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Banca di San Marino: prudenza anticrisi

da Redazione

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Intervista al Direttore Vincenzo Tagliaferro: “Lavoriamo per il territorio”. Che poi sottolinea: “Aprite il mercato immobiliare ai forensi. L’IMU la paghiamo noi”.

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di Loris Pironi

 

Banca di San Marino la scorsa settimana ha presentato il proprio bilancio. Un bilancio che vede un risultato economico più contenuto rispetto a quello dell’anno precedente, ma che resta in positivo. E di questi tempi è già una bella notizia. San Marino Fixing ha intervistato Vincenzo Tagliaferro, Direttore di BSM, per fare il punto sulla situazione dell’istituto e dell’intero sistema sammarinese.

 

Direttore Tagliaferro, la crisi si sente per davvero, a San Marino.

 

“Ci sono due segnali importanti che ci confermano la crisi. Al 31 dicembre, pur avendo un portafoglio titoli prudente, abbiamo dovuto registrare minusvalenze dovute principalmente all’effetto dello spread e alla crisi finanziaria di alcuni Paesi europei. Il secondo segnale riguarda la crescita notevole delle sofferenze anche se in buona parte sono dipese dal fatto che Banca di San Marino è dovuta intervenire per affrontare i problemi derivati dalla difficile situazione del settore immobiliare e in particolare dalla crisi di una finanziaria. Per fortuna, diciamo così, Banca di San Marino in passato ha accantonato riserve relative al fondo rischi in maniera più che adeguata, così da aver potuto affrontare questa situazione senza riflessi pratici né sul bilancio d’esercizio, né sul proprio patrimonio”.

 

Vogliamo dare qualche numero per inquadrare la solidità della banca?

 

“Banca di San Marino vanta un patrimonio di circa 215 milioni di euro, con fondo rischi per quasi 89 milioni e un free capital abbastanza interessante, molto vicino agli 84 milioni”.

 

E l’anno appena iniziato come si sta profilando?

 

“Da un punto di vista del portafoglio possiamo dire con soddisfazione, in quanto abbiamo già recuperato più del 25% delle perdite di valutazione al 31/12. Tiene il margine d’interesse e le commissioni stanno leggermente salendo per le attività in alcuni specifici settori nuovi per BSM, come le carte di debito e revolving e la banca di assicurazione. La raccolta si mantiene stabile anche se in leggera flessione rispetto all’anno precedente per via della diminuzione dei depositi dei non residenti, mentre riusciamo a consolidare la raccolta dei residenti”.

 

A proposito, che rapporto c’è tra i due dati?

 

“Quasi il 76% del prodotto bancario del nostro istituto è nelle mani dei residenti, poco più del 23% riguarda invece i non residenti, tra cui in particolare diverse aziende italiane che operano da anni con San Marino”.

 

Questo conferma la vocazione di banca del territorio.

 

“Siamo sia banca del territorio e banca di territorio. Nel senso che BSM è posseduta esclusivamente da soggetti sammarinesi (il 91% delle quote sono gestite dall’Ente Cassa di Faetano, il resto da cittadini del Titano, ndr) e la nostra operatività è massimamente rivolta al sostegno dell’economia reale della Repubblica, le imprese, le famiglie. Lo abbiamo dimostrato in molte occasioni, cito il caso di aiuto a imprenditori per ristrutturare i propri debiti bancari o per finanziare progetti di innovazione o, in alcuni casi, di internazionalizzazione”.

 

In questa linea s’inserisce anche l’acquisizione della Smib. A proposito, a che punto siamo?

 

“Confortata da quello che dicono le massime autorità del settore, Banca di San Marino ritiene che il futuro richieda di puntare sulla specializzazione in settori mirati. Nel definire questo progetto che dovrebbe prevedere una struttura ad hoc, dando vita ad una cosiddetta ‘bad bank’ (così sono definite in gergo le società dedicate alla gestione dei crediti anomali, ndr) ci è stata prospettata l’acquisizione di una licenza bancaria già esistente (la Smib appunto, ndr) cosa che ci porterebbe a risolvere un altro problema che grava sul sistema sammarinese. Se tutte le verifiche effettuate, non solo sotto l’aspetto economico ma anche dei rapporti legali e reputazionali ci confermassero quanto sembra, questa operazione potrebbe andare in porto e sulla Smib si concentrerebbe l’attività di recupero crediti non performing”.

 

Un piccolo inciso sulla polemica della scorsa settimana con la Guardia di Finanza, scaturita nel corso della conferenza stampa di BSM sulla presentazione del bilancio.

 

“Noi ci siamo limitati a riferire in merito a un episodio (il romanzesco fermo di ciclisti con i soldi nella borraccia, ndr). Il concetto è che se qualcuno ha un ruolo pubblico è a conoscenza di situazioni specifiche da denunciare siamo pronti ad ascoltare. Ma se come nel caso in questione siamo in assenza di indicazioni specifiche, allora ci troviamo di fronte ad attacchi strumentali. Vorrei che si finisse di accusare questa Repubblica ma si cerchi, casomai, di risolvere le cause che producono o hanno prodotto certi effetti. La lotta all’evasione si fa con regole specifiche e stimolando i legislatori a fare gli accordi opportuni, non andando in televisione a lanciare accuse gratuite senza circostanziarle”.

 

Guardiamo adesso ad una prospettiva più ampia, una prospettiva di settore. Qual è lo stato dell’arte del settore bancario-finanziario a San Marino?

 

“Il fatto che le banche sammarinesi stanno effettuando operazioni di rafforzamento è un bon segnale. E se la concorrenza aumenta, ben venga, perché è uno stimolo e aiuta a crescere”.

 

Si parla in questi giorni di ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio con intervento pubblico. Temete che questo vada a spostare gli equilibri del libero mercato?

 

“Noi ci auguriamo che il fenomeno sia transitorio, una volta superata l’emergenza si possa tornare quanto prima al libero mercato, per evitare che esista una banca di proprietà dello Stato. La ricapitalizzazione di Carisp (peraltro richiesta recentemente anche dal Fondo Monetario Internazionale, ndr) a mio avviso dovrà necessariamente essere una soluzione-ponte, in attesa che la Cassa ritroverà i propri equilibri. Noi dal canto nostro abbiamo sostenuto il sistema e riavuto i crediti delle banche sammarinesi. E ora stiamo aspettando che l’intervento condotto con Sedici Banca, triangolato per così dire da Banca Centrale, possa andare a buon fine”.

 

Ma il sistema, in questa situazione, ha prospettive di crescita?

 

“Il vero problema è quello di avere una crescita del funding, con la possibilità di operare fuori territorio, naturalmente nel pieno rispetto delle regole. Siamo in una fase delicata in cui San Marino deve necessariamente aprirsi, altrimenti se finora siamo riusciti a sostenere la situazione, in futuro diventerà quasi impossibile. Ci auguriamo che con un proficuo sviluppo di relazioni siano finalmente definite regole certe, con le quali attrarre una clientela che possa trovare attrattività nelle banche sammarinesi per i servizi offerti e non per altri motivi. Noi riteniamo che una volta che San Marino sarà ritenuta compliance potrebbero aprirsi spazi interessanti”.

 

Avete qualche richiesta specifica da rivolgere al Governo?

 

“Noi ci auguriamo solo che faccia qualcosa per riuscire a rendere appetibile il sistema,  attraendo investitori industriali. Una proposta che avanziamo è quella di aprire il mercato immobiliare ad acquirenti non residenti, perché solo allargando il mercato è possibile crescere. Banca di San Marino ha già messo allo studio una situazione in modo che qualora un cittadino italiano desiderasse venire a San Marino per acquistare la seconda casa, l’IMU relativa prevista dalle nuove norme del Governo Monti potrebbe essere a carico della banca. Ma prima, mi ripeto, la politica deve decidere di affrontare la questione aprendo il mercato immobiliare”.

 

 

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