Home FixingFixing San Marino: allarme acqua per la prossima estate

San Marino: allarme acqua per la prossima estate

da Redazione

Durante la stagione invernale il Titano è riuscito a mantenersi autonomo. Sprecata tutta la neve: necessario bacino da un milione di metri cubi.

 

di Saverio Mercadante

 

C’è un po’ di preoccupazione perché le prospettive non sono incoraggianti. Ridracoli probabilmente non riuscirà a raggiungere un livello di riempimento tale da riuscire ad elargire tutto quello di cui avremmo bisogno. E’ una previsione che vale sia per la Repubblica che per la Riviera, naturalmente, con la differenza che la riviera può attingere ai pozzi della falda. È il quadro sulla situazione idrica della Repubblica. che emerge a seguito della diffusione dei dati per l’invaso di Ridracoli. L’acquedotto della Repubblica di San Marino è alimentato sia dall’acqua prodotta dalla centrale di potabilizzazione di Galavotto, sia dalle consegne di acqua potabile di Romagna Acque (Ridracoli) a Gualdicciolo ed Hera a Torraccia e Galazzano. Intanto offriamo un dato di riferimento rappresentativo del periodo invernale: il giorno 31 marzo 2012 sono stati sollevati dalla centrale di Galavotto 8.760 metri cubi di acqua, prodotta in proprio. Nel periodo invernale l’AASS normalmente riesce a far fronte alle esigenze, ai consumi degli utenti sammarinesi. Nel periodo estivo la situazione cambia radicalmente, se non si attingesse alle forniture di Ridracoli ed Hera non si sarebbe in grado di soddisfare i consumi della Repubblica. Gli impegni contrattuali impongono al Titano di usufruire di una piccola quota di acqua potabile proveniente oltre confine anche nel periodo invernale: è utile a tenere in attività gli impianti. Tuttavia dall’autunno 2011, da quando oltre confine è andata in vigore l’ordinanza di restrizione dei consumi, Romagna Acque, per motivi di risparmio, ed Hera, per non rischiare di prosciugare le falde, hanno ridotto la fornitura dell’acqua.  Naturalmente tutto è avvenuto all’interno di una cornice di collaborazione nei momenti di difficoltà. E’ stato motivo di grande soddisfazione il fatto che per alcuni mesi San Marino ha dimostrato di poter essere autonomo. E’ uno dei pochi settori energetici dello Stato in cui è possibile. La centrale di potabilizzazione è alimentata in parte con le acque del fiume Marecchia e con le sorgenti locali che sono insufficienti a coprire il fabbisogno; il fiume naturalmente risente degli andamenti stagionali e di limitazioni sul prelievo. La grande nevicata delle scorse settimane non ha però contribuito ad accrescere la quantità di acqua disponibile per l’estate. Non esiste a tutt’oggi in Repubblica un bacino per immagazzinare, stoccare, la neve che si scioglie, o le acque piovane. E’ allo studio la creazione di un invaso, dimensionato sulle caratteristiche del territorio e dell’acqua che si potrebbe raccogliere. Un lago di questo tipo dovrebbe contenere almeno un milione di metri cubi che potrebbero dare una grossa mano nel periodo estivo. Un sito ideale a monte della centrale di Galavotto potrebbe essere individuato nella zona di Gorgascura. Questo è un settore che ha bisogno di investimenti e nel sottosuolo sammarinese c’è ben poco. Dunque, si può solo pensare ad immagazzinare l’acqua che cade dal cielo, come è stato sopra accennato, e ridurre i consumi. Infine è anche allo studio l’inserimento presso la centrale di potabilizzazione di uno stadio ad ultrafiltrazione per migliorare le caratteristiche dell’acqua potabile distribuita.

 

Marecchia, Conca e Ridracoli assetati

 

Tanta neve ma poca acqua. Nonostante le abbondanti nevicate la situazione rimane critica in previsione dell’arsura estiva. A Ridracoli il livello e inferiore di 17 metri a quello massimo con 18 milioni di metri cubi d’acqua. Era dal 2002 che non si rilevavano dati di questo tipo che poi ebbero gravi conseguenze nell’estate del 2003. E se i meteorologi avranno ragione l’assenza di piogge nelle prossime settimane non dovrebbe migliorare la situazione. Soffrono anche le falde dei fiume Marecchia e Conca alle quali attingono in caso di siccità di Ridracoli la zona nord e quella sud della provincia di Rimini. Le rilevazioni effettuate sul Marecchia a febbraio indicano una crescita del livello d’acqua nei pozzi da 2 a 5 metri legato alle nevicate, il dato è però inferiore di 6/8 metri rispetto al febbraio 2011.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento