Home FixingFixing Goccia cinese, USA: la crisi e le grandi abbuffate di panini

Goccia cinese, USA: la crisi e le grandi abbuffate di panini

da Redazione

Viene però il dubbio che ci sia ben poco da rischiare se in palio ci mettiamo una vita che – sembra di intuire – non teniamo in così gran conto.

 

Nulla sembra cambiato da quando un feroce film intitolato “La grande abbuffata” venne presentato al festival di Cannes del 1973. Era infatti geniale l’intuizione di Marco Ferreri che restituiva il fotogramma drammatico della società dei costumi e del benessere che per noia si autocondannava alla distruzione. Il racconto di questo non cambiamento ci viene non più dal cinema ma direttamente dalla cronaca americana. Apprendiamo così che a Las Vegas c’è un luogo dove è possibile mangiare un panino di 10mila calorie servito da una signorina che indossa i panni di un’infermiera. Infatti dopo aver mangiato è anche possibile essere riaccompagnati all’auto con una sedia a rotelle. Sono tuttavia da mettere in conto incidenti di percorso, perché è già la terza volta che un cliente viene colpito da infarto dopo aver mangiato. Ciononostante il locale killer continua a straripare di gente che non vede l’ora di mettere alla prova le proprie coronarie con un bel bypass burger – questo il nome del panino. Ciò ci costringe a riflettere perché forse mai avremmo pensato agli epigoni in carne ed ossa dei protagonisti de “La grande abbuffata” – anche se occorre precisare che gli avventori del ristorante killer nulla hanno a che fare con la poesia che, pur tra la volgarità, presidia tutto il film. Eccoci invece a leggere le cronache di gente che fa addirittura la fila per fare la più classica fine di un’anatra fatta ingrassare tramite alimentazione forzata per ottenere il prelibato fois gras. L’unica differenza è data dal fatto che nessuno forza i clienti a cibarsi dei mostruosi panini killer, essi vengono piuttosto invitati a fare il contrario dai cartelli esposti in vista per tutto il ristorante che avvertono di quanto nocivo sia il cibo venduto. Si tratta però di ammonimenti inascoltati perché il bello sta proprio nel rischio e anche mangiare diventa una sfida. Viene però il dubbio che ci sia ben poco da rischiare se in palio ci mettiamo una vita che – sembra di intuire – non teniamo in così gran conto. Sarà la conseguenza del troppo benessere? Gramellini ne è convinto e in uno dei suoi buongiorno scrive che vite troppo banali hanno il potere di prosciugarti dentro, di farti credere che la vita sia soltanto un traguardo, mentre è una strada per andare da qualche altra parte. Se le cose stanno davvero così, la crisi potrebbe esserci di un qualche aiuto.

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