Forum Economy 1 / Marco Arzilli: “Siamo all’alba di un nuovo percorso”. Il PIL tornerà a crescere leggermente. Ma ci si può accontentare?
di Loris Pironi
Fino a un anno fa quando si parlava di internazionalizzazione qualcuno sorrideva, a San Marino. Del resto quasi il 90% dell’export va nella direzione dell’Italia (e buona parte del resto finisce nei paesi confinanti, che condividono la stessa sorte). Oggi invece al Kursaal, che ha ospitato la terza edizione dell’Economy Forum “Sovranità tecnologica. Ricerca & Sviluppo: Leva di crescita e di investimento”, si respirava la consapevolezza che un passo avanti sia stato compiuto in questi mesi e che parlare di nuova fase per l’economia sammarinese non è più una mera operazione di autopromozione.
Il Forum si è aperto con l’intervento del Segretario di Stato all’Industria, Marco Arzilli, che ha tracciato una sintetica mappa della curva di crescita mondiale, dal 2010 al 2017. I dati sino ad oggi sono conclamati e dunque li affrontiamo a volo radente. I paesi dell’area Euro in affanno, così come gli Stati Uniti, mentre le aree in via di sviluppo, soprattutto il sud-est asiatico e parte dell’Africa, sono in crescita. Contenuta fino ad oggi, più accentuata nel prossimo quinquennio malgrado la ripresa della crisi globale. “Perché questo riferimento internazionale?” è la domanda retorica di Arzilli? Perché dobbiamo chiederci se nei prossimi cinque anni, da qui al 2017, vogliamo accontentarci di continuare a fare riferimento ad un’area di bassa o bassissima crescita oppure cercare di andare a intercettare le esigenze e le prospettive delle aree di interesse verso cui tutte le economie cercheranno di riferirsi”.
Il Segretario Arzilli attinge poi a piene mani ai dati dell’ultimo report del Fondo Monetario Internazionale per vedere la curva del PIL sammarinese. “Nel 2012 le stime dicono che San Marino perderà un altro 2%, ci sarà una lievissima crescita nel 2013 (+0,6%) e una più accentuata nel 2014 (+1,8), ma la prospettiva deve essere considerata molto aleatoria considerato che facciamo riferimento ad un’area che si sta rivelando molto instabile in questa fase, come quella europea. Il grafico della crescita del nostro PIL, insomma, dice che si può sì tornare a crescere dopo aver perso una fetta importante di economia, ma questo non può e non deve essere considerato sufficiente. Però San Marino è all’alba di un nuovo percorso. Così come si può dire delle nostre banche, che hanno incominciato a non preoccuparsi più della trasparenza ma stanno lavorando per un nuovo modello, lo stesso stiamo facendo con la cosiddetta economia reale. San Marino ha un futuro, e da qui ne cominciamo a parlare. E auspico che la pragmaticità e la concretezza siano i prossimi passi da fare”.
Alessandro Giari, Presidente dell’APSTI, l’Associazione Nazionale dei Parchi Scientifici e Tecnologici, spiega alla platea cos’è l’organizzazione che presiede: oltre trenta PST sparsi in tutta Italia, nati con logiche anche molto diverse tra loro poiché non c’è un modello di riferimento. “Stiamo cercando – ha spiegato Giari – di determinare la comune funzione di sistemi articolati diversamente tra loro, ma con l’unico obiettivo di far crescere tecnologicamente le PMI, che sono l’ossatura del sistema economico italiano ma sono anche le uniche ad aver bisogno di un acceleratore per crescere”. Il ruolo di San Marino può essere importante per l’APSTI, ha spiegato Giari (ma lo aveva già detto diversi mesi fa in un’intervista esclusiva rilasciata proprio a Fixing).
“Da soli non si fa niente, dobbiamo crescere in rete. San Marino può essere importante proprio per le sue peculiarità, per il ruolo proattivo che può avere nell’attrazione di investimenti, che in Italia invece subisce pesantemente diversi fattori negativi che pesano sull’attrattività italiana sono molto pesanti. APSTI e San Marino, insomma, possono fare cose molto interessanti insieme”. Lo dimostra anche la rapidità in cui è cresciuto proprio il connubio tra l’APSTI e il Titano: il primo contatto è avvenuto appena un anno fa e il 10 aprile scorso è stato firmato l’Accordo quadro e un accordo operativo, che consenta di incominciare a realizzare (entro l’anno, aveva assicurato a Fixing il Segretario Arzilli proprio la scorsa settimana) un progetto con obiettivi ben definiti”.