Home FixingEditoriali San Marino, scale (e sabbie) mobili. Un referendum nato già vecchio

San Marino, scale (e sabbie) mobili. Un referendum nato già vecchio

da Redazione

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Il 14° Congresso della CDLS si è concluso la scorsa settimana con la “proposta devastante” che il Segretario Marco Tura aveva anticipato a Fixing: la volontà di raccogliere le firme per un referendum mirato a reintrodurre a San Marino la scala mobile. Quando abbiamo sentito il suo intervento ci sono immediatamente venuti in mente un paio di flash. Il primo: ma il referendum sulla scala mobile non era stato bocciato dai cittadini meno di quattro anni fa? Il secondo: ma allora la CDLS non si era schierata apertamente contro il quesito? A entrambe le domande (retoriche) ha immediatamente dato un’unica risposta lo stesso Tura: i tempi sono radicalmente cambiati da allora.
Quello che non è cambiato è un dato di fatto: la scala mobile è considerata dagli economisti come un generatore di inflazione. La proposta, che è stata mitigata nella mozione finale del Congresso (‘referendum sì, ma solo se non si firmano tutti i contratti’… scommettiamo basterebbe quello industria) è stata immediatamente bocciata dall’ANIS, che peraltro da mesi assicura di voler coprire l’inflazione anche senza scale mobili di sorta. Ma lo stop è arrivato anche dalla CSdL. Perché se tutti concordano sulla necessità di dare ai lavoratori la certezza di veder riconosciuto il valore della propria retribuzione, le parti sociali non possono avocare il proprio diritto-dovere di intessere le migliori relazioni sindacali.

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