Home NotizieSan Marino ANIS: I politici si trasformino in tecnici. Niente balletti da qui a fine legislatura

ANIS: I politici si trasformino in tecnici. Niente balletti da qui a fine legislatura

da Redazione

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La politica è attesa al varco ora più che mai. È questo il succo della conferenza stampa dell’ANIS, a un mese dalla fine del mandato del Presidente Rondelli e a un anno dalla fine della Legislatura. E questo anno non può essere perso nei balletti tra i partiti alla ricerca delle prossime alleanze. I politici dovrebbero trasformarsi in tecnici, come in Italia.

SAN MARINO – La politica è attesa al varco ora più che mai. L’urgenza delle riforme è inderogabile. Siamo sul ciglio del burrone. E questo anno che ci porterà verso le prossime elezioni non può essere assolutamente perso nei balletti tra i partiti alla ricerca delle prossime alleanze. I politici dovrebbero trasformarsi in tecnici, come in Italia, per prendere decisioni non più rimandabili.

 

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Da sinistra: Delio Maiani (Vicepresidente), Giulio Caramaschi (Consigliere), Carlo Giorgi (Segretario Generale), Paolo Rondelli (Presidente), Emanuel Colombini (Consigliere), Sofia Tonelli (Consigliere), Neni Rossini (Consigliere), Franco Capicchioni (Vicepresidente), Roberto Renzi (Consigliere).

 

 

La conferenza stampa dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese, questa mattina nella propria sede, in prossimità della fine del mandato della presidenza di Paolo Rondelli e a un anno dalle elezioni politiche, ha visto ANIS lanciare ancora una volta un grido di allarme sul futuro del Paese.

Un incontro a più voci, introdotto dal Segretario Generale Carlo Giorgi in relazione alle tappe del “pressing” degli Industriali in questi tre anni per cercare soluzioni condivise per il rilancio del Paese. Tante le proposte e le iniziative: le dodici istanze d’Arengo, la necessità di far riferimento da subito a tutte quelle direttive degli organismi internazionali che hanno incominciato ad essere rivolte al Titano già dal 2009, i temi della vigilanza e della trasparenza, l’allineamento con l’UE, l’agenzia del lavoro strutturata come un’agenzia privata, la riforma del mercato del lavoro, l’efficienza degli appalti pubblici, il pareggio di bilancio, l’introduzione dell’Iva, la riduzione degli sprechi della PA,  la riduzione delle festività (diciassette a San Marino, dodici in Italia), il parco scientifico e tecnologico. Sono solo alcuni dei temi che in questi anni l’Anis ha cercato di portare avanti nel dibattito nel Paese.

“Ci vuole un coordinamento per non fare rimanere solo sulla carta tante buone idee. Bisogna privatizzare perché in un regime di concorrenza si può far crescere il Paese”, ha sottolineato ancora il Segretario Generale Carlo Giorgi.

 

“Da oggi alle elezioni – ha affermato Emanuel Colombini, membro del Direttivo nonché AD del Gruppo Colombini – è necessario uscire dalle logiche consuete della politica. Innanzitutto va compiuta una lotta senza quartiere all’illegalità. Poi l’accordo con l’Italia contro le doppie imposizioni e soprattutto al più presto l’uscita dalla black list per le imprese sammarinesi e per favorire la crescita del sistema, unica via se si vogliono incentivare gli investimenti esteri. Poi bisogna puntare ad incentivare le relazioni con i Paesi forti dell’Europa, come Francia e Germania, anche attraverso la Camera di Commercio. Tra le priorità quella di rivedere l’Accordo sull’Unione doganale del 1992, e lavorare per avere una nostra dogana, in territorio. La relazione del FMI è illuminante sullo stato dell’arte del Paese. Gli sforzi fatti sono purtroppo ancora insufficienti. L’allarme sul disavanzo e sul debito, che secondo l’FMI rischia di arrivare nel 2017 al 30% del PIL, non lascia spazio per ulteriori rinvii. Bisogna varare al più presto la riforma tributaria e introdurre l’IVA. E’ imperativo ridurre gli sprechi della PA: l’informatizzazione integrata è più che mai necessaria. Come la trasparenza degli atti pubblici e riforma degli appalti. Serve inoltre un’agenzia dello sviluppo, ma anche questa non sembra essere in cima alle priorità del governo”.

 

Il funzionario dell’ANIS William Vagnini ha poi brevemente acceso un focus sulla modernizzazione dello Stato, sottolineandone i molti problemi irrisolti, gli errori da un punto di vista legislativo, come ad esempio l’inefficiente legge sulle licenze. “Le Segreterie di Stato – ha aggiunto Vagnini – dovrebbero attrezzarsi con staff più efficienti, che dovrebbero garantire la continuità necessaria”. Altri problemi irrisolti: il registro delle imprese alla Camera di Commercio, il FondIss, troppo a gestione politica, la distorsione  ancora non corretta della cosiddetta tassa etnica per i frontalieri.

 

E’ poi intervenuto il Presidente uscente, Paolo Rondelli: “In questi tre anni abbiamo sempre tentato di mettere in campo proposte costruttive, di trovare soluzioni condivise per affrontare la crisi. Tre anni fa al tavolo tripartito avevamo denunciato tutta una serie di problemi di cui stiamo pagando le negative conseguenze. La politica ha temporeggiato, si pensava che le cose si aggiustassero da sole, invece i problemi si sono ingigantiti. Le imprese richiedono risposte veloci, efficienti, tecniche. Bisogna lanciare segnali positivi alle aziende per convincerle a rimanere a fare impresa a San Marino. Invece tutte le questioni sul piatto sono state rimandate più in là; è necessario un cambiamento di tutta la società sammarinese. Gli imprenditori invece hanno dovuto adeguarsi alle spinte inesorabili dei mercati, alla concorrenza, pena l’essere tagliati fuori. E non si può nascondere che molte imprese manifatturiere hanno lavoratori in mobilità: la crisi c’è e pesa. Molti pensano a delocalizzare perché non è più conveniente lavorare in una San Marino con troppi paletti sulle assunzioni. E’ assurdo impedire la crescita delle imprese. C’è bisogno di riforme pragmatiche e istituzionali, di autonomia e controlli”.

Quindi Rondelli ha lanciato una proposta, condivisa dal Direttivo dell’Associazione: Occorre modernizzare il Congresso di Stato. Come? “Vi è bisogno di una maggiore responsabilizzazione dei dieci membri del Governo e di una figura che lo rappresenti. Se vogliamo chiamarlo così, c’è bisogno di un Premier che guidi e coordini l’attività del governo in una precisa direzione”.

 

La politica però non può intervenire su tutto. “In uno stato democratico – prosegue Rondelli – non deve essere possibile elemosinare dal politico di turno quello che dovrebbe essere possibile per legge. Sarebbe fondamentale da qui alle elezioni una sorta di governo tecnico che risolva almeno quelle due tre questioni fondamentali per il Paese. Basta rinvii, altrimenti tra prima e dopo le elezioni passeranno altri due anni di devastanti attese. Ci vuole uno stato più efficiente e poco indebitato. Basta tasse per tappare i buchi e sostenere la PA”.

 

“E’ un paese strano il nostro  – ha affermato dal canto suo l’ingegner Franco Capicchioni, vicepresidente ANIS – perché avremmo  tutto per essere uno degli stati più efficienti del mondo essendo solo in trentamila abitanti. E invece noi, cittadini e imprese, siamo soffocati dalle carte. Siamo per certi versi un paese medievale. La politica dovrebbe essere mediazione tra interessi alla ricerca di progetti condivisi. L’impresa ormai è rimasta l’unica vera risorsa per il gettito fiscale dello Stato. Dunque, il Paese rischia di morire se non si cresce. Rimandare le decisioni è la peggiore delle scelte possibili ”.

 

 

 

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