Home FixingFixing Tra le stanze del Chelsea Hotel di New York

Tra le stanze del Chelsea Hotel di New York

da Redazione

Mauro Ermanno Giovanardi incontra Sinatra, Piaf e Cohen. Viaggio musicale nella Grande Mela dei grandi artisti del ‘900.

 

di Alessandro Carli

 

Nell’immaginario, il Chelsea hotel di New York dev’essere un posto unico: lì, nelle stanze, ci hanno dormito Bob Dylan, Janis Joplin, Leonard Cohen. Nell’immaginario, dev’essere un posto tipo il Pere Lachaise, il pianoterra dell’inferno. Tra le sue camere, qualcuno ha anche deciso di prolungare all’infinito il sonno: la fidanzata di Sid Vicious, trovata morta alla room n. 100. Ma al Chelsea hotel, sono state anche girate alcune scene del film “Nove settimane e mezzo”. Nell’immaginario, il paradiso dei maudit. Al Chelsea hotel, lo straordinario fotografo Robert Mapplethorpe ha vissuto – ma solamente per un po’ – assieme a Patti Smith. Se c’è un posto dove l’arte si è incontrata, è necessario andare al 222 West 23rd Street, Manhattan, tra la Seven e l’Eight Avenue.

 

Cosa c’è nel Chelsea hotel?

 

“Lo spettacolo è un’autentica sorpresa. Quando Massimo Cotto (testo e voce narrante sul palco) me l’ha proposto, ho capito che si trattava di un lungo canto culturale, a respiro mondiale. La sceneggiatura mi ha colpito. Quando l’abbiamo provato per la prima volta, Massimo era preparatissimo. Quando l’ho visto dall’inizio alla fine, ho capito che tutti i grandi sono passati al ‘Chelsea Hotel’. Non si tratta di una prova d’attore, ma di un racconto in musica. Di un racconto musicato fatto davanti ad un gruppo di amici. Certo, in un’ora e 20 non riesco a raccontare tutto, a mettere in luce tutte le storie e gli artisti che sono passati in quell’hotel. Il testo diventa quindi un pretesto per parlare di musica rock, in un clima confidenziale”.

 

Cosa accade in scena?

 

“Sul palco interpreto una serie di pezzi della storia della musica. ‘Chelsea hotel’ si apre con ‘Femme fatale’ dei Velvet Underground, e poi passa attraverso ‘Chelsea hotel’ di Leonard Cohen. In scaletta si incontra ‘My way’ di Frank Sinatra, che parte nella versione di ‘the voice’ e poi vira verso i ritmi di Sid Vicious. Ci sono anche due pezzi di Edith Piaf, uno in inglese e uno in italiano; Patti Smith, Dylan Thomas e ‘Blowin’ in the wind’ di Bob Dylan. E Piero Ciampi…”.

 

A proposito, qualche tempo fa, ha registrato una versione sublime della canzone “Il vino” di Piero Ciampi.

 

“Piero Ciampi è una delle mie quattro colonne. Assieme a Luigi Tenco (di Tenco, Mauro Ermanno ha eseguito una deliziosa ‘Vedrai vedrai’, ndr), a Fabrizio de André e a Giorgio Gaber”.

 

L’ultima grande apparizione sul piccolo schermo di Gio dei La Crus è stata a Sanremo, come ospite nella serata dei duetti

 

“Sì. In effetti quest’anno è stata un’esperienza abbastanza diversa, devo essere sincero. La responsabilità è stata minore, proprio perché ero un ospite. Me l’hanno chiesto all’ultimo momento: ho passato una settimana a studiare il testo, a capire come farlo. Il palco di Sanremo chiede sempre una certa preparazione. Il risultato è stato interessante: la versione che ho proposto aveva un’aria più confidenziale, arricchita dalla presenza di Mauro Pagani, che ha suonato il violino sul palco. Con il suo violino, la mia voce è ‘uscita’ più intima. L’esecuzione del brano è risultata elegante, molto bella. Anche in sala stampa, la canzone è piaciuta. La kermesse Sanremo è un po’ pericolosa: se non sei concentrato, ti mangiano”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento