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San Marino, Consiglio Titanic: affonda la proposta di vendita immobili ai non residenti

da Redazione

Palazzo Pubblico 5

 

In Consiglio Grande e Generale nuovo flop, questa volta per la proposta di aprire alla vendita di immobili anche ai non residenti.

SAN MARINO – I lavori del Consiglio grande e generale sono ripartiti dal dibattito sugli interventi e adempimenti in ambito economico-finanziario. In aula nuovo flop, questa volta per la proposta di aprire alla vendita di immobili anche ai non residenti.

Di seguito un riassunto dei contributi dei consiglieri dell’ultima tranche della seduta di martedì e quella di ieri pomeriggio, mercoledì.

 

MARTEDI’

Andrea Zafferani, Ap: “Il settore immobiliare ha toppato. Il problema oggi sta nelle difficoltà dei piccoli artigiani del settore e nel fatto che la gran parte degli immobili invenduti sta nel bilancio delle finanziarie e del debito delle banche. E’ la bolla immobiliare. Dobbiamo trovare una soluzione per evitare l’improvviso ed eccessivo declino del settore, che comunque é destinato a declinare, ma serve un atterraggio morbido.

Non sono contrario alla proposta, se la decontestualizzo. Diversamente, sorgono diverse perplessità: primo, la mancanza di trasparenza. Sulla legge sull’alienazione dei terreni il governo é stato smentito dai cittadini. Su questi argomenti ci vuole coinvolgimento e partecipazione, invece in questo caso anche il Consiglio grande e generale ha visto all’ultimo l’ordine del giorno. Ho due proposte: si può pensare a un progetto-lancio per la casa ai giovani, vendendo immobili a prezzi inferiori di mercato. Si può pensare poi a un piano di edilizia sociale con lo Stato che acquista tramite asta pubblica gli immobili da affittare a svantaggiati. All’interno di questo piano ci può stare anche la possibilità di intestare immobili a non residenti, purché sia diretta solo a edifici già esistenti. Questa legge dovrebbe poi prevedere piani per la riqualificazione degli edifici, per dare nuove occasioni di lavoro a artigiani locali. Se invece, ribadisco, con l’apertura della vendita a forensi ripartono le costruzioni, non risolviamo il problema. E ancora: per evitare speculazioni sia prevista l’impossibilità di affittare gli immobili.

Le misure indicate potrebbero essere un freno a rischi insiti nel provvedimento, poi sarà necessario anche svolgere verifiche su chi entrerebbe in territorio. Quindi propongo una legge che si rivolga prima al mercato interno e poi a quello esterno. Altrimenti il percorso scelto non lo condivido, può avere effetti perversi, ci dobbiamo ripensare. Sull’istanza dico, infine, che la condivido”.

Pier Marino Mularoni, Upr: “L’Upr ha approvato l’articolo 24, pur con forti perplessità, e ha partecipato al tavolo per lo sviluppo, anche se di sviluppo ce ne è stato ben poco. Siamo stati propositivi. E quando chiediamo un governo di unità nazionale non pensiamo alle poltrone. Semplicemente questo esecutivo non è in grado di farci uscire dalla crisi.

La priorità è la disoccupazione, poi vengono gli altri problemi. Alcuni provvedimenti si possono condividere, come quelli per la canalizzazione dei pagamenti della Pa, per la finanziaria pubblica, se fatta bene, e per lo sviluppo della Smac. Anche se non può essere uno strumento per il monitoraggio fiscale.

Sull’odg sugli immobili a non residenti serve molta attenzione. E infatti ci sono sempre stati dei limiti. Il problema si può affrontare, ma con un progetto economico più ampio e con valide garanzie. Per chi per esempio deve comprare la prima casa; sulla riqualificazione. Su alcuni punti che incidono sul futuro del Paese serve condivisione. E serve un progetto quadro”.

Iro Belluzzi, Psd: “Condivido pienamente gli odg che impegnano il governo a progetti di legge sul turismo e sull’arte. Su quello sugli immobili serve invece un’attenzione particolare. Si incide su un settore e sulle proprietà senza un approccio generale con la popolazione, con le associazioni e con i partiti. Ma la questione cambia l’idea della proprietà, cambia una cultura secolare. Non sono contrario a priori a una maggiore apertura, ma non condivido il metodo. Servono un’idea di sviluppo, ma anche dati sulle possibili richieste, previsioni sull’impatto. In Aula ci sono state diverse proposte, è giusto approfondirle per la maggiore condivisone possibile. Potrebbe per esempio essere un provvedimento straordinario, o limitato alle costruzioni già esistenti”.

 

MERCOLEDÌ

Enzo Colombini, Su: “Il tavolo di confronto è stato caricato di altri significati, una sorta di banco di prova per le future alleanze politiche, con attori principali da una parte Pdcs e Ap, dall’altra Psd e Psrs. Ma qualcosa in Aula non è andato per il verso giusto, Psd e Psrs hanno criticato l’odg. E, infatti, da questo punto di vista, l’intervento di Luigi Mazza è stato rivelatore. Senza dimenticare che il tavolo di confronto per eccellenza è quest’Aula, mentre un tavolo speciale va bene se si affrontano temi trasversali. Nell’agenda delle priorità avrei poi posto Italia e Ue.

Nel governo e nella maggioranza manca credibilità, sono alla ricerca di voti e si prenderà tempo. Noi comune rimaniamo contrari”.

Nicola Selva, Upr: “Siamo sempre stati perplessi sui contenuti dell’allegato Zeta. E affidarsi a degli ordini del giorno è troppo riduttivo. Dunque metodo e contenuti non hanno niente a che fare con il nuovo progetto di sviluppo di San Marino. Inoltre siamo di fronte a interventi stralcio, improvvisati e discutibili nel merito, in particolar modo per quanto riguarda l’intestazione di immobili a forensi. Certo non nascondo che ci sono anche aspetti positivi, come gli interventi per sviluppare la Smac e il turismo. Ma occorre fare delle leggi, non degli odg, per garantire un più ampio confronto, anche fuori dall’Aula”.

Marino Riccardi, Psd: “Dagli esiti del tavolo mi aspettavo un risultato onestamente più completo. Al di là dell’odg sugli immobili, per il resto, rimangono parole enunciate ed ennesimi ordini del giorno che demandano al congresso di Stato di predisporre normative. Il Paese non può aspettare ancora, sono passati sei mesi e siamo al punto di partenza. La politica é troppo lenta rispetto all’evolversi della situazione. Se andiamo avanti di questo passo, quando avremo terminato il percorso, avremo seminato tanti morti per la strada che sarà difficile rialzare la testa. Chiedo non solo parole, dibattiti e buoni intendimenti in quest’Aula. Nel concreto abbiamo fatto molto poco.

Intervengo quindi sulla possibilità di acquistare immobili da parte di non sammarinesi: questo é un terreno delicato, in passato i nostri concittadini sono sempre stati molto attenti. Non sono contrario a priori, non possiamo continuare a chiuderci a riccio. Ma aprendoci dobbiamo avere un sistema di regole certe e controlli adeguati. Dal mio punto di vista deve essere un momento per reperire le risorse da destinare a riqualificare il nostro patrimonio urbanistico, al di là della spinta del settore dell’edilizia”.

Teodoro Lonfernini, Pdcs: “La legge di bilancio si è costruita attorno a tre principi, rigore, equità e crescita. E’ da lì il mio gruppo, con quelli presenti in Aula, ha discusso a lungo e aperto un confronto sugli altri temi di cui oggi parliamo. A riguardo, sulla vendita di immobili a forensi, non critico chi ha espresso perplessità, ma chi ha fatto strumentalizzazioni che non c’entrano nulla. Leggo sui giornali che si associano tutti i consiglieri in favore del progetto di sviluppo a fatti molto pesanti. Sebbene comprenda i dubbi della cittadinanza, rigetto questa forma di strumentalizzazione, non mi va di essere etichettato come un soggetto che specula.

Il progetto di sviluppo é poi legato alla finanziaria pubblica, alla Smac card, a investimenti legati al turismo e all’arte. Ma non può fermarsi a questo e garantisco che la volontà della maggioranza non è quella di far emergere solo questi quattro provvedimenti. Bisogna mettere in campo molto altro e la volontà c’è. Il Paese deve puntare su tre fondamentali settori, tre realtà su cui credo si concentrerà il vero sviluppo di San Marino: il contesto sanitario, il settore turistico, anche pensando alle case da gioco nella trasparenza e legalità, e l’università”.

Simone Celli, Psrs: “Questo dibattito mostra la necessità per il Palazzo di risintonizzarsi sulle frequenze del Paese. L’articolo 24 è una grande opportunità, ma non sta producendo i risultati sperati. Il tavolo di confronto doveva concentrarsi sulle priorità del Paese, che è in piena emergenza. I punti degli odg sono interessanti, ma non rappresentano le vere priorità. Quotidianamente chiudono imprese, senza che ci siano nuove iniziative economiche; la Black list è un fardello che impedisce ragionamenti di prospettiva e crea grandi difficoltà. L’odg sulla canalizzazione dei pagamenti della Pa è condivisibile, ma certo non è una priorità. Il settore bancario va messo in sicurezza, ma manca un progetto. La disoccupazione è un’emergenza sociale e serve un piano dettagliato per rilanciare l’occupazione. Ridurre la spesa pubblica è fondamentale. Ma governo e maggioranza non hanno una visione di futuro e questi 5 odg non fanno parte di un progetto complessivo. Condivido quello sulla Smac, ma andrebbe legato all’introduzione dell’Iva. Per quanto riguarda quello per intestare immobili ai forensi non c’è nessuna posizione ideologica, serve semplicemente un ragionamento più ampio. Certo con l’adesione all’Ue il problema non si sarebbe posto. Ma comunque la gestione politica è discutibile, il metodo sbagliato. Serve un provvedimento generale sul comparto immobiliare, come sostiene il consigliere Zafferani, formato da un piano di edilizia sociale, da incentivi fiscali per la compravendita e la riqualificazione, e anche dall’apertura del mercato”.

Romeo Morri, segretario di Stato per la Cultura: “Intervengo anche a nome del collega al Turismo. Turismo e arte sono un binomio vincente, una risorsa strategica per il Paese. Per cui occorre esplorare tutte le strade per una crescita sostenibile. L’arte per il sistema San Marino è importante.

Dobbiamo valorizzare il territorio e la commercializzazione dei prodotti. E continuare a puntare sulle mostre, dove la collaborazione con Rimini ha dato buoni frutti. La mostra su Monet, Cezanne e Renoir ha attirato oltre 30mila visitatori, quella “Da Hopper a Wharol” è a quota 17.775. E’ insomma una strada in cui credere.

E’ stato avviato il percorso per la costituzione dell’Istituto per l’arte, una struttura che con capitali pubblici e privati coordinerà le varie forze per programmare grandi eventi. Infine il governo è anche impegnato sulla realizzazione di sedi espositive”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Dal confronto tra le forze politiche sul piano strategico si è arrivati a 5 ordini del giorno. Esprimo favore sull’istituto finanziario pubblico, sullo sviluppo turistico, sulla Smac card, sulla semplificazione dei pagamenti nella Pa. Mi vorrei soffermare invece sul quinto odg, quello sulla concessione a forensi di immobili. Il capogruppo del Pdcs, Luigi Mazza, ha sostenuto che nessuna forza del Patto ha espresso contrarietà sul provvedimento. Io invece non ho mai nascosto le mie riserve, e siccome questo non è stato riferito, ci tengo a farlo ora.

Negli statuti del ‘600 il legislatore era ispirato da grande saggezza. Secondo gli statuti, la protezione e conservazione del nostro Stato sta nella sovranità e nel territorio. Dal ‘600 a oggi i tempi sono mutati, ma quei principi dovrebbero ancora valere e ispirare il nostro operato. Rinnovo l’invito a cogliere il buon senso del legislatore dell’epoca. Questo progetto rischia invece di diventare l’ennesimo strumento per il riciclaggio di denaro di indubbia provenienza e per chi non ha scudato capitali nelle nostre banche. E uno strumento per investimenti che possono venire non solo dall’Italia, ma da Paesi verso cui non abbiamo forme di controllo adeguate sugli investitori.

La soluzione prospettata dall’ordine del giorno potrà certamente dare uno sprazzo di ossigeno alle banche, ma non dà comunque risposte alle esigenze delle famiglie e dei giovani sammarinesi che non hanno la disponibilità richiesta dai listini del mercato immobiliare. Certamente darà sprazzi di ossigeno anche agli imprenditori edili, a chi sta soffrendo questo momento del mercato, e agli artigiani, che comunque potrebbero usufruire di altre forme di sostegno e aiuto, come il credito agevolato. Ma rimane una grande amarezza e l’ennesimo senso di impotenza. E l’idea che per gli speculatori nulla è cambiato e che i poteri forti continueranno a gestire questa classe politica”.

Alessandro Mancini, Psrs: “L’articolo 24 poteva essere uno strumento utile a trovare soluzioni condivise per lo sviluppo del Paese e poteva essere un nuovo modo di fare politica. Ma fino a oggi questo non è successo. Dopo cinque mesi arriva un odg sulla canalizzazione dei pagamenti, una cosa che si deve fare, ma che poteva essere concretizzata subito. Si parla poi di una finanziaria pubblica con un odg che dà mandato al congresso di Stato di predisporre un progetto di legge. Non era meglio che oggi si fosse analizzato in prima lettura questa normativa? Dopo cinque mesi siano fermi al palo.

In quest’Aula non c’è consapevolezza del momento, non siamo nell’ordinario, ma nello straordinario e bisogna adottare modi di fare politica diversi. Mi soffermo quindi sull’odg sull’intestazione di immobili a non residenti. Non sono assolutamente contrario, però i ‘ma’ sono tanti. Riterrei prima di tutto opportuno parlare in Consiglio dei correttivi che possiamo mettere in campo per raddrizzare il settore edile in forte crisi. Mentre l’intestazione di immobili a non residenti deve essere affrontata in modo diverso. Può dare risposte positive a molti problemi, ma ci sono dubbi e criticità. Ho il timore che con l’odg che dà mandato al Consiglio dei XII di predisporre un regolamento non si riesca a mettere in fila tutte le cose. Condivido il principio di non concedere più di un’unità immobiliare in capo a uno straniero, che non debba entrare in ballo residenza. Ritengo sì che si predisponga una tassazione particolare che vada a coprire determinate spese dello Stato. Ma si rischia di fare un primo passo e di trovarsi poi di fronte a un muro di guai”.

Filippo Tamagnini, Pdcs: “Dalla stesura degli statuti ad oggi lo stato di leggi, norme e cultura è cambiato, ma il sentimento di appartenenza al territorio è ancora ben presente nella gente come il carattere che forma l’identità sammarinese. Qui in Aula rappresento i cittadini sammarinesi. La rappresentanza politica è vera se la cittadinanza si riconosce in quello che si esprime, lontano dall’idea di maggioranza e opposizione. Quanto di ciò che si sta discutendo in quest’Aula può

ledere un carattere che concorre a formare l’identità sammarinese? La mia risposta è molto, sarebbe un affronto diretto al legame di appartenenza al territorio. Se il problema risiede nella

sovraesposizione delle banche e nella difficoltà degli imprenditori edili, bisogna cercare le risposte nel mercato e nella gestione politica adeguata al territorio. Per questo chiedo di approfondire il

confronto e di non mettere al voto l’ordine del giorno”.

Federico Pedini Amati, Psrs: “In Aula c’è poco interesse, tra consiglieri e segretari di Stato saremo una ventina. Significa che siamo i primi a non crederci. Tutto il Consiglio secondo il capogruppo Pdcs, Luigi Mazza, doveva essere d’accordo. Non è così, nemmeno all’interno della maggioranza. E in particolare sull’intestazione di immobili a stranieri.

Io sono stato molto critico sull’articolo 24, l0’ennesimo programma elettorale. E’ il libro dei sogni, il problema è come metterlo in pratica. La maggioranza non riesce a proporre un progetto di rilancio del Paese e le proposte che fa non stanno in piedi. Se non ce la fa, e non ce la fa, meglio che abdichi e che si torni così alle elezioni”.

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “Dare una proprietà a uno straniero all’interno del centro storico significava mettersi in casa un nemico, ma questa cultura va abbandonata. Abbiamo ormai una vocazione europeista. Approfitto per dire che è aperta una sottoscrizione per il referendum per sostenere l’entrata nell’Ue. I rapporti di potere non sono più quelli del 1600. Questa cultura non può essere modificata con un colpo di mano, come si vorrebbe fare con una semplicissima deliberazione. Non è possibile fare così, occorre fa maturare un percorso, costruire una prospettiva, ascoltando la popolazione. Questa norma va come minimo messa in quarantena per essere osservata con perizia. Il tema sostanziale è: a chi serve un simile provvedimento? Ci sono casi specifici: a chi ha approfittato del territorio in maniera che è inutile qualificare, e ci si chiede se si debba favorire questo tipo di figure che hanno approfittato delle risorse di tutti. L’edilizia e l’architettura non devono essere calpestate dalle esigenze di chi vuole costruire fino all’ultimo centimetro. Bisogna tornare alla qualità. Il Titano è finalmente entrato nel patrimonio dell’Unesco, ricordiamocelo. Se vogliamo rilanciare il settore c’è la necessità di rimettere in moto una spinta. Il rifiorire non può che avvenire sul fronte della ristrutturazione. Occorre fornire incentivi fortissimi, non è possibile pretendere l’intervento privato. Dobbiamo mettere in campo misure incentivanti. L’immagine non è fondamentale, ma importantissima, specie se vogliamo vendere case per le vacanze. C’è buona sinergia tra la segreteria alla Cultura e quella al Turismo, ma c’è una cosa sola che non condivido: la sequenzialità delle azioni date. Al primo posto si dice di fare arte per il turismo, in realtà bisogna farlo prima di tutto per la cultura, e poi per il turismo. Si tratta solo di invertire i fattori.

La Smac è una delle poche carte vincenti della nostra economia, ma questo progetto dovrebbe essere pronto da un pezzo, non da dare adesso al consiglio mandato di lavorarci, cos’hanno fatto fino a adesso? C’è qualcosa nell’operatività del governo che non funziona. Sarebbe stato bello avere oggi i progetti operativi, e non gli intendimenti.

Nadia Ottaviani, A&L: “Il Paese si trova sicuramente in grave difficoltà e anche i sammarinesi cominciano a non poterne più di sentirne solo discutere, di certe misure. Tutto il provvedimento sembra basato sull’acquisto di immobili da parte di stranieri. Tutti gli argomenti trattati sembrano aver perso completamente il loro senso. Su questo argomento degli immobili si è fatta molta disinformazione, per esempio parlando di una cementificazione selvaggia. Questo complica una serie di situazioni.

C’è poi un altro aspetto da analizzare: c’è un’istanza che ha raccolto tante firme sulla possibilità di costruire su terreni agricoli. Bisogna dare risposte, per cui serve mettere mano al piano regolatore.

Servono incentivi. Credo sia questo che serva al Paese, bisogna procedere senza favoritismi di bottega. L’edilizia è un comparto importante, ma non può essere l’unico. Sono d’accordo con Felici quando dice che acqua e olio stanno diventando insopportabili, e io voglio fare mia questa immagine, ma con un altro senso. Io dico che c’è l’olio unto dal Signore e l’acqua benedetta di quelli che sono senza peccato, invece bisogna pensare piuttosto a una salsa, con la senape dell’economia. Servono leggi e progetti di ampio respiro. Nel comparto della sanità alcuni sono diventati progetti sostenibili. Non credo che la vendita ai forensi sia così rilevante, non sono preoccupata per i numeri, ma questo provvedimento serve veramente poco, se non è all’interno di un progetto globale di alto respiro. Si parla molto, ma sarebbe meglio parlare meno e procedere con passi reali. Dobbiamo togliere di mezzo la discrezionalità. Serve iniziare ad ammettere che un imprenditore serio vuole risposte serie e veloci, come in tutti i Paesi seri, e solo nella certezza delle norme si può andare avanti. Imprenditori e professionisti sani disposti a investire possono entrare in Repubblica. Non ho nulla in contrario a questo, ma non basta. Non è obiettivo nostro vendere qualche appartamento, ma questo deve essere compreso in progetto organico e globale solo così c’è garanzia di una trasparenza vera. Quando le norme sono chiare è difficile equivocarle, e quando un progetto è chiaro è difficile trovare zone d’ombra. Se oggi non siamo pronti, credo sia giusto confrontarci con tutte le forze politiche e trovare opinioni condivise. La Repubblica non appartiene alla maggioranza o all’opposizione, ma ai sammarinesi.”.

Francesca Michelotti, Su: “L’allegato Z è un modello grezzo di idee centrifugate dall’improvvisazione, attorno cui tutti i gruppi politici possono ritrovarsi a confrontarsi. L’opposizione svolge un ruolo funzionale alla politica, contribuisce a costituire un contraddittorio pubblico, non nelle segrete stanze. I punti deboli della proposta devono essere sollevati, all’interno di un dibattito trasparente. Noi abbiamo trovato molti punti deboli nell’allegato Z che oggi viene munito di gambe attraverso questi ordini del giorno. Il tema della possibilità per uno straniero di acquistare una casa a San Marino ha indispettito, disorientato e preoccupato l’opinione pubblica sammarinese. Bisogna essere un po’ poco lucidi per andare a toccare con questa rozzezza e mancanza di tatto la tutela del territorio. Gli interventi di alcuni consiglieri di maggioranza ci hanno stupito favorevolmente. Mazza ed altri del Patto hanno tenuto a sottolineare che non ci saranno molti casi di acquisto e quindi nessun pericolo per la sovranità. Se le ricadute della proposta sono minimali allora non mi sembra sia il caso di attivarla perché non serve a niente. La ricaduta immediata è quella di rimpinguare di liquidità le banche, perché circa l’80% delle 8 mila unità sfitte dovrebbe appartenere a istituti di credito e società di leasing, cui andrà il vantaggio maggiore. Ma un territorio piccolo non può acquisire valore di mercato, non possiamo parlare come bottegai ma come uomini di Stato. Inoltre, a chi può venire in mente di comprarsi una seconda casa a San Marino? Non ha l’appeal che può far pensare a un soggiorno vacanziero di lunga durata. Prima di diventare una meta per la seconda casa il Paese dovrebbe subire trasformazioni che non possono essere fatte in poco tempo. Concludo infine con il mio diniego totale alla proposta di dare vita a un istituto finanziario pubblico. E’ troppo rischioso perché fa conferire tutto il patrimonio dello Stato in un’unica istituzione. Finché è diffuso, gode di una tutela diffusa, una volta che lo concentriamo in unica mente decisionale può diventare rischioso”.

Pier Marino Menicucci, Upr: “Anche se un partito è forza di opposizione non si deve sottrarre al dibattito per far progredire il Paese. Noi viviamo una fase molto difficile e quindi abbiamo ritenuto di poter venire a questo confronto. Naturalmente il confronto è una cosa e le posizioni che emergono sono politiche. Il momento difficile dura da 4, 5 anni, un po’ per la crisi internazionale, un po’ per i rapporti complessi che abbiamo con la vicina Italia. Noi voteremo a favore dell’odg sulla Smac card. Sul provvedimento che riguarda il pagamento non credo che nessuno possa avere dissensi. Nello sviluppo del turismo attraverso iniziative importanti nel campo dell’arte io ci credo molto. Grandi eventi, significativi e importanti, possono portare un turismo di permanenza e qualità. Un altro aspetto è quello che pone un problema di impatto politico rispetto a scelte economiche che possono essere fatte sull’istituto finanziario in questione, in che modo investimenti esteri possono influire su questa realtà, ma su questo si può fare un confronto successivo. C’è da fare un discorso sulla credibilità esterna, comunque.

C’è un altro fatto, di grande impatto: l’alienazione di beni immobili agli stranieri. L’Upr è contraria.

Perché non è bene sottovalutare la difficoltà di questo momento, e il mondo dell’edilizia ha trainato l’economia sammarinese, ma bisogna valutare con molta attenzione quello che andiamo a fare. Il nostro territorio è profondamente diverso da quello italiano, o di altri Paesi. Perché uno dovrebbe venire a vivere qui? Perché quella persona radica qui un suo interesse, ma siamo noi che dobbiamo creare le condizioni di uno sviluppo forte nel nostro paese”.

Angela Venturini, Mod: “L’allegato Zeta ha ottenuto 48 voti perché le forze politiche ne hanno capito lo spirito e gli obiettivi, di contrappeso alle misure di rigore e tagli previsti dalla finanziaria.

A gennaio abbiamo cominciato a lavorare al tavolo dei capigruppo per dare sostanza agli obiettivi dell’allegato Zeta. Gli ordini del giorno sono stati ragionati, modificati, perché si é cercato di trovare sempre il meglio. Con questi cinque punti oggi all’esame, ci sono cinque aree di intervento diverse, funzionali alla crescita. Ma c’è chi pensa solo alla speculazione sul territorio. E’ una frase demagogica che fa scena, ma non ha sostanza. Se si va a leggere l’ordine del giorno mi sembra ci siano tutte le garanzie per evitare abusi e distorsioni. A me l’odg non dispiace, non porterà chissà quali introiti e risorse, ma c’é chi dice oggi perché non si può comprare a San Marino una casa come a Montecarlo. Se vogliamo rinviare tutto perché non ci sono condizioni, possiamo farlo. Ma i problemi sono i veti incrociati e i ritardi allo sviluppo. In questi momenti bisogna superare logiche clientelari e di opposizioni, le invidie e le vendette e le piccinerie di cui la politica è ricca, altrimenti perdiamo solo del tempo”.

Claudio Podeschi, segretario di Stato per la Sanità: “La considerazione di San Marino degli organismi internazionali a volte é un po’ più alta di quella interna. Ieri abbiamo concordato all’incontro dell’Oms la firma per la sede di un laboratorio a San Marino che si compirà a Venezia con il ministro della Sanità della Repubblica italiana. Il Memorandum che abbiamo firmato con l’Italia dà anche la possibilità di fare progetti di ricerca e sviluppo congiunti finanziati dall’Ue, di insediare nel nostro Paese attività. Ed è di grande valore. Invece, ascoltando il dibattito di oggi mi sono chiesto se in questi anni il governo ha fatto il possibile per affrontare la crisi e attenuare effetti devastanti all’economia. Siamo al quarto anno di legislatura ed è difficile ragionare su un progetto economico. Si poteva fare di più, ma se guardiamo in fondo a quello che é stato fatto, ci sono state cose che hanno dato risultati. I Paesi sopravvivono se l’economia si allarga e ci sono prospettive. La prospettiva in questo momento c’è perché riteniamo che il percorso da qui alla campagna elettorale, che sarà in tempi rapidi a mio modo di vedere, è semplice. Si dovrà arrivare alla firma con l’Italia, che è veramente vicina, e questo per i nostri operatori sarà sinonimo di garanzia e sviluppo e non l’esito di un percorso a caso. Oggi ho sentito interventi drammatici in Consiglio, è un po’ troppo. Ma neanche i giovani in quest’Aula, tra cui non tutti sono dei fenomeni, ce la faranno se penseranno solo a demonizzare. Ci sono invece segnali importanti, ma non c’è, se non sulla carta, la coesione, la volontà di tenere duro. Ci sono settori che hanno portato avanti le proprie posizioni, come il turismo, che malgrado la crisi devastante hanno portato risultati. Certo, vanno portato risultati in tutti i settori. Ma c’è chi ha trovato un muro. Ma tutto questo finisce quando ci sono gli accordi e anche la politica ha una prospettiva”.

Giovanni Lonfernini: “Il segretario di Stato Podeschi si è rivolto alla maggioranza, a qualche esponente di maggioranza o all’opposizione, chiedendo coesione? Dal suo intervento emerge la debolezza della situazione politica attuale. E invece ci interroghiamo sul perché non c’è un clima politico positivo sull’intervento. L’opinione pubblica è sensibile al tema del territorio e l’odg tcca le sensibilità presenti in Consiglio e nel Paese.

La scorsa legislatura il governo è caduto sulla legge obiettivo e ora, con un mezzuccio, un odg, pensate di sconfessare quanto avvenuto? Dobbiamo ragionare attentamente. Volete i nostri voti? O realizziamo un’unità di crisi o si rischia di andare avanti con odg. Non avete fatto capire la portata del provvedimento. Non demonizzo le scelte, ma la modalità e l’intervento non sono all’altezza. Si creerà una duplice delusione. Per chi ha delle aspettative e nell’opinione pubblica.

Dall’opposizione sono arrivate proposte interessanti, ma perché c’è un richiamo alla condivisione quando il tavolo di confronto è fallito subito? Vi do un consiglio: ritirate l’odg”.

Alessandro Rossi, Su: “La formica oggi si è arrabbiata. E’ il segnale che serve una politica diversa. Questo dibattito ha sconfitto quasi tutta la classe politica. L’articolo 24 aveva ricevuto 48 voti favorevoli, al tavolo di confronto hanno partecipato tutti i partiti. E questo è il risultato: la politica si deve interrogare e prendere nuove strade. L’amore per il Paese prescinde da regole che non sono le nostre. Possiamo evolvere, ma questo non è il modo. Sotto la bandiera dell’amore per il Paese può nascere un diverso percorso politico. Questo odg può scuotere l’inerzia del Paese, che finora non si è mosso. La paura di vedere il destino compromesso scuoterà i cittadini, in una direzione di ricostruzione. Il denaro non è il fine, ma un mezzo. Allora ricostruiamo l’amore per il Paese attraverso il confronto e la trasparenza.

Nessuno ha visto l’accordo di gestione della liquidazione di Fincapital e famiglie in difficoltà non trovavano un avvocato per presentare un esposto. Il Paese non è di chi ha il capitale, è dei cittadini. Se ci dite come stanno le cose si può riattivare un’economia. Ma non così e senza confronto”.

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