La maggioranza delle imprese dell’Emilia-Romagna registra aumenti del tasso di interesse (55,9%) e delle commissioni (54,0%) applicati dal sistema bancario. Stabile invece il livello di garanzie necessarie all’ottenimento di finanziamenti (per l’84,9% delle imprese).
RIMINI – La maggioranza delle imprese dell’Emilia-Romagna registra aumenti del tasso di interesse (55,9%) e delle commissioni (54,0%) applicati dal sistema bancario. Stabile invece il livello di garanzie necessarie all’ottenimento di finanziamenti (per l’84,9% delle imprese). In Provincia di Rimini, la percentuale di imprese che registra aumenti del tasso di interesse è pari al 58,2% mentre quella che registra aumenti delle commissioni è pari al 63,6%. Per l’84,9% delle imprese riminesi è rimasto stabile invece il livello di garanzie necessarie all’ottenimento di finanziamenti. È quanto emerge dall’indagine condotta da Unioncamere Emilia-Romagna su un campione di 1.500 imprese rappresentativo della realtà imprenditoriale regionale a fine 2011 nell’ambito dell’Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna. “Il rapporto tra imprese e credito è, allo stesso tempo, estremamente delicato e fondamentale per lo sviluppo di un territorio” dice Carlo Alberto Roncarati, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna; “se questo è vero in ogni momento della storia di un’economia, lo è ancor di più in una fase nevralgica come quella che stiamo vivendo”. Si spiega così la decisione del Sistema camerale dell’Emilia-Romagna di estendere al 2012 l’Osservatorio regionale sul credito e di intensificarne le attività prevedendo due rilevazioni campionarie, con cadenza semestrale. La provincia di Rimini sembra risentire degli effetti dell’avversa congiuntura economica più della media delle altre province emiliano-romagnole. Infatti, oltre la metà delle imprese locali intervistate (il 51,4%, cioè 10 punti percentuali in più della media dell’Emilia Romagna) ha dichiarato di aver subito una contrazione di fatturato nel corso del 2011, mentre soltanto il 17,1% del campione ha beneficiato di un aumento del volume d’affari.
Anche i dati previsionali sul 2012 non risultano positivi. Sebbene la contrazione delle entrate interesserà, in base alle aspettative, una quota inferiore di imprese (pari al 47,1%), appena il 7,4% degli intervistati si dichiara ottimista circa un’espansione del proprio volume d’affari.
L’assetto finanziario delle aziende
L’indagine sull’assetto finanziario delle imprese della provincia di Rimini mostra un analogo ricorso alle due principali fonti di finanziamento di tipo tradizionale: l’autofinanziamento e l’intermediazione bancaria (ad entrambi i canali ha fatto ricorso il 61,3% delle imprese, quota superiore rispetto alla media regionale). Poco sfruttate sono invece le fonti di reperimento di risorse finanziarie più innovative: il 9,9% delle imprese ha sfruttato gli strumenti del leasing/factoring, mentre totalmente inutilizzato è il venture capital.
I contatti tra istituti di credito e tessuto imprenditoriale in provincia di Rimini sono più intensi rispetto alla media dell’Emilia-Romagna: infatti il 79,3% degli intervistati dichiara di avere relazioni di affidamento in essere con il sistema bancario (a fronte del 76,5% della media regionale). I finanziamenti ottenuti dal sistema bancario sono stati utilizzati, da parte delle imprese locali, quasi interamente per far fronte alle spese legate alla gestione corrente (93,2%). Evidentemente la crisi ha determinato problemi di liquidità per molte imprese, connessi anche alla contrazione della domanda. Appena il 6,8% degli intervistati dichiara di aver destinato il credito bancario a progetti di investimento, con una percentuale che colloca la provincia di Rimini all’ultimo posto nella graduatoria regionale. L’elevata incidenza di imprese che possiedono una linea di credito aperta, combinata con i risultati circa la destinazione del credito stesso, suggerisce l’importante contributo, in un momento difficile come quello attuale, dell’utilizzo dell’indebitamento bancario a sostegno delle passività immediate delle imprese locali.
Il quadro evolutivo dei rapporti debitori
Per la provincia di Rimini, ancor più che nel resto dell’Emilia-Romagna, i risultati restituiscono un quadro di sostanziale stabilità del credito disponibile, con il 79,1% delle imprese che si esprimono in tal senso. Anche la dinamica della domanda di credito è stata poco pronunciata, con richieste di nuovi finanziamenti provenienti dal 17,1% delle imprese intervistate (a fronte di una media regionale pari al 19,6%). Andando poi ad analizzare la tendenza degli istituti di credito ad intervenire con richieste di rientro sui fidi accordati, emerge come nel corso del 2011 gli imprenditori locali siano stati sollecitati al rimborso in misura poco più pronunciata (12,8%) rispetto alla media dell’Emilia-Romagna (11,1%). Analizzando l’evoluzione dell’onerosità dei costi di affidamento in provincia di Rimini emerge un quadro decisamente sfavorevole.
L’incidenza delle imprese che segnalano un incremento dei tassi di interesse è stata particolarmente significativa (58,2% a fronte di una media regionale pari al 55,9%). Va però sottolineata soprattutto l’elevata quota di imprese che hanno palesato un inasprimento delle commissioni applicate ai fidi (63,6%), criticità diffusa in tutta l’Emilia-Romagna, ma che indubbiamente ha colpito in maniera più preoccupante la provincia di Rimini.
Infine, per quanto riguarda le garanzie richieste, il cui aumento non appare rilevante, in media, nel complesso della regione, il 18,9% degli intervistati ha dichiarato che l’ammontare di garanzie necessario ad ottenere un finanziamento è aumentato nel corso del 2011, il che suggerisce che la situazione patrimoniale del tessuto produttivo della provincia di Rimini ha indotto gli istituti di credito ad assumere un atteggiamento maggiormente selettivo.
Dai risultati emersi circa il giudizio complessivo delle imprese locali rispetto agli istituti di credito, la provincia di Rimini si conferma la più critica nei confronti del sistema bancario: oltre due terzi degli intervistati ha palesato la presenza di criticità nei rapporti banca-impresa.
In particolare, in merito all’aumento dell’onerosità dei rapporti debitori, Rimini risulta la provincia che ha evidenziato il disagio maggiore, con il 33,3% delle imprese che si è espressa in tal senso.
Elevata risulta anche l’incidenza delle imprese che hanno risentito di un aumento del tasso applicato ai fidi (19,8%).
Non costituisce invece una difficoltà significativamente avvertita la riduzione del credito concesso (indicata solo nel 6,3% dei casi).
I rapporti con il sistema dei Confidi
Passando ad indagare il grado di apertura e collaborazione dell’imprenditoria locale verso il sistema dei Confidi, emerge che il ricorso a tali strumenti è stato leggermente più intenso in provincia di Rimini rispetto alla media dell’Emilia-Romagna: il 27,5% degli intervistati dichiara infatti di averne usufruito (a fronte di un 25,1% di media regionale). Sebbene nessuna impresa intervistata abbia reputato particolarmente adeguati i servizi offerti dai Confidi, la quota di aziende insoddisfatte del loro operato è esigua (7,6% contro l’11,9% di media regionale) restituendo un giudizio complessivamente positivo.
Le specifiche tecniche dell’indagine
L’indagine sul campo ha interessato un campione di imprese operanti in Emilia-Romagna. Il metodo statistico utilizzato per estrarre i soggetti/imprese da intervistare è stato quello del campione stratificato proporzionale, finalizzato ad un’indagine qualitativa multiscopo. La stratificazione è avvenuta considerando il peso dei comparti di attività economica in cui si è suddiviso il tessuto di impresa all’interno delle nove province dell’Emilia-Romagna, mentre l’estrazione all’interno dei gruppi è stata effettuata attraverso l’utilizzo di apposite tavole di numeri casuali.