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San Marino, lavoro: serve uno tsunami mentale

da Redazione

Le imprese sammarinesi hanno bisogno anche di lavoro interinale. Che in tutti i paesi avanzati non è un’alternativa al posto fisso.

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di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Lo abbiamo scritto mille volte ormai: è una questione di approccio, di mentalità, di cultura. Altro che diritti acquisiti, qui servirebbe uno tsunami mentale, e morale, per entrare nel terzo millennio. La storia che raccontiamo in apertura di giornale, ovvero come per legge San Marino ha deciso di affossare il lavoro interinale, è emblematica in tal senso. Si è deciso che il lavoro interinale è “cattivo” perché ritenuto, più o meno demagogicamente, l’emblema della precarietà? E allora creiamo una legge per dire che c’è, ma poniamo trappole e trabocchetti in modo da disincentivarne l’utilizzo. Poniamo paletti, allunghiamo i tempi a dismisura, imponiamo adempimenti burocratici. Le imprese sammarinesi però hanno bisogno anche di lavoro interinale. Che in tutti i paesi avanzati non è un’alternativa al posto fisso, alle assunzioni più o meno a tempo determinato, ma è semplicemente un altro strumento a disposizione per un altro tipo di esigenze. Quello che sosteniamo da tempo è che il legislatore deve essere aperto e lungimirante, che con poche norme, scritte bene, si può trovare una risposta alle esigenze delle imprese e si può aiutare il lavoratore a trovare un’occupazione. Eppure spesso, per non dire sempre, il legislatore sammarinese si esibisce in virtuosismi che invece di consolidare tutele danneggiano imprese e lavoratori. La riforma del mercato del lavoro è il prossimo appuntamento. Anzi, forse è l’ultima spiaggia per cercare di cambiare non solo passo ma anche mentalità.

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