretario di Stato per la Cultura ha fatto con l’Italia che è un vero e proprio spartiacque dal passato. Dobbiamo arrivare a politiche universitarie di qualità, senza andare a cercare elementi di concorrenzialità con le regioni che vivono attorno a noi, senza andare a creare situazioni di contrapposizione che non sono nella tradizione della Repubblica di San Marino. Per questo l’accordo spartiacque è motore per lo sviluppo, salvaguardando la nostra sovranità.

Non dobbiamo diventare concorrenti, lo dice chiaro l’accordo che dobbiamo sviluppare intese con altre università, non solo italiane, ed essere un valore aggiunto.

Oggi ci sono le condizioni per poterlo fare, vanno date tempistiche e attenzione.

La possibilità di sviluppare un corso di Economy and Business segue l’aspirazione di molti giovani nei settori trainanti. Ci lamentiamo che dobbiamo reperire risorse umane dall’esterno nei settori chiave, ma lo potremo fare solo se formiamo e se facciamo accordi con altre università.

Dobbiamo poi attrarre studenti che hanno le possibilità economiche per poter studiare”.

Francesca Michelotti, Su: “Mi pare un po’ improvvido ventilare chissà quale ritorno economico

dall’università. Oggi abbiamo 600 studenti e il Paese si accorge di loro grazie a una piccola ricaduta economica che garantisce loro permanenza. Credo che vantaggi concreti si possano avere solo dopo diverse generazioni, con una crescita culturale collettiva che si traduce in crescita economica sostenibile e benessere collettivo. Preso atto che le ricadute economiche ci saranno solo nel lungo periodo, meglio stare con i piedi per terra. Credo che l’università possa servire anche per formare e ricollocare lavoratori adulti, per avere una nuova immissione nel mondo del lavoro e un’ulteriore ricaduta economica”.

Paolo Crescentini, Psrs: “Servizi di qualità devono essere affiancati ai nuovi corsi di laurea che si andranno a istituire. Mi raccomando di evitare che i corsi di laurea, in particolare quello di medicina, siano una valvola di sfogo per studenti che in altri atenei non riescono a entrare e da noi potrebbero avere un accesso facilitato, con il rischio di bypassare le prorogative di altre università. Dovremo fare attenzione, ma mettendo mano a un provvedimento serio questi aspetti possono essere superati. Vorrei un’università che sia volano per il Paese e che non si tramuti in qualcosa di negativo. Confermo che il Psrs è disponibile a dialogare a un progetto serio di sivluppo che possa passare anche dall’università”.

Andrea Zafferani, Ap: “L’ateneo deve essere supporto di tutto una serie di settori, una volta delineato un progetto economico il suo contributo risulterà importante. Poi tra tecnologia e università ci dovranno essere forti sinergie. Credo che i corsi vadano scelti con molta attenzione, cercando di capire cosa la nostra economia e il circondario possono richiedere. Così mi sembra sia stato fatto con il corso di design. Attenzione a corsi troppi generalisti e dove esiste molta offerta in zona, punterei a corsi specializzati, nuovi e poco presenti in Italia, in grado di attrarre nicchie”.

Claudio Felici, Psd: “Siamo a un punto di svolta, se oggi il segretario di Stato ci presenta cinque nuovi corsi di laurea significa che sentiamo l’esigenza di dare uno sviluppo netto. La facoltà di Medicina e chirurgia è iperclassica e andiamo in concorrenza con l’università di Bologna. E’ una scommessa, ci sta anche questa, ma la preoccupazione c’è. Vengono qui i problemi di progetto. La progettazione concreta della facoltà di Medicina può esserci, ma se può lasciare un presidio di ricerca credibile, abbinato a un Parco scientifico-tecnologico e alle sue aziende. Tutto questo però oggi non ce l’abbiamo, manca un progetto sul Parco. Chiederei al segretario di Stato Arzilli di poter avere un’occasione in cui ci può fornire una relazione con i passi concreti sul Parco scientifico-tecnologico”.

Claudio Muccioli, Pdcs: “Università vuol dire cultura, sviluppo di un Paese, tecnologia. Ma deve essere soprattutto ricerca. Il plus valore dei corsi dell’università possono essere tali solo se collegati a questa. La nostra università deve distinguersi dalle altre, con corsi di laurea che abbiano riconoscimento a livello europeo. Il bilinguismo poi sarà un elemento fondamentale. La proposta del corso di laurea di Medicina deve essere approfondita e guardata in tutte le sue opportunità, ho apprezzato la programmazione della proposta, ma contributi possono perfezionare quella definitiva. Un punto importante è il rapporto con il nostro presidio sanitario, il progetto dovrebbe tenerne conto”.

Romeo Morri, segretario di Stato per la Cultura, replica: “Ringrazio tutti gli intervenuti per il contributo di idee e proposte. E’ importante ribadire che tutte le scelte sull’università partono dal fatto che devono essere di qualità e di alto livello. L’accordo sul riconoscimento dei titoli va valorizzato in tutti i suoi contenuti, oggi la doppia titolazione ha dato dei risultati. I prossimi appuntamenti saranno quelli di aggiornare la parte amministrativa, di scelte immediate sull’impresa e sul Parco scientifico, con il collega Arzilli andremo a presentare sul piano tecnico tutti i passaggi, successivamente andremo ad adottare i due decreti, spero quello di oggi sia approvato, e continueremo il confronto con tutte le forze politiche e sociali sammarinesi”.

Angela Venturini, Mod, dà lettura dell’ordine del giorno, approvato poi a maggioranza,

“Il Cgg (…)valutata la necessità urgente del Paese di poter contare su progetti in grado di favorire la crescita, prima di tutto culturale, che possa anche generare indotto territoriale e facilitare l’interconnesione con istituzioni internazionali;

Manda il congresso di Stato la facoltà di predisporre un progetto perlo sviluppo dell’Università di San Marino che si qualifichi per affermare la libetrtà statuale della nostra Repubblica, sia perché essa sia protagonista in una contesto internazionale. Detto progetto dovrà puntare al potenziamento dei percorsi di formazione e di specializzazione esistenti, realizzare un polo di formazione superiore a livello internazionale e contemporaneamente di ricercaavanzata., anche con l’apertura id nuovi corsi di Laurea. I percorsi che si andranno a creare, proprio per garantire l’eccellenza, dovranno predisporre una qualificata selezione all’entrata, risorse economichein grado di favorire l’autofinanziamento e una forte apertura verso l’esterno, privilegiando la conoscenza della lingua inglese per studenti e docenti, affinché San Marino possa meglio realizzare la propria vocazione internazionale”.

Francesca Michelotti, Su: “Sull’odg abbiamo alcune osservazioni. Si parla di garantire l’autofinanziamento, deve essere tendenziale, favorito, non garantito”.

Angela Venturini, Mod: “Sono osservazioni di buon senso e si possono accogliere”

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