Home FixingFixing San Marino, il famoso Allegato Z? Troppo poca concretezza…

San Marino, il famoso Allegato Z? Troppo poca concretezza…

da Redazione

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Del famoso (o famigerato) Allegato Z al Piano per lo sviluppo dell’economia sammarinese abbiamo parlato più volte, in passato. Dopo l’ultima riunione tra capigruppo di maggioranza e opposizione abbiamo sentito il parere di Claudio Felici (Psd). Che evidenzia un problema di concretezza.

claudio.felici

 

di Saverio Mercadante

 

SAN MARINO – “Abbiamo iniziato ad affrontare alcuni provvedimenti, però sul piano della concretizzazione c’è da fare ancora parecchio lavoro”.

Claudio Felici, capogruppo del Partito dei Socialisti e dei Democratici commenta l’ultima riunione del tavolo di concertazione in merito al Piano per lo sviluppo e il rilancio dell’economia sammarinese. I capigruppo di maggioranza e di opposizione nei giorni scorsi si sono incontrati con i segretari di Stato alla Cultura e Università Romeo Morri, al Turismo Fabio Berardi e al Territorio Gian Carlo Venturini. Al centro della discussione il progetto per lo sviluppo dell’Università di San Marino che prevede un incremento degli studenti e di cinque nuovi corsi di laurea, tra cui quello in medicina. L’obiettivo è di arrivare presto ad almeno duemila studenti e di realizzare anche i servizi necessari, come mense e trasporti. Partiranno invece nel giro di un paio di mesi i lavori per la ristrutturazione e recupero delle Logge dei Balestrieri, dove si potrebbe realizzare una sede espositiva di circa 450 metri quadri per ospitare grandi eventi e mostre.

“Probabilmente – continua il capogruppo del Psd – l’attività di lavoro del Governo ha posto qualche problema e comunque bisogna tenerne conto. Ma quando incontriamo i Segretari di Stato spesso illustrano quello che hanno già fatto piuttosto che concertare e condividere delle scelte che devono essere messe in campo”. Felici ricorda la premessa che sta alla base dell’articolo 24 della legge di bilancio. Citiamo testualmente: “Il Piano strategico di sviluppo del sistema economico (Allegato Z) costituisce un documento programmatico che individua l’obiettivo di una prospettiva condivisa assunta come valore strategico dalle forze politiche per gestire la complessa fase di transizione del sistema San Marino ed impostare le nuove condizioni e il caratteri dello sviluppo con il più ampio e responsabile concorso di contributi”.

 

La nostra Università: leva economica

“Nell’ultimo incontro s’è parlato molto di Università. Siamo convinti – continua Claudio Felici – che possa essere una delle leve di sviluppo del sistema economico prossimo venturo. L’espansione ulteriore dell’Università senza dubbio la giudichiamo positivamente. Ricordo, tra l’altro, che a suo tempo sono stato, insieme al Rettore Petroni, uno dei promotori del corso di design industriale. E’ stato un esperimento che ha dato i suoi frutti”.

“Al tema dell’università si ricollega la rivitalizzazione del centro storico, la crescita del flusso di studenti da e per San Marino. Ma non solo questo. L’ateneo sammarinese, oltre al suo valore accademico, diventa luogo di scambio culturale, un volano di risorse economiche, di ricchezza. Trasporti, ospitalità, servizio mensa, ristorazione, servizi di legatoria, insomma tutto quello che riguarda l’indotto universitario”.

“Anche qui, però, oltre l’illustrazione delle indicazioni di sviluppo dell’università – sottolinea con forza Felici – non c’è stato nessun atto concreto, un piano di sviluppo, un progetto, una scheda, numeri, dati. Siamo rimasti, devo dirlo, con un po’ di amaro in bocca. Dunque, abbiamo mantenuto una riserva su quello che abbiamo ascoltato in attesa di una documentazione che comprovi quello che è stato illustrato a parole. Sono stati presentati progetti ambiziosi come quello relativo all’apertura della facoltà di medicina e chirurgia a San Marino. Detta così l’iniziativa darebbe certamente ulteriore prestigio alla nostra università. Ma anche qui bisogna capire bene in quale contesto viene calata all’interno del sistema universitario italiano e soprattutto all’interno di una cornice di concorrenza sfrenata tra gli atenei italiani. Dobbiamo verificare che ci sia un ‘mercato’, un interesse reale nella nostra zona. È importante poi che non si crei una concorrenza dannosa nei confronti di San Marino nell’ambito delle relazioni accademiche con gli altri poli universitari come Bologna, Ferrara o Urbino. Il nuovo deve essere un vero valore aggiunto non un deperimento di quello che già abbiamo. Questo vogliamo verificare. Poi naturalmente dopo non sta a noi indicare il Master o il corso accademico, ma la palla passa all’Università che poggia sul patrimonio delle sue competenze specifiche. Noi forniremo l’appoggio politico. Ci è stato detto che a stretto giro di posta avremo tutte le risposte che abbiamo richiesto sulle quali a quel punto si potrà aprire un confronto concreto. Lo auspichiamo vivamente. Ripeto: l’Università può essere un traino di grande importanza in termini di promozione del sistema sammarinese”.

 

Turismo & cultura Binomio strategico

“Sul turismo ho ribadito che l’unificazione del Dipartimento della cultura con quello del turismo la consideriamo altamente positiva. Il flusso turistico viene attratto anche da grandi eventi culturali. San Marino già possiede specificità notevoli in termini di paesaggio, storia, cultura, architettura. Ma le iniziative di mostre d’arte qualificate portano a San Marino un turismo che dilata i tempi di permanenza, che aumenta i numeri e che stimola una ricaduta anche su altri settori. Con la cultura non è vero che non si mangia. Si mangia, eccome. E queste prime esperienze di grandi mostre a San Marino ne sono la testimonianza. Abbiamo apprezzato le iniziative per la ristrutturazione di spazi espositivi sia permanenti che temporanei, ma quello che secondo noi è mancato è la necessità di un riferimento autorevole nella direzione artistica: è indispensabile se vogliamo dare continuità e far diventare dei classici le mostre che vengono fatte a San Marino, se vogliamo lasciare una traccia, incidere nella memoria del turista culturale affinché torni a San Marino e non visitarla solo una volta. C’è l’esempio del San Domenico a Forlì: con una autorevole direzione artistica in poco tempo è diventato uno dei poli museali più importanti d’Italia”.

“Dunque – conclude Felici – non si può andare avanti sulle iniziative estemporanee seppur lodevoli dei privati. C’è bisogno di un riferimento stabile, istituzionale, in grado di avere relazioni ai massimi livelli internazionali, per una politica di continuità, di sistema, che vada al di là della presenza del governo in carica. È un concetto che viene ribadito nel Piano di Sviluppo. E naturalmente serve una grande sede in grado di accogliere opere da tutto il mondo. Ultima cosa: del Parco scientifico e tecnologico non se ne è parlato per l’assenza per malattia del Segretario di Stato Arzilli. Ma anche su questa tema ancora non c’è niente di concreto”.

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