Home FixingFixing Goccia cinese, Ocse: serve un sistema educativo più efficace

Goccia cinese, Ocse: serve un sistema educativo più efficace

da Redazione

L’80% degli italiani di età compresa tra i 16 e i 64 anni, secondo l’indagine Ocse “Adult Literacy and Lifeskills”, padroneggia la lingua madre in maniera sostanzialmente insufficiente.

 

La nostra lingua è la più bella del mondo, ne siamo tutti convinti, pronti a portare ad esempio la lirica che predilige l’uso dell’italiano a tutti gli altri idiomi. Ciò contrasta però con quanto recentemente emerso dall’ultima indagine condotta dall’Ocse sulla popolazione adulta italiana che, presa nel suo complesso, non sembra possedere una competenza alfabetica funzionale. Questo è particolarmente vero per circa l’80% degli italiani di età compresa tra i 16 e i 64 anni che secondo l’indagine Ocse “Adult Literacy and Lifeskills” padroneggia la lingua madre in maniera sostanzialmente insufficiente. Il dato è poi particolarmente drammatico se lo si giudica, oltre che per le conseguenze estetiche, per quelle legate all’economia. Sappiamo infatti che la crisi per essere superata necessita di un carburante chiamato innovazione, la quale però non può manifestarsi senza il pensiero critico e la capacità di comunicare in modo efficace e particolarmente aperto alla collaborazione e al lavoro di gruppo. Pensiero critico inoltre significa in parte anche pensiero complesso che, evidentemente, si lega a un modo di parlare altrettanto complesso, si pensi alle frasi subordinate, oggi quasi completamente scomparse per lasciare spazio una ridondanza infinita di punti. L’altro grande ostacolo si riferisce alla comunicazione a livello globale che da tempo è affidata alla conoscenza della lingua inglese. Così oggi giorno si può prescindere da tutto, in particolar modo dal possedere una laurea, mentre è fondamentale conoscere l’inglese. Ma ecco che l’Italia si colloca tristemente al fondo anche di questa classifica, e la cosa non deve sorprenderci essendo quest’ultima solo la naturale conseguenza della scarsa conoscenza della lingua madre. Non devono peraltro depistarci i numerosi prestiti e calchi che pur ritroviamo nella nostra lingua. E’ ad esempio un prestito, nel senso di parola adattata, l’italiano linkare, dall’inglese link, mentre è un calco l’attribuzione di un nuovo significato alla parola consistente che, dall’inglese consistent, acquisisce il significato aggiuntivo di coerente, privo di contraddizioni. Calchi e prestiti hanno la pretesa di arricchire la nostra lingua mantenendola viva. Eppure l’ossessione di dare nuova linfa vitale all’italiano nasconde, a ben vedere, il dramma della perdita della sua conoscenza.

 

 

 

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