Home FixingFixing Goccia cinese: non perdiamo la lingua della democrazia e della giustizia

Goccia cinese: non perdiamo la lingua della democrazia e della giustizia

da Redazione

La crisi economica ha riportato alla ribalta le discipline umanistiche che, contrariamente a quelle scientifiche, non favorirebbero la ricerca di un’occupazione.

 

La crisi economica ha riportato alla ribalta il tema delle discipline umanistiche che, contrariamente a quelle scientifiche, non favorirebbero la ricerca di un’occupazione. Tale considerazione è contraria a ciò che di recente hanno affermato alcuni studi condotti in tutto il mondo e dai quali emerge che quanto più i Paesi presentano alti livelli di partecipazione alle attività culturali, tanto più risultano innovativi anche sul lato economico. E’ questa la conseguenza di un esercizio costante ad aggiornare il proprio bagaglio cognitivo, premessa ideale a rimettersi sempre in gioco elaborando soluzioni nuove ai problemi. L’ossessione di formare competenze in tecnologie e affari avrebbe così sottovalutato l’importanza di educare alle scienze umane e alle arti. E’ però altrettanto vero che la proliferazione di facoltà umanistiche dove ci si è affrettati a voler togliere le discipline che più di tutte avrebbero dovuto caratterizzarle – si legga greco e latino – ha contribuito a screditare le stesse. Facendo perdere la conoscenza di materie deputate sin dall’antichità a generare modernità. Il riferimento è naturalmente all’antica Grecia, Paese di cui ultimamente abbiamo sentito molto parlare. Dove, come è accaduto un po’ ovunque, il mito postmoderno della speculazione ha scalzato quello antico della giustizia. Fu Prometeo a distribuirla agli uomini con l’intento di insegnare l’organizzazione della politica, ovvero dello stare insieme: egli ci fece dono di aidos (vergogna) e dike (giustizia). L’uomo era considerato epicentro del mondo, interesse principe della divinità. Al contrario alcuni economisti non hanno risparmiato commenti, anche pesanti, al cosiddetto salvataggio della Grecia che sarebbe stato condotto con lo scopo dichiarato di tutelare i creditori ben più che i cittadini greci. Strategia diametralmente differente da quella adottata da Roosevelt con il New Deal, il quale si ispirò al principio fondamentale che, per risolvere la crisi della grande depressione, occorreva mettere in campo progetti che partissero dal basso, anziché essere calati dall’alto. Evidentemente egli conosceva ancora la lingua dei Greci e ne condivideva i valori che gli piacque sintetizzare con la ben nota espressione “Fiducia una volta di più nell’uomo dimenticato in fondo alla piramide economica”.

 

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