Home NotizieSan Marino San Marino, CDLS non molla: la mozione del Congresso dice sì al referendum sulla scala mobile

San Marino, CDLS non molla: la mozione del Congresso dice sì al referendum sulla scala mobile

da Redazione

Via libera al referendum per salvare gli stipendi: I delegati del 14° Congresso CDLS approvano all’unanimità la mozione conclusiva che ha tirato giù dalla soffitta la scala mobile.

SAN MARINO – Semaforo verde al referendum per agganciare le buste paga all’inflazione.  E’ un  mandato all’unanimità quello che i delegati hanno espresso questa mattina votando la mozione conclusiva del  14° congresso CDLS “Oltre la Crisi, nell’equità e nella giustizia sociale”.

“Vista l’impossibilità di raggiungere qualsiasi accordo di tipo contrattuale – recita il documento finale –  si dà mandato di promuovere una proposta referendaria volta a garantire la rivalutazione delle retribuzioni in base alla dinamica inflazionistica al fine di salvaguardare gli stipendi, rilanciare i consumi interni e ridare fiducia al sistema San Marino”.

E aggiunge:”La procedura referendaria potrà essere superata solo se si sottoscriveranno tutti i contratti collettivi di lavoro”.

 

Mozione conclusiva che, in tredici punti, affronta le principali emergenze esplose in Repubblica durante questi anni di recessione economica.  A partire dalla paralisi della contrattazione: “Una lunga situazione di stallo nelle relazioni fra le parti sociali, iniziata nel 2009 con il fallimento del tavolo tripartito, che si sta prolungando con un sostanziale blocco della contrattazione in tutti i settori tant’è che, da oltre un anno, tutti i lavoratori sono con il contratto scaduto”.

Rifiutando quindi  “la logica portata avanti dalle controparti private e pubbliche che tendono a scaricare sui lavoratori e sui pensionati il costo della crisi attraverso la comune strategia di rilanciare continuamente le richieste al fine di non addivenire ad alcun accordo”.

 

Altro punto cruciale la riforma del fisco, indicata come “snodo fondamentale” per dare sostenibilità al bilancio dello Stato e garantire equità.  E specifica che l’approvazione della Riforma Tributaria deve tenere conto della “ base del confronto costruttivo con il Governo, tendente ad ampliare la base imponibile attraverso l’emersione di tutti i redditi, in modo che i sacrifici necessari vengano distribuiti equamente fra tutte le categorie e non pesino solo su lavoratori e pensionati”.  Da qui anche la disapprovazione  per l’introduzione di una “penalizzazione fiscale riservata ai soli lavoratori frontalieri attraverso l’art. 56 della Legge Finanziaria 2010,   di cui si chiede con forza il superamento al fine di garantire una parità di trattamento fra tutti i lavoratori”.

 

Inaccettabile poi “una visione della Pubblica Amministrazione intesa  come fonte di tutti i mali del Paese e non invece come parte integrante dello sviluppo economico e della crescita culturale”.

Respinta  “l’idea della precarietà, proposta come soluzione ai problemi dell’economia e dell’occupazione e portata avanti dalle controparti private e pubbliche,  nonostante che i livelli di flessibilità presenti nel nostro mercato del lavoro non abbiano eguali in Europa”.

 

Infine ritiene indispensabile  progettare un nuovo modello di sviluppo che “tenga conto di una dimensione economica non più basata sui vecchi pilastri del segreto bancario e dell’anonimato societario, tornando a sostenere l’economia reale e puntando sulla ricerca, sull’innovazione dei processi produttivi, sulla qualità dei prodotti e dei servizi e sulla trasparenza delle regole, anche al fine di superare il dramma della disoccupazione che sta emergendo nel Paese”.

 

Ultimo atto del 14°  Congresso   le operazioni di voto per eleggere i 29 membri del Consiglio Confederale. ECCO TUTTI I NOMI, in ordine di numero di preferenze raggiunte.

c.s.

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