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San Marino, Emanuel Colombini sarà il nuovo presidente ANIS

da Redazione

Emanuel-Colombini-0001Emanuel Colombini sarà il nuovo Presidente dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese. Fixing n. 19, oggi in edicola, svela l’esito delle consultazioni del Comitato dei Saggi con gli associati. Da cui è emersa, forte e indiscussa, la candidatura del giovane AD di Colombini Group.

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di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Giovedì 17 maggio al Palace Hotel Best Western l’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese si riunirà per l’Assemblea Generale Ordinaria. All’ordine del giorno il rinnovo delle cariche, al termine del mandato triennale. Si elegge anche il nuovo Presidente dell’Associazione: si è ormai conclusa l’esperienza di Paolo Rondelli alla guida della più importante associazione di categoria del Paese. Per statuto infatti il Presidente ANIS non può svolgere due mandati consecutivi. Così nell’ultimo mese un comitato di tre Saggi, composto da Simona Michelotti, Franco Capicchioni e Roberto Valducci, ha incontrato gli imprenditori associati per contribuire alla formazione della “squadra” che guiderà l’ANIS nei prossimi tre anni. Proprio martedì sera i tre Saggi hanno riferito al Consiglio Direttivo le conclusioni del proprio lavoro di ricognizione. Non ci sono stati dubbi o incertezze nelle consultazioni: all’Assemblea del 17 maggio verrà proposto un nome solo, un candidato unico espressione di una unanimità di consensi. Si tratta di Emanuel Colombini, giovane Amministratore Delegato del Gruppo Colombini, la più grande impresa di San Marino nonché l’azienda leader nella Penisola nel settore delle camere singole, con una rete di distribuzione che tocca ogni angolo del globo, dall’Asia agli Stati Uniti.

“Abbiamo riscontrato un forte apprezzamento per il nome di Emanuel Colombini – spiega Simona Michelotti, in rappresentanza del Comitato dei Saggi – da parte di tutti gli imprenditori interpellati, e sono tanti. Su Emanuel c’è una grande aspettativa da parte di tutti, perché è giunto il momento di rompere gli schemi, e l’auspicio è che la sua gioventù, unita alle sue indiscusse capacità umane e imprenditoriali, possa fare la differenza. Si sa, viviamo anche di aspettative, e tutti quanti auspichiamo una ventata di aria nuova”.

E che umore avete registrato tra gli associati in merito a questo triennio che sta giungendo al termine?

“È emerso un notevole apprezzamento per l’attività che è stata portata avanti dall’ANIS e in particolare dal suo Presidente, Paolo Rondelli. Il suo è stato un mandato molto grintoso, non le ha certo mandate a dire alla politica. Tutti noi imprenditori ci siamo sentiti molto ben rappresentati in questo momento così difficile”.

Oltre alla nomina del nuovo Presidente, il 17 maggio si suggellerà anche il nuovo Direttivo: in totale sono 18 i nomi che andranno a costituire il Consiglio dell’ANIS, tra conferme e novità. Oltre al Presidente, l’Assemblea eleggerà direttamente quattro Consiglieri, mentre gli altri saranno scelti in rappresentanza dei singoli settori.

 

Politica

Aspettando novità in fatto di firma con l’Italia (c’è chi la ritiene imminente, chi non vuole più illudersi e resta alla finestra), l’Assemblea ANIS sarà l’occasione per fare il punto della situazione. Il triennio è iniziato nel 2009, dunque proprio nel momento in cui è arrivata la dura consapevolezza di essere alle prese con la crisi economica più pesante di sempre. L’Associazione degli Industriali allora ha deciso di attivare un’azione straordinaria a tutto campo, nella consapevolezza che senza cambiamento, per San Marino, non ci può essere futuro. Ha elaborato un articolato progetto per il rilancio dell’economia, culminato con la presentazione di ben 11 Istanze d’Arengo. Ha iniziato un vero e proprio pressing sulla politica, perché la prospettiva è tutt’altro che incoraggiante e le imprese – già impegnate singolarmente in una titanica lotta per restare sul mercato – hanno la necessità di ottenere risposte. Per ANIS il primo punto, e questa non è certo una novità, è il recupero della credibilità del sistema Paese. Dopo anni di promesse non rispettate, di aspettative puntualmente infrante, di esasperanti lentezze, chi fa impresa si sente oggettivamente ancora nel mezzo di un buco nero. Dalla politica insomma si continua ad aspettare una scossa, scossa che finora non è arrivata. E l’auspicata firma con l’Italia non sarà considerata il punto di approdo ma un indispensabile prerequisito per poter ripartire.

 

Contratti

E poi c’è il capitolo dei contratti scaduti. Così come la politica, anche il sindacato ha dimostrato una forte resistenza alla comprensione della necessità del cambiamento. Ancora una volta, insomma, la posizione degli Industriali è cosa nota. La trattativa per il rinnovo contrattuale è proseguita a scatti in questi mesi. Dopo essere ripartita prosegue in via informale, senza proclami. A quanto risulta a Fixing, le idee cominciano ad essere chiare sugli aspetti principali attorno ai quali si sta discutendo. La durata fuori dai consueti schemi (andrebbe dal 2009 al 2020, con una verifica nel 2017); la ricerca di un equilibrio in fatto di aumenti retributivi; ma anche la risposta alle esigenze delle imprese in termini di gestione degli orari di lavoro, con automatismi che potranno permettere di ricorrere a un orario flessibile e all’istituzione di turni, ma anche con l’impegno di chiedere alla politica un provvedimento legislativo per una riduzione delle festività. Siamo vicini alla firma? Ancora una volta fare fughe in avanti sarebbe un mero esercizio di stile.

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