Home categoriePolitica San Marino, il Consiglio si apre con le polemiche sull’Allegato Z

San Marino, il Consiglio si apre con le polemiche sull’Allegato Z

da Redazione

 

SAN MARINO – I lavori del Consiglio grande e generale si sono aperti con il riferimento del segretario di stato per le Finanze, Pasquale Valentini, in sostituzione del collega per il Territorio, Gian Carlo Venturini, sul bilancio consuntivo 2011 del Fondo mortalità bestiame.

Sono seguiti gli interventi di diversi consiglieri per il comma Comunicazioni e la risposta ad alcune interpellanze, che è proseguita nella seduta pomeridiana.

Di seguito un riassunto dei lavori della mattina.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “L’esercizio 2011 si chiude con un utile di oltre 27mila euro. Le entrate registrano per le quote allevatori un introito complessivo di quasi 17mila euro. Lo stanziamento statale sfiora invece i 55mila euro e nel 2010 c’è stato un contributo straordinario di quasi 20mila euro. Per i bovini morti nel 2011 i recuperi ammontano a 500euro. Ci sono poi gli interessi attivi su Cassa di risparmio che ammontano a 547 euro e la riscossione da premi assicurativi incendio – quota allevatori, pari al 20% dell’ammontare del premio, per un valore di 63 euro.

Le uscite. Per quanto riguarda gli indennizzi da mortalità, i casi sono stati 90 per un valore lordo di circa 76.500 euro. Per legge si liquida l’80%, dunque circa 62 mila euro. Ma secondo le nuove disposizioni la liquidazione è calcolata sulla presenza giornaliera media. L’indennizzo è stato così di 56 mila euro, con un risparmio di oltre 5 mila euro. Infine, le spese generali ammontano a quasi 6mila euro”.

Alessandro Rossi, Su: “Certe dinamiche non si capiscono e dall’Aula non arrivano risposte esaurienti. In particolare mi riferisco a tre eventi. In risposta a un’interpellanza dell’Upr il governo ha detto che il presidente di Bcsm è stato consulente di Fingestus solo durante la liquidazione volontaria. Ma non è vero e ci sono i documenti. Eppure non c’è possibilità di interloquire e dire bugie in Aula non aiuta un clima di fiducia. Spero che il confronto ci sia, altri si sono dimessi.

C’è un secondo fatto molto grave. Il segretario di Stato per la Giustizia doveva relazionare su un fatto che ha fatto perdere reputazione alle forze di polizia e al tribunale: la pubblicazione su un sito Internet di una lettera riservata del magistrato dirigente Valeria Pierfelici, che ha messo in difficoltà anche dei cittadini.

Un terzo fatto molto strano riguarda gli arresti di Livio Bacciocchi e Roberto Zavoli, e i domiciliari per Oriano Zonzini. Qualcosa non ha funzionato. Se c’era una collaborazione con la magistratura italiana sarebbe bastata una richiesta di estradizione. Invece prima è stato liberato e si è pure confessato. È molto anomalo.

Dall’Aula serve un atteggiamento diverso, trasparente, ma il governo ci propina delle non verità e alleanze di potere non trasparenti non prevedono il confronto su questioni importanti come l’apertura del mercato immobiliare. Il Paese va coinvolto, la politica è lontana dalla cittadinanza. In questa legislatura c’è stato un passaggio di consiglieri tra minoranza e maggioranza, non siamo riusciti a creare uno scontro positivo e trasparente tra diverse politiche”.

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “Discutiamo quasi del nulla. Contraddizioni enormi nella maggioranza bloccano il Paese e intanto ci sono famiglie e imprese in difficoltà. Dal governo non emerge una proposta, per cui cosa stiamo a fare in Aula? Se l’opposizione non si contraddistingue diventa corresponsabile dell’inedia. Ma non c’è confronto. Per esempio dov’è finita la riforma tributaria? Perché è stata rimandata? Anche questa volta a fine seduta ci ritroveremo con un pugno di mosche”.

Vanessa Muratori, Su: “L’allegato Zeta è molto lacunoso e rappresenta l’ennesimo assalto speculativo al territorio. È stato trovato il modo per riempire i 6 mila appartamenti sfitti mantenendo i prezzi del mercato immobiliare artificiosamente alti. Nella riforma del mercato del lavoro ci sono alcune perle come il superamento delle graduatorie, la chiamata diretta per i frontalieri, la diminuzione degli ammortizzatori sociali e una maggiore possibilità per i privati di gestire i servizi pubblici all’impiego. Insomma tutte le ricette fallimentari del Fmi.

La riforma tributaria aumenta l’imposizione fiscale sui lavoratori dipendenti e la alleggerisce per quelli autonomi, non è accettabile. C’è una superficialità generale, che la pubblicazione su un sito della lettera del magistrato Pierfelici dimostra. Si pensa a fare scoop mettendo in pericolo dei cittadini, senza alcuna deontologia professionale. E inoltre sul sito di questo personaggio, che va alle conferenze stampa del governo, c’è anche la pubblicità della segreteria di Stato per il Turismo. Occorre evitare di foraggiare chi getta discredito sul Paese e mette in difficoltà persone oneste”.

Federico Pedini Amati, Psrs: “E’ avvilente intervenire per quanto succede e non succede in Repubblica. C’è una serie di problemi, non è una questione di demagogia. Eppure l’ordine dei lavori del Consiglio non ci porta da nessuna parte. Dalla maggioranza serve un progetto economico su cui confrontarsi, ma non c’è. Ci sono solo interventi spot, tramite odg che tamponano solamente.  Si prendono due o tre punti secondo l’interesse del momento di caste e amici. Il mio è dunque un appello accorato a non sottovalutare la malattia, il Paese potrebbe finire a morire. In Aula si fa finta di niente. Come risolviamo la questione della Cassa di risparmio, quanto accade in tribunale, le indennità dirigenziali? Si fa fatica a portare in Aula di questione esterne”.

Fiorenzo Stolfi, Psd: “Il tempo passa e non si vedono progressi sull’uscita dalla Black list, il problema principale del Paese. Non sappiamo cosa fa il governo, l’encefalogramma è piatto, non c’è nessuna iniziativa. A Roma occorre una task force, ma si va dappertutto tranne che lì. Ci si occupa di tutt’altro e il Paese va alla deriva. I cittadini sono fin troppo buoni.

Sull’annuncio della firma stendo un velo pietoso, ma per l’uscita dalla Black list occorre andare al ministero italiano dell’Economia per un decreto, altrimenti il Paese muore. Aziende importanti prendono e chiudono, e se una mosca bianca viene in Repubblica si trova in balia di burocrati e azzeccagarbugli. Destiniamo invece 5 dipendenti pubblici all’assistenza alle imprese che vogliono aprire a San Marino. Il governo è assente dall’Aula e non esiste, mi rivolgo allora ai Capitani reggenti: qui non si fa nulla”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Sono stato colpito da un episodio che emette in evidenza lo sbando in cui ci troviamo: la lettera dell’associazione studentesca che difende il diritto allo studio chiedendo di risolvere la questione sugli scrutini.

C’è scarsa attenzione alle emergenze del Paese. L’Upr, da oltre un anno, invoca un governo di unità nazionale. A Washington, senza il contributo di alcune forze di opposizione, saremmo andati senza Iva e trasparenza nel settore bancario-finanziario, un compromesso al ribasso. Ma noi parliamo e il governo se ne frega, tanto in Aula non vota. Sulla Cassa di risparmio non ci sono risposte su quanto abbiamo chiesto: la contezza dei conti pubblici, di quelli della banca e della tutela dello Stato per l’investimento. La riforma tributaria era urgentissima, ma non è all’ordine dei lavori. Sulla stabilizzazione del bilancio non conosciamo gli interventi. Intanto nel Patto, dopo mesi di tutti contro tutti, non si litiga più. Ma i sammarinesi non sono convinti”.

Iro Belluzzi, Psd: “Il dibattito sembra essere cristallizzato ai mesi successivi all’entrata nel governo delle forze del Patto. Siamo ancora fermi al momento in cui la firma dell’accordo con l’Italia continuava a non arrivare. La Repubblica ha raggiunto un livello di sostenibilità dei conti pubblici che è pari allo zero. Il comitato delle donne disoccupate nella scorsa seduta si è presentato qui a Palazzo per fare presenti le loro difficoltà. Purtroppo il nostro sistema non garantisce più quella possibilità di un Paese che vuole considerarsi moderno e che vuole fare dell’economia reale il motore di sviluppo. Sono molti i disoccupati, molte le persone in mobilità. Come pensiamo di intervenire per dare sostegno a questa fascia della popolazione? Quando quelle garanzie pur minime che lo Stato riesce a dare verranno a mancare ci saranno tensioni sociali.

La ricapitalizzazione della Cassa di risparmio è un palliativo se non garantiamo al nostro sistema finanziario l’internazionalizzazione necessaria. Come pensiamo di intervenire se non si riesce a garantire uno sviluppo?

Sulla mobilità occorre dare la priorità ai sammarinesi piuttosto che ai forensi che lavorano qui. Serve poi una riforma della Pa: sono trascorsi sei mesi da quando l’Aula ha approvato la dirigenza e ancora non è stata nominata. Da qui discendono ritardi e difficoltà del procedimento amministrativo, un centro nevralgico. Cambiare la testa della macchina amministrativa serve per dare economicità alla struttura.

Parlando di firme molto spesso si considera essenziale quella degli accordi con l’Italia. Vorrei parlare di un processo interno, la firma elettronica. Ce ne dovremmo avvalere. A che punto è? Un altro punto è il piano di sviluppo economico, perché il governo non ha indicato una linea che possa dare una speranza. Così si assiste a un sostegno scoordinato ad aziende e imprenditori. Cosa accade poi nelle aziende dello Stato? Sono in corso azioni striscianti, e siamo di fronte a un sempre maggior numero di appalti che vengono assegnati non in linea con la legge, magari ad aziende esterne, e si tengono quelle interne a non far nulla”.

Enzo Colmbini, Su: “A fronte dell’attivismo dei singoli segretari di Stato, manca un’azione che sia di insieme. La disoccupazione aumenta, gli ammortizzatori sociali terminano, le aziende chiudono, i precari aspettano una risposta, la Pa stenta a mostrare equilibrio. Il governo non è stato in grado di evidenziare un progetto. Senza una politica globale gli interventi rischiamo di andare in una direzione imprevista.

Il segretario di Stato per il Lavoro Mussoni ha presentato un progetto di legge che porterà a ulteriori restrizioni e riduzioni del sociale. Per alcuni versi questo è in linea con ciò che il Fmi ci ha chiesto, ma d’altra parte se queste non sono calate all’interno di una politica economica generale non reggono. Dobbiamo dare risposte entro breve termine. Qualche giorno fa abbiamo letto le proposte di sviluppo dell’università. Chi più della sinistra può condividerle? Ma non si può improvvisare senza confrontarsi in quest’Aula. Quest’improvvisazione si contraddice poi con il dibattito che portiamo avanti da anni, quella sul parco scientifico e tecnologico. Senza mai dire niente di nuovo.
La sensazione è quella di un Paese abbandonato”.

Simone Celli, Psrs: “L’odg dei lavori di questa sessione è la rappresentazione perfetta della distanza tra il Palazzo e il Paese reale. Non è assolutamente sintonizzato con lo stato di emergenza, perché di emergenza si può parlare. E non va nella direzione di aprire un dibattito serio ed approfondito sulle condizioni dell’intero sistema Paese.

Oggi siamo in una fase delicatissima. Ci giochiamo il presente e il futuro. Dobbiamo prenderne consapevolezza, e questo non lo vedo da nessuna parte. La Repubblica si trova nel pieno di una crisi strutturale. Non si può più parlare soltanto di crisi economica e sociale, ma di crisi di sistema. Ma a fronte di un abbandono di un sistema che non poteva più esistere, ne manca uno nuovo, questa è la grande responsabilità che ha il governo. Le condizioni per adottare interventi per mettere in sicurezza il Paese c’erano, come per dare prospettive di sviluppo. Il segretario di Stato per l’Industria ha detto su un giornale che non c’è un piano. Allora delle riflessioni devono essere fatte. Siamo al fallimento dell’azione politica del Patto.

La prima emergenza è quella del sistema produttivo. Il governo dovrebbe esplicitare uno sforzo maggiore, non si può accettare questo atteggiamento passivo. L’altra emergenza è quella del settore bancario, profondamente indebolito anche da una situazione piuttosto complicata del principale istituto di credito del nostro Paese. L’indebolimento è dovuto all’isolamento internazionale. Manca la sottoscrizione del memorandum di intesa con la Banca d’italia. Ormai c’è un silenzio di tomba su questo, è diventato un tabù. Io condivido l’azione sulla vigilanza, i controlli, la repressione di fenomeni dannosi, ma non basta. Serve l’apertura dei confini. Mancano i rapporti con il sistema italiano. Il nostro settore finanziario ha bisogno di risposte da questo punto di vista, invece vive una fase terribile.

Il terzo aspetto riguarda i conti pubblici. Il debito pubblico corrisponde al 18% del Pil. Significa che supera i 200 milioni di euro. E il governo ci diceva che siamo a debito pubblico zero. Non si fa niente né in materia di spending review, né di riforma tributaria. C’è una profonda incongruenza tra quello che viene detto e quello che viene fatto.

L’ultimo aspetto è quello della disoccupazione. San Marino è sempre stato un Paese a disoccupazione zero, ma oggi non è più così. Il tasso sta raggiungendo livelli inquietanti, oltre il 7%, se il trend recessivo non si arresta  a fine anno potremmo arrivare al 10%. Serve uno sforzo collettivo dell’intera classe politica. Questo tema non può uscire dall’agenda delle priorità. Sarebbe opportuno riflettere su un piano strategico per l’occupazione che garantisca ai sammarinesi un posto di lavoro dignitoso e qualificato. C’è un problema sociale, di persone che veramente hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Se la politica non dà risposte, ha perso la sua ragion d’esistere. Credo che una risposta possa essere l’approvazione dell’odg che abbiamo presentato nella scorsa sessione. La strada da percorrere non è quella della carrellata di ordini del giorno attuativi e del piano Zeta. Questo è ridicolo. Serve uno sforzo collettivo per il presente, e dare una visione del futuro almeno decennale”.

Denise Bronzetti, Psd: “I problemi straordinari necessitano un approccio straordinario. Ma non è così. L’ordine dei lavori di questa seduta è zeppo di decreti e alcuni celano interessi di parte. Viene fatto un uso smodato della decretazione, ma non ci sono soluzioni ai problemi. L’allegato Zeta non ha niente a vedere con la volontà di risolvere le emergenze. Il problema principale è l’uscita dalla Black list. Perché è vero che la disoccupazione è a livelli record, ma senza imprese non c’è lavoro. Dunque dobbiamo concentrare gli sforzi per uscire dalla Black list e la firma da sola non lo garantisce.

Ci siamo assunti degli impegni con l’Italia e gli organismi internazionali, ma dal punto di vista legislativo e dell’operatività quotidiana non abbiamo dimostrato nulla. Per questo temo che la firma e l’uscita tarderanno ancora e non ci saranno promozioni da parte degli enti internazionali. Intanto non sappiamo come vanno i conti pubblici e gli odg condivisi risultano inutili. Il sistema bancario non è fuori dalle turbolenze. Eppure non svisceriamo fino in fondo le questioni. Governo e maggioranza sono approssimativi. Ai ritardi ci siamo abituati, come per la riforma fiscale, che spero arrivi in Aula quando tutte le questioni all’interno dell’esecutivo e del Patto saranno risolte. Dico no ai blitz come quello che in commissione Finanze ha cambiato alle due di notte le aliquote. Di questo sono preoccupata”.

Paride Andreoli, Psrs: “Le sedute del Consiglio non sono proficue e sono improntate su non scelte. L’allegato Zeta è in alto mare e sembra più orientato a fare la fine della legge obiettivo che a essere portato all’attenzione dell’Aula. La firma con l’Italia non arriva: dopo la lettera del premier Monti e le parole di alcuni ministri si registra una lontananza nei rapporti. Bene l’odg condiviso in commissione Finanze, ma su quanto successo a Washington non ci è stato detto nulla.

Sulla Cassa di risparmio siamo in attesa di sviluppi e sembra anche che si cambino i programmi. Sulla vendita di immobili a stranieri serve un progetto organico, più ampio, con garanzie di legalità. Non si può ricorrere a un odg. Per le imprese ci sono molte difficoltà, molte hanno chiuso e la disoccupazione cresce, dunque non è più procrastinabile un progetto economico che coinvolga anche il sistema bancario e il bilancio dello Stato. Il governo mi sembra insufficiente nella sua azione e se il debito pubblico supera i 300 milioni di euro il default si avvicina paurosamente. Eppure la maggioranza non si accorge del degrado del Paese.

Nello scorso Consiglio abbiamo presentato un odg per costituire un fondo di solidarietà, chiedo sia portato in votazione in questa seduta come da regolamento”.

Ivan Foschi, Su: “Nei giorni scorsi ho ricevuto la risposta all’interpellanza di aprile sull’affitto di un’abitazione nel castello di Fiorentino data a un gendarme. Da parte delle istituzioni non c’è interresse a cercare soluzioni che interessano tutti i cittadini, questa è scarsa attenzione verso le giunte di Castello: la risposta all’interpellanza non è soddisfacente. Quanti sono gli alloggi a disposizione? C’è un problema serio legato all’emergenza casa, alle situazioni di disagio economico. Il fenomeno si aggrava. Eppure ci sono assegnazioni temporanee che poi, di fatto, diventano permanenti. Si fa la legge e poi si trova l’inganno, perpetuando queste situazioni sempre con nuove delibere. L’interpellanza poneva domande sul caso specifico, ma allargandosi alle esigenze generali di una larga fetta di sammarinesi. Per queste ragioni la trasformo in mozione”.

Nicola Selva, Upr: “La crisi è internazionale, ma ce n’è anche una del nostro Paese, specialmente dovuta ai rapporti con l’Italia. Molte aziende o chiudono i battenti o se ne vanno. Chi segue e chi
analizza questo fenomeno, chi verifica le dinamiche del mercato del lavoro e i disoccupati? Sono dati che a dire del governo sono sostenibili, ma sono di forte emergenza. Vediamo nascere per la prima volta associazioni di persone disoccupate. Oggi a un giovane che suggerimento di impegno scolastico dareste per il futuro? Un tempo si suggeriva ragioneria, elettronica, informatica, perché a San Marino c’erano aziende in crescita. Oggi non c’è nulla di tutto questo. Non c’è nuova imprenditorialità, e quella esistente soffre.

Si doveva prevedere di incentivare alcuni settori, come il commercio e il turismo. La politica ha fallito, non è riuscita a dare risposte, non dà prospettiva. Non c’è consapevolezza piena della situazione del Paese, che sta diventando sempre più pesante. Serve un’apertura più forte alla società civile, le loro istanze diventano fondamentali. I problemi sono principalmente nostri, interni. Il Paese si sta impoverendo e non sta diventando più virtuoso. Dobbiamo pensare al futuro e non alle posizioni di potere. Mancano dalla politica proposte di sviluppo certe. Lasciamo i privilegi ingiustificati. Io credo che questa direttrice la si deve cambiare con un po’ di umiltà, anche facendo dell’autocritica, tutti. Noi di Unione per la Repubblica sosteniamo da tempo la necessità di un governo di emergenza nazionale. Le forze politiche devono dimostrare di avere una sintonia anche con lo stato d’animo di tutto il Paese”.

Interpellanze

Interpellanza presentata dal consigliere Paride Andreoli (Psrs) per conoscere i dati relativi ai rapporti di consulenza, collaborazione, stage, borse di studio e convenzioni in essere nel settore pubblico allargato.

Valeria Ciavatta, segretario di Stato per gli Affari interni: “Si chiede di dare conto di tutte le consulenze, convenzioni, rapporti legati alle attività delle segreterie di Stato, degli uffici e dei
dipartimenti. Tutti hanno mandato il loro riferimento, che costituisce l’allegato alla mia risposta. La segreteria di Stato per le Finanze ha fatto delle elaborazioni. Ci sono dei capitoli per cui le Finanze
hanno fatto accorpamenti per dare conto delle voci ancorché distribuite sui diversi capitoli. Rispetto al 2008, in cui si spendeva più di 1 milione e 200mila euro, siamo arrivati a 500mila euro. Lo sforzo
dell’amministrazione pubblica è stato fatto, ci si spinge oltre il 17% chiesto, i tagli sono stati quasi dei due terzi della spesa. Il controllo è attento e volto ad arginare le spese. Per il resto posso
rinviare alla documentazione scritta”.

Interpellanza presentata dal Consigliere Iro Belluzzi (Psd) sull’operato del Governo in termini di riduzione dei costi del servizio di trasporto scolastico nonchè sui costi sostenuti nel triennio 2009-2011 dall’A.A.S.S. per le riparazioni e la manutenzione dei propri mezzi.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Rispondo in luogo del collega agli Affari esteri. L’attuale appalto scade nel giugno di quest’anno e un eventuale rinnovo porterebbe agli stessi problemi, con il rischio anche di una non totale copertura. Servono degli interventi strutturali nel settore e mettere da parte le scelte del passato. Per una maggiore efficienza occorre creare un ufficio del Trasporto e trasformare l’Azienda dei Servizi in una società per azioni. Comunque sono in atto modifiche sostanziali, per le quali servono tempo e coraggio.

Alcuni passi per riqualificare il servizio sono stati fatti, ma occorre tenere presenti le esigenze degli studenti, pure di quelli che vanno fuori territorio. Siamo insomma in una fase di transizione. Prolungheremo di un anno l’appalto rivedendo le tariffe e intanto puntiamo alla creazione dell’ufficio del Trasporto. Infine occorre tenere presente l’aumento del 69% in tre anni del costo dei carburanti”.

Iro Belluzzi: “Da un’interpellanza simile sono trascorsi due anni, c’era il tempo per intervenire. Per cui la risposta di oggi è improvvida e superficiale. Serve una vera ricognizione del sistema. Invece si rinnova sic et simpliciter l’appalto. Bastava un po’ di programmazione. Si tratta del solito approccio per risolvere i problemi quando servono scelte più coraggiose e tempestive. Trasformo l’interpellanza in mozione”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento