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San Marino, CGG sulle violazioni amministrative sanzionate da Bcsm e Aif

da Redazione

Il progetto di legge è stato presentato in prima lettura durante i lavori consiliari. Ratificato l’accordo con l’Italia sulla cooperazione delle forze di polizia.

 

I lavori consiliari sono proseguiti con la presentazione, da parte del segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali, del progetto di legge in prima lettura per l’istituzione di una giurisdizione speciale sulle violazioni amministrative sanzionate da Bcsm e Aif. Licenziato velocemente il comma sulle permute ed assegnazioni, il segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni, ha introdotto la ratifica dell’Accordo tra il congresso di Stato e il governo italiano sulla cooperazione delle forze di polizia.

 

Comma 17: Progetto di legge “Istituzione della giurisdizione speciale sulle violazioni amministrative comminate dalla Banca Centrale della Repubblica di San Marino e dall’Agenzia di Informazione Finanziaria”.

 

Augusto Casali, segretario di Stato per la Giustizia:  “L’intensa attività sanzionatoria della Banca centrale di San Marino e dell’Agenzia di informazione finanziaria determina intasamenti. A oggi sono rari i casi in cui i ricorsi si sono conclusi con sentenze definitive. Il giudizio in unico grado è stato istituito dal legislatore nel 1989 per definire controversie di piccola rilevanza. Le sanzioni dell’Aif e di Bcsm sono rilevantissime – basti pensare che alle volte l’importo è superiore a centomila euro- e hanno determinato una paralisi del sistema. I fenomenti sanzionati in sede amministrativa sono di carattere penale. I ristretti margini temporali – 60 giorni- non consentono
l’adeguata verifica delle possibili e frequentissime connessioni”.
Alberto Selva, Ap: “La sostanza del provvedimento è più articolata e più garantista rispetto a tutte le sanzioni. Che vi sia un intervento legislativo in merito ci trova pienamente d’accordo. Le finalità sono assolutamente condivisibili e mi compiaccio di questo progetto di legge”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Per evitare ci siano sanzioni irrogate anche in modo generico, bisognerebbe prevedere, nel caso in cui risultino infondate, di intervenire sul soggetto che le ha erogate, che quando sbaglia deve pagare, come succede per tutti i comuni mortali”.

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “Dovremmo tentare di raccordare questa nuova legge che è indispensabile, perché introducendo il secondo giudizio, di fatto toglie uno degli elementi di ricorso, cui hanno diritto i ricorrenti mettendo in evidenza l’incostituzionalità della sanzione. Un’altra regola andrebbe modificata: lo statuto di Bcsm prevede la pubblicazione sul suo sito dei sanzionati, entrando in contrasto con la filosofia di questo progetto di legge. Forse è il caso di rivedere quella norma dello statuto di Bcsm”.

Augusto Casali, segretario di Stato per la Giustizia, replica: “C’è tutto il tempo di cercare di mettere a posto i punti che avete sollevato e che mi sembrano pertinenti. La necessità del provvedimento mi sembra condivisa, cerchiamo di fare un buon lavoro”.

Comma 19: ratifica, avvenuta all’unanimità, dell’accordo con l’Italia sulla cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità, firmato a Roma il 29 febbraio scorso.

Di seguito un riassunto del dibattito.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Il governo ha già espresso ampia soddisfazione per il testo e per il clima che ha caratterizzato la firma. Per San Marino è importante dare segnali precisi sulla volontà di cooperare e ora c’è un accordo quadro. La criminalità organizzata è sempre più internazionalizzata e nell’abbattimento delle frontiere ha trovato lo humus ideale. Serve dunque uno sforzo congiunto.

La Repubblica ha preso atto che è interessata da fenomeni malavitosi, che vanno debellati prima che diventino un cancro per il Paese. La criminalità organizzata può controllare il territorio, ma anche limitarsi a investire senza creare chiasso. Per cui San Marino è un terreno fertile e oggi ne siamo consapevoli. Certo, il campanello d’allame poteva suonare prima, non si doveva attendere l’inizio di questa legislatura. L’accordo dimostra la volontà di confermare la collaborazione in un quadro istituzionale che precisa modalità e limiti. Il clima di apertura da parte delle autorità italiane e del ministro dell’Interno è una chiara dimostrazione della volontà di comprendere che il nostro percorso è virtuoso.

Sulle nostre forze di polizia ci sono state molte polemiche, ma è inaccetabile un’attività di delegittimazione quotidiana delle nostre istituzioni. Dovremmo dare atto anche delle collaborazioni fruttuose. Gli attacchi alla polizia giudiziaria, in quanto inadeguata, sono ingiusti. Le professionalità ci sono e vanno valorizzate, anche attraverso la formazione. I nuovi 10 gendarmi hanno delle professionalità valide e faranno un ottimo lavoro. Per quanto riguarda invece il nuovo comandante della Gendarmeria, non è ancora stato scelto e i nomi apparsi sui giornali sono privi di fondamento. Non cercheremo comunque qualcuno nel circondario amico di uno o dell’altro, ma persone di massima garanzia, per evitare le situazioni createsi in passato. In tempi brevi sceglieremo anche 1 o 2 persone con ampia esperienza per motivare e formare il nostro personale di polizia giudiziaria. Ci sono inoltre contatti in corso con le autorità di polizia e la Guardia di finanza per fare seguire ai nostri agenti dei corsi in Italia”.

Simone Celli, Psrs: “Questo accordo rappresenta un’occasione molto importante per far sì che il contrasto e la repressione alla criminalità possa essere svolto nel migliore dei modi, avvalendosi della collaborazione della autorità competenti fuori confine. Questo accordo rappresenta un’occasione quindi per far fare un salto di qualità alle nostre forze di polizia e ridare credibilità al Paese. La criminalità transfrontaliera richiede un impegno sovranazionale, da soli non possiamo pensare di contrastarlo. Deve quindi divenire esecutivo in tempi rapidi, a partire dalla formazione delle nostre risorse. Deve essere posto il nostro plauso al governo perchè ha raggiunto un risultato positivo che va nell’interesse del Paese. Rispetto alla riorganizzazione delle forze di polizia concordo che dovrà andare di pari passo a questo accordo, per individuare una sinergia con le autorità oltre confine. Non è un tema di parte, riguarda l’intero Paese e credo sia auspicabile addivenire a una larga condivisione e che dovrebbe riguardare tutte le forze consiliari”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Esprimo la soddisfazione per la firma. Questo accordo è uno strumento assolutamente indispensabile per affrontare fenomeni di criminalità transnazionale e anche di terrorismo transnazionale. In particolare, mi piace sottolineare l’aspetto della formazione, prevista dall’accordo, per i nostri corpi di polizia. Ben venga questo punto, così come l’aspetto dell’accesso a banche dati della polizia italiana. Questa firma è uno degli elementi del percorso virtuoso intrapreso da San Marino da qualche anno. Mi sento di condividere l’importanza e la necessità che soprattutto dall’interno, e anche dall’esterno, non si arrivi mai, come si è fatto, a delegittimare continuamente le istituzioni. Perchè si crea così una sfiducia in quelli che sono gli organi istituzionali massimi del Paese, corpi di polizia e magistratura”.

Pier Marino Menicucci, Upr: “Sottolineo la soddisfazione della mia forza politica per la firma. Anche se siamo un partito di opposizione, tutto quello che va nell’interesse del Paese lo sosteniamo. Riteniamo che le forze di polizia siano un presidio per la democrazia di ogni Paese. San Marino, per i fenomeni di cui stiamo parlando, deve necessariamente interfacciarsi e il buon rapporto tra le forze di polizia è imprescindibile per la tutela del nostro territorio”.

Federico Bartoletti, Pdcs: “E’ un accordo preziosissimo che ci permetterà di essere ancora più efficaci nel contrasto a questi fenomeni e nella loro prevenzione. Vorrei ribadire, come nel mio precedente intervento, che non vorrei venisse letta la nostra situazione come simile a quelle più degradate presenti in Italia. Sarebbe un quadro non corretto della situazione. Mi auguro che alcune vicende oggi all’attenzione di tutti si possano concludere dimostrando l’assoluta trasparenza delle persone coinvolte”.

Alessandro Mancini, Psrs: “Si tratta di un accordo importante che si inserisce nel percorso sul contrasto alla criminalità organizzata. E avrà grande importanza anche per la prevenzione. Ben vengano le possibilità di formazione e la grande disponibilità da parte italiana. Auspico che l’intesa approfondisca il ragionamento sul riordino delle forze di polizia. Sottolineo infine che sulle istituzioni non si può scherzare”.

Valeria Ciavatta, segretario di Stato per gli Affari interni: “Si tratta di un passaggio importante per la Repubblica. L’accordo è stato firmato dal ministro Cancellieri a nome del governo italiano e di tutti i ministeri. Speriamo dunque sia il viatico per la firma di ulteriori intese. Ringrazio i partiti e i consiglieri che hanno riconosciuto la bontà del risultato.

Sul piano pratico l’accordo consente di rafforzare le nostre risorse per la lotta alla criminalità e di dimostrare che San Marino coopera. Abbiamo bisogno di aiuto su vari fronti, ma la disponibilità del Viminale e del capo della polizia Manganelli non significa che ci fagocitano, c’è al contrario massima disponibilità nel pieno rispetto delle istituzioni. Così, per esempio, la normativa anticorruzione è a nostra disposizione con l’ausilio di consulenti del ministero dell’Interno.

Questo accordo istituzionalizza canali di collaborazione già percorsi dalle nostre forze dell’ordine a cui va la totale solidarietà: dobbiamo essere molto attenti a non rovinare ciò che di buono abbiamo. Dopo la firma si sono scatenate una serie di cose che non aiutano a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Sulla riorganizzazione delle forze di polizia è utile un confronto con tutti i partiti”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Sul tema in maggioranza ci sono state posizioni pubbliche che hanno dato un’immagine non in linea con il governo. A volte si è anche straparlato. Sulla riorganizzazione delle forze di polizia ben venga l’invito del segretario di Stato Ciavatta affinché siano coinvolti tutti i gruppi consiliari, ma la maggioranza fa fatica a definire delle proposte. Dunque auspico che quanto detto da Ciavatta sia la premessa per un ragionamento sul riordino nel rispetto di chi indossa la divisa. Ricordo inoltre che, al di là di questa intesa, manca ancora la firma sull’accordo contro le doppie imposizioni. Comunque abbiamo dimostrato che se c’è in gioco l’interesse nazionale l’opposizione è sempre responsabile”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Le forze di polizia sono un asset fondamentale. La Gendarmeria aveva nel passato un terminale con cui poteva accedere alle banche dati italiane. Poi è stato tolto non so bene per quale motivo, forse per dei problemi di comportamento. Ricordo che eravamo ai tempi del colonnello Biagioli. La maggioranza ha dato prova che nel contrasto alla criminalità organizzata dà il meglio e che il riconoscimento di questo impegno arriva anche dall’Italia. Il problema è il rispetto delle istituzioni e dei nostri agenti. Pochi consiglieri li difendono, ma tutti dovrebbero essere fedeli alle istituzioni.

La collaborazione è fondamentale per cui questo accordo è molto importante: la sovranità si rafforza collaborando da pari a pari con gli altri Stati”.

Federico Pedini Amati, Psrs: “Abbiamo appena licenziato una legge nella direzione di contrastare la criminalità organizzata e questo accordo va nella stessa direzione. Ben venga il continuare a percorrere la strada tracciata. Ho sentito dire dal segretario di Stato Ciavatta che ci sono numerosi uffici e organismi che combattono la criminalità organizzata, ma c’è una lacuna nell’ambito del coordinamento. Chi propone interpellanze in materia, come me, non è contro le forze dell’ordine. Io do ampia fiducia agli uomini di polizia, ma il ruolo di consigliere mi impone di fare domande. Se il segretario di Stato si chiede perché si sono scatenate tante cose dopo la firma, vorrei rispondere che nessuno ha scatenato niente. Ricordo che l’ex comandante della Gendarmeria e stato sollevato da questo governo, il coordinatore è stato nominato da questo governo, che ha deciso poi di sollevarlo. Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. Quando si parla di riorganizzazione delle forze di polizia, siano esse in capo ad altisonanti nomi o meno, quelle nomine devono far sì che si arrivi a un coordinamento reale e non di fatto”.

Roberto Giorgetti, Ap: “Tutto sommato apprezzo il confronto intorno a questo accordo che
stiamo per ratificare. A parte qualche eccezione, l’approccio mi sembra positivo. E’ un riconoscimento altissimo di fiducia al nostro Paese, significa che vi è anche fiducia nelle possibilità di San Marino di proseguire il percorso virtuoso che stiamo mettendo in campo da qualche tempo. I contenuti sono fondamentali. Pensiamo allo scambio di informazioni: se non ci fosse sarebbe illusorio credere di poter contrastare la criminalità organizzata. Vogliamo rendere operativa la lotta a quei fenomeni che negli anni si sono infiltrati nel nostro Paese. I segnali erano evidenti da tempo, forse erano pochi coloro che li vedevano. Primo fra tutti, lo sviluppo urbanistico degli ultimi
dieci anni: è sotto gli occhi di tutti, ma ignorato da molti. Credo che il nostro Paese ancora un volta ha fatto un passo importante”.

Claudio Felici, Psd: “Non è una ratifica rituale, affrontiamo un momento di svolta nei rapporti bilaterali con l’Italia: l’accordo ha sbloccato la situazione. Dunque si tratta di un passaggio di sistema, di un cambio di passo, di cu apprezziamo il valore politico e i contenuti. L’articolo 2, in particolare, identifica le materie di collaborazione, tra cui la frode, il riciclaggio e i reati finanziari. Importanti sono anche l’assistenza e la collaborazione tra i due Paesi sulle attività complementari quelle di polizia, così come la possibilità di avere esperti per le operazioni congiunte. Insomma per San Marino si apre una nuova fase e ora servono i protocolli necessari perché è l’inizio della possibilità di normalizzare i rapporti con l’Italia. Alla domanda “Rischiamo di diventare un protettorato dell’Italia? Rispondo che  scongiuriamo questo pericolo se attuiamo questa intesa senza paure”.

Teodoro Lonfernini, Pdcs: “Se esprimessi soltanto parole di soddisfazione su questo accordo direi una cosa scontata. La mia soddisfazione è molto ampia in relazione all’accordo firmato perché rappresenta ciò che rientra in un lavoro difficile, ma costante, da parte del governo e della maggioranza nel far recuperare qual grado di fiducia che esiste tre l’Italia e San Marino.
Siamo capaci di dimostrare grande credibilità. Ho condiviso quanto detto dal collega Giovanni Lonfernini. Convengo con lui quando dice che avrebbe gradito maggiormente di abbassare davvero i toni su istituzioni, come le forze di polizia e altre fondamentali per il Paese. Dobbiamo fare un esame di coscienza per capire come vogliamo che siano i rapporti non solo con l’Italia, ma con qualsiasi altro Paese del mondo.”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri, replica: “La condivisione è un bel segnale per l’esterno. L’accordo deve ancora entrare in vigore e per la ratifica da parte italiana saranno necesari alcuni mesi. Per questo gli uffici competenti per la collaborazione non sono ancora stati individuati ma non ci saranno problemi a comunicarli al Consiglio grande e generale.

Per quanto riguarda l’accesso alle informaizoni non so se ci siano state delle incomprensioni ma in Italia la normativa è stata resa più stringente, anche sulla privacy. Per cui l’accesso alle banche dati è stato ammesso solo per le autorità italiane o tramite accordi come il nostro.

Sul coinvolgimento dell’opposizione nel riordino delle forze di polizia non c’è nessuna preclusione nel momento in cui avremo le idee chiare sul progetto da portare avanti”.

 

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