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L’ultima intervista di Paolo Rondelli prima del rinnovo delle cariche dell’ANIS

da Redazione

Paolo rondelli Anis

 

Domani mattina al Palace Hotel Best Western di Serravalle l’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese si riunisce per l’Assemblea Annuale Ordinaria. All’ordine del giorno il rinnovo delle cariche del Consiglio Direttivo, a partire dalla Presidenza. Intervista a Paolo Rondelli, Presidente uscente.

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SAN MARINO – Domani mattina al Palace Hotel Best Western di Serravalle l’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese si riunisce per l’Assemblea Annuale Ordinaria. All’ordine del giorno il rinnovo delle cariche del Consiglio Direttivo, a partire dalla Presidenza.

A Paolo Rondelli, il Presidente uscente, chiediamo di tracciare un bilancio di questo triennio che si sta avviando alla conclusione.

“Personalmente posso dire che è stata una esperienza importante e molto positiva. Purtroppo però abbiamo dovuto affrontare anni molto difficili e ci siamo dovuti adattare in fretta a scenari che cambiavano con grande rapidità. Spesso è stato necessario navigare a vista, la crisi ci ha provato tutti quanti duramente, ma mi sento di dire che non ci ha fiaccato”.

Sono stati anni difficili anche perché la percezione della grave difficoltà ha tardato a farsi strada.

“Sì. Con il senno di poi possiamo dire che, quando noi imprenditori nel 2009 decidemmo di non firmare l’accordo tripartito, ci avevamo certamente visto giusto. Ci eravamo resi conto che le cose sarebbero peggiorate e non di poco, che serviva un’azione più decisa contro la crisi. Abbiamo incominciato a chiedere tutta una serie di provvedimenti e iniziative forti alla politica, che sono rimasti disattesi o, nel migliore dei casi, sono stati introdotti con grande ritardo: se ci avessero dato retta subito magari le cose sarebbero andate meglio”.

Ad esempio?

“Ad esempio lo scambio automatico di informazioni, che è stato introdotto con grave ritardo. Oppure la lotta alla criminalità. Già dopo il nostro incontro con la Guardia di Finanza (era l’inizio del 2010, ndr) abbiamo incontrato la Reggenza, e poi le forze politiche per riferire quanto ci era stato detto. Però la situazione non è stata presa in pugno se non un anno dopo, con l’istituzione della Commissione Antimafia e qualche altra iniziativa”.

Presidente Rondelli, ha qualche rammarico?

“Se devo fare autocritica forse avremmo potuto essere un po’ più bravi e incisivi nel farci ascoltare, per presentare le nostre proposte nelle giuste maniere. Chiaro che il nostro ruolo ci impone di fermarci, a un certo punto: il nostro compito è semplicemente di proporre. Poi su più fronti è stata necessaria l’insistenza del Fondo Monetario Internazionale per dare una scossa alle nostre istituzioni, che si sono trovate alla fine a fare quello che noi avevamo proposto nel nostro Progetto per il Paese”.

Si riferisce alle 11 Istanze d’Arengo presentate nel 2011?

“Sì. Il Consiglio Grande e Generale ce le ha bocciate quasi tutte (9 su 11, ndr) poi però meno di un mese fa a Washington hanno dovuto promettere che avrebbero fatto quasi tutto quello che noi avevamo chiesto. Parlo del pareggio di bilancio, dell’introduzione dell’Iva, del riordino del mercato del lavoro”.

E poi c’è la questione del rinnovo contrattuale, che non è arrivato.

“ANIS ha cercato in tutti i modi di far compiere un salto di qualità alle relazioni industriali. Purtroppo la trasformazione richiede tempo, cambiare la mentalità non è facile né nelle singole persone, né negli uomini o le donne che li rappresentano. Per giungere al rinnovo contrattuale, lo diciamo da anni ormai, occorre trovare un accordo su nuove regole che possano assicurare una maggiore competitività al sistema. La trattativa è stata a lungo ferma, ora è ripartita. Per quello che riguarda il mercato del lavoro, il discorso della flessibilità degli orari di lavoro, la riduzione della flessibilità ci sono discorsi che il sindacato fa fatica a digerire, perché stiamo parlando di diritti acquisiti che fino a poco tempo fa rappresentavano un tabù. Ma devo dire che c’è stato un grande lavoro di mediazione, di relazioni, di dialogo e devo dire che passi avanti sono stati fatti. La firma sul contratto non è arrivata, il tavolo prosegue, ci sono nodi anche importanti ancora da sciogliere ma sono fiducioso”.

Parliamo del suo successore. All’Assemblea siete arrivati con un candidato unico, Emanuel Colombini, AD del Gruppo Colombini.

“Per Statuto il Presidente ANIS non può svolgere due mandati consecutivi, è prevista una preconsultazione da parte dei Saggi, un po’ come avviene in Italia. Il fatto che siamo arrivati ad una candidatura unanime è un segnale importante. La convergenza è dimostrazione di maturità da parte dei nostri imprenditori. Al mio successore auguro di portare a casa più di quello che ho avuto io, di raggiungere quegli obiettivi che sono ancora lì, nel cassetto. Il rinnovo contrattuale, sì, ma non solo. Gli auguro di ricevere risposte più celeri dalla politica, la chiusura della pagina delle cattive relazioni con l’Italia…”.

E da domani, anzi dopodomani?

“Da dopodomani io ritorno al mio ruolo da imprenditore. Un compito che necessita di tutte le forze disponibili, perché le imprese oggi devono lottare con il coltello tra i denti per restare a galla. Naturalmente ho già detto che resto a disposizione dell’associazione, come è giusto che sia”.

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