Home FixingEditoriali Politici sammarinesi folgorati sulla via di Washington. Dobbiamo crederci?

Politici sammarinesi folgorati sulla via di Washington. Dobbiamo crederci?

da Redazione

Un decalogo non bastava, e infatti i punti sono undici. Undici punti focali su cui la politica sammarinese aveva quanto meno nicchiato. Poi è arrivato l’FMI a dire che così non va. E oggi per la politica sammarinese, folgorata sulla via di Washington, l’impossibile è diventato possibile. Dobbiamo davvero credere a questa svolta mistica?

washington-monument

 

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Un decalogo non bastava, e infatti i punti sono undici. Undici punti focali su cui la politica sammarinese aveva quanto meno nicchiato, quando non risposto sdegnosamente che non era proprio possibile imboccare questa strada. Salvo poi fare dietrofront questa settimana in Commissione Finanze, per dire signorsì alle richieste provenienti da Washington. Ma del resto, di fronte all’ipotesi di una figuraccia all’FMI, sarebbe stato possibile fare diversamente?

Per essere più chiari, la Commissione Finanze, dopo un lungo e tormentato percorso che aveva visto l’opposizione spaccata (da una parte il Psd più allineato con la maggioranza, dall’altra Ups, Su e Psrs in contrapposizione), ha trovato l’accordo e sottoscritto finalmente un ordine del giorno condiviso che i Segretari di Stato Pasquale Valentini e Marco Arzilli potranno portare nel week end a Washington, all’assise del Fondo Monetario Internazionale, per dimostrare la volontà di San Marino di affrontare un vero e proprio cambiamento. Questo decalogo “abbondante” (lo trovate integrale CLICCANDO QUI) contiene diversi passaggi cruciali. Parliamo ad esempio della messa in sicurezza del sistema bancario, con la promessa dello sviluppo di un piano di rilancio dell’intero comparto, il completamento della riforma di Banca Centrale e l’apertura alla richiesta di aiuto all’FMI. Non trascurabile inoltre la volontà di giungere alla trasparenza degli assetti proprietari e la definizione delle modalità di supporto e di partecipazione dello Stato nell’operazione di ricapitalizzazione e riorganizzazione della principale banca del Paese, la Cassa di Risparmio.

Poi ancora, diversi punti sono relativi alla spesa pubblica, e ai costi eccessivi della macchina della PA.

Più sotto parliamo nel dettaglio del dietrofront della politica che poco tempo fa aveva detto impossibile affrontare la questione del pareggio di bilancio, e lo facciamo a titolo emblematico, perché su diversi di questi punti il Consiglio si era espresso in maniera contraria nei mesi scorsi, salvo poi oggi correggere (abbondantemente) la rotta. Qui specifichiamo che l’Odg prevede “un’efficace azione di riduzione della spesa pubblica mediante il rispetto dei vincoli di bilancio per gli enti e le aziende dello Stato” (ed è un inizio), la definizione di un tetto massimo della spesa corrente e, finalmente, l’impostazione di un vincolo di pareggio di bilancio, oltre ad una riforma della legge sulla contabilità generale dello Stato (anche questa chiesta a gran voce dagli industriali). Finalmente poi si incomincia anche a parlare di spending review, bel termine tecnico che entra finalmente nel lessico sammarinese.

Altro capitolo, l’introduzione del Sistema IVA. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un’Istanza d’Arengo targata ANIS che era stata bocciata, pur con la decisione contestuale del Consiglio di dare il via ad uno studio di fattibilità. Doveva arrivare entro giugno di quest’anno, ora non si aspetta più neanche questo termine temporale e si sceglie di imboccare, se pure con il classico ritardo, una via che poteva e forse doveva già essere stata percorsa per buona parte. E ancora è prevista la ridefinizione della materia degli appalti pubblici (altra Istanza d’Arengo dell’ANIS in proposito bocciata poco tempo fa…) e la riforma del catasto (qui è Fixing che l’ha chiesta, lo scorso anno, a corollario di un nostro servizio sulle migliaia di immobili sfitti). Infine ci si è accorti – ma anche questo noi lo diciamo da tempo immemorabile – che non è più rinviabile l’implementazione delle attività di rilevamento, elaborazione statistica sui dati di contabilità nazionale e dati macroeconomici, tanto che è stato annunciato nell’Odg che verrà istituito un apposito Ufficio studi.

 

CHE DICEVA LA POLITICA (SOLO 2 MESI FA…)

Andare a riprendere le parole dette dai politici a distanza di tempo per dimostrare la perfetta curvatura dell’inversione di marcia nell’evoluzione del loro pensiero è esercizio perfino noioso. Questa volta però le parole sono ufficiali, sono state dette nell’aula del Consiglio Grande e Generale, e noi non le riprendiamo a distanza di anni ma di pochissimo tempo, perché sono il resoconto della seduta di fine gennaio, dunque un balzo indietro nel tempo di meno di tre mesi.

L’Istanza d’Arengo, promossa dall’ANIS, che chiedeva l’introduzione, tramite legge qualificata, dell’obbligo del pareggio di bilancio, nonché un tetto massimo per la spesa corrente pari al 70% da raggiungere in 8 anni (attualmente supera il 90%), era stata respinta nettamente, con 35 voti contrari e solo 20 a favore, con la maggioranza che votò compatta per il no. Ma è il dibattito in aula che allora aveva colpito, perché se unanime era stata la condivisione dell’istanza, si era parlato di “termini utopistici e irrealistici”. Se è utopistico pensare ad un taglio dell’incidenza della spesa corrente di venti punti percentuali nell’arco di otto anni (stiamo parlando per essere chiari del minimo utile per riportare i conti pubblici nell’alveo di una buona gestione), allora delle due l’una: o l’impegno che verrà portato davanti alla corte, passateci il termine, dell’FMI sarà soltanto una promessa che già oggi si ritiene di non voler o poter mantenere, oppure la politica sammarinese è stata folgorata, non sulla via di Damasco ma su quella per Washington. Sarebbe tanto meglio così, ma non siamo rassicurati. Quello che ci preoccupa infatti è che nell’ordine del giorno si parla della definizione di un assolutamente generico “tetto massimo della spesa corrente”. Se il 70% in un lungo lasso di tempo è utopia, qual è l’obiettivo a cui si punta?

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento