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Consiglio Grande e Generale di marzo, l’elezione dei nuovi Reggenti / 1

da Redazione

Consiglio Grande e Generale, seduta del 19 marzo 2012

 

SAN MARINO – La seduta del Consiglio grande e generale si apre con i riferimenti di alcuni segretari di Stato sulla dichiarazione conclusiva della delegazione del Fondo monetario internazionale, in missione a San Marino fino al 2 marzo scorso. E subito dopo si consuma un aspro attacco del consigliere Federico Pedini Amati (Psrs) nei confronti di Fiorenzo Stolfi (Psd).

Il comma comunicazioni viene quindi sospeso per l’elezione dei Capitani Reggenti per il semestre 1 aprile-1 ottobre 2012: la  votazione ha avuto esito positivo per Maurizio Rattini, Nps, eletto per la Lista della Libertà, e Italo Righi, Pdcs. In seduta notturna i lavori riprenderanno dal comma comunicazioni.

Di seguito un riassunto degli interventi.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “Volevo riferirmi alle conclusioni della missione del Fondo monetario internazionale terminata il 2 marzo scorso, per comunicare la riflessione che il governo ha fatto e coinvolgere il Consiglio grande e generale. Dalle conclusioni è importante sottolineare che da un lato il Fmi ha letto la situazione economica del Paese e del suo contesto. Gli indicatori sono stati guardati con estrema attenzione: non avremo davanti degli anni con forti elementi di ripresa che potranno cambiare il segno da negativo a positivo. Il Fmi ha riconosciuto la positività delle azioni messe in atto dal nostro Paese, in alcuni settori molto evidente. Viene notata la messa in sicurezza del sistema pensionistico, come si è lavorato per la stabilità del bilancio pubblico, malgrado il calo nelle entrate, e vengono riconosciuti gli sforzi di riforma nella Pa e nel mercato del lavoro, tutti indicatori positivi in questo contesto. Come giudizio finale il Fondo monetario ci mette in guardia dal considerare questi elementi positivi come totalmente risolutivi. E’ infatti necessario un ulteriore consolidamento dell’azione: resta il gap tra entrate e uscite, il sistema economico va riavviato In particolare, rispetto al sistema bancario, il Fmi ci dice che bisogna trovare nuovi asset di competitività.

Questa dichiarazione finale avrà un primo momento di verifica il 20-21-22 aprile al meeting di primavera del Fmi che si terrà a Washington. In questo appuntamento si chiederà conto al nostro Paese dello stato di avanzamento degli interventi che abbiamo proposto e si guarderà anche a come le raccomandazioni fatte dal Fmi troveranno attuazione. Mi permetto quindi di indicare, nel quadro più generale del piano strategico della legge di bilancio, tre aspetti. Il primo riguarda la stabilità del bilancio dello Stato e tutti gli interventi da fare per il contenimento del disavanzo, quindi la finanziaria pubblica e tutte le iniziative che vanno verso questa direzione.
Secondo punto, il completamento dell’iter legislativo della riforma tributaria. Il Fmi ha guardato positivamente a questo provvedimento, serve una semplificazione fiscale, e ci ha invitato a rivedere la pressione fiscale, più leggera di almeno un terzo rispetto alla media europea. Il terzo intervento riguarda il consolidamento patrimoniale interno agli istituti del settore finanziario. La priorità è la
ricapitalizzazione della Cassa di risparmio. Un intervento significativo per il ruolo dell’istituto, ma anche per lo Stato, chiamato a svolgere la sua parte. Su questi tre aspetti, nell’incontro di fine aprile a Washington saremo chiamati a portare elementi ulteriori di attuazione. Su cui, da subito, verrà misurata la capacità del Paese di far fronte alle necessità”.

Claudio Podeschi, segretario di Stato le Sanità: “Il riferimento del Fondo monetario internazionale deve indurre il Consiglio grande e generale a una presa di posizione. Vorrei soffermarmi in particolare su tre elementi: in primo luogo davanti abbiamo un percorso duro, un grosso lavoro da fare e quindi anni delicati e difficili. Il Fmi non è stato tenero pur riconoscendo il lavoro fatto. Serve perciò coesione e andare oltre gli schematismi della politica. In secondo luogo la messa in sicurezza del sistema previdenziale è stata riconosciuta dall’organismo internazionale, che, come noto, non fa prebende. Infine la necessaria ripatrimonializzazione del sistema bancario, con un preciso riferimento alla Cassa di risparmio, che non è un istituto come gli altri. Nella patrimonializzazzione dell’istituto lo Stato deve essere coinvolto e serve in merito un dibattito politico condiviso”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per il Lavoro: “Aggiorno l’Aula sugli incontri in merito alla riforma del mercato del lavoro. Il percorso è iniziato lo scorso settembre con l’approvazione di un odg e la ratifica di un decreto legato. Il Fmi ha evidenziato che la riforma è necessaria e importante per la competitività del sistema, è una sfida per creare le condizoni per attirare nuove imprese. Inoltre è necessario nuovo lavoro per arginare la disoccupazione.

Il calendario degli incontri è il seguente: il 20 febbraio c’è stato un workshop in cui sono state illustrate le linee generali della riforma; il 12 marzo c’è stato un incontro sulla governance; il 29 marzo ce ne sarà un’altro sulla razionalizzazione degli strumenti contrattuali, l’apprendistato e la formazione; il 5 aprile sulle politiche attive per il lavoro. Altre date saranno fissate per gli ammortizzatori sociali e per la rappresentanza. L’obiettivo è avere pronti entro maggio uno o più progetti di legge da avviare a un ampio dibattito”.

Claudio Felici, Psd: “E’ un mese e tre giorni che il premier Monti ha scritto alla Reggenza e da allora non abbiamo altri elementi per dire che gli auspici della firma si tradurranno in realtà. Il 2 marzo scorso, quando è terminata la missione del Fmi, al Paese è stato detto in maniera neutra, non di parte, cosa fare per la stabilità del sistema. La relazione conclusiva riserva un capitolo alla
ricapitalizzazione della Cassa di risparmio. Basterebbe questo per capire cosa ci aspetta. Poi le imposte: il Fmi ci dice che l’aliquota per le persone fisiche è un terzo della media europea, o abbiamo altre risorse o quel livello di aliquota è un lusso che non potremo più permetterci. Inoltre nel sistema non ci sono solo elementi di smagliature, ma segnali preoccupanti che possono portare allo scontro sociale. Quando andremo a toccare le benedette aliquote sui dipendenti, le differenze fra il pubblico e il privato, la richiesta del referendum sulla riforma delle pensioni: abbiamo tutti i prodromi di un conflitto sociale che può esplodere nei prossimi mesi.

Tra 40 giorni il Fmi vuole che integriamo le indicazioni dei dati con ulteriori iniziative. Il premier Monti dice che il prossimo Global forum sarà fondamentale per la risoluzione del contenzioso tra Italia e San Marino. E’ chiaro che questo sistema non può permettersi di sbagliare quel passaggio. C’è chi legge le dichiarazioni conclusive del Fmi come elementi celebrativi o denigratori e chi invece come un documento neutro ma impegnativo. Chi fa parte della classe politica deve far sapere se c’è o se invece si sfila per affrontare questi passaggi. Al Paese dobbiamo dire la verità, anche quando è amara e scomoda. E forse dall’Ufficio di presidenza che ha redatto questo ordine del giorno consiliare sarebbe dovuta venire la proposta di un dibattito ad hoc. Una possibilità la dobbiamo avere, se le preoccupazioni dei segretari di Stato sono vere, chiedo che questo
discorso lasci una traccia, una deliberazione sulle priorità assolute da affrontare. Se si troveranno gli strumenti per far sì che in questo Consiglio si possano mettere nero su bianco le priorità, vorrà dire
che allora possiamo dare fuori dall’Aula risposte concrete”.

Federico Pedini Amati, Psrs: “Il giochino di qualcuno è quello di voler rimescolare le carte perché non ha più spazi, idee e credibilità, allora si attacca tutto pur di girare la frittata e provare a ributtarsi in pista. Il metodo è sempre quello, cavalcare l’onda e circuire giovani politici che cambiano idea dalla sera alla mattina. Per ottenere un posto al sole si cerca addirittura di far passare messaggi diversi rispetto a quella che è la realtà delle cose. Mi riferisco alla mia interpellanza per fare luce sull’Interpol e sul contratto di Maurizio Faraone. Qui qualcuno ha bisogno di sollevare un presunto
scandalo su tutte le forze di polizia. Il problema, caro ex segretario agli Esteri, Fiorenzo Stolfi, è che io non ho mai detto una cosa del genere, non ho gettato alcun discredito sulle forze dell’ordine. La
mia interpellanza vuole fare luce su un contratto che lei conosce molto bene. Nel 2007 eravamo nello stesso partito, ma non ne ho nessun ricordo. Lei si ricorda che ha lasciato decadere diritti di molti ragazzi gendarmi precari nel 2008 che ancora oggi non si vedono riconosciuti tanti anni di servizio, quindi possiedono trattamenti economici diversi dai loro colleghi? Non si ricorda di queste cose e vuole insegnare agli altri?
Lei scrive che “in politica a volte il dilettantismo e la voglia di protagonismo, condito da pressapochismo, fanno tanti danni al Paese”. Proprio lei si permette di dire queste cose ad altri? Qui se c’è un dilettante, è lei. Dov’è l’accordo di cooperazione economica con l’Italia, che lei avrebbe dovuto firmare in tutti quegli anni di governo? Dov’è la sua intelligenza superiore che le fa guadagnare anche il premio come miglior studente della Facoltà di legge a Urbino, in barba a tutti gli studenti che ogni giorno, a differenza sua, fanno i pendolari, con mille fatiche senza poi avere dal loro Paese una possibilità di lavorare?
Di voglia di protagonismo lei ne ha da vendere, soprattutto voglia di non mollare la sedia e il potere che gli ha permesso di scorazzare degli anni senza mai lavorare e, soprattutto, tenendo sempre sotto
scacco altri cui ha concesso il più ampio clientelismo. Io, a differenza sua, ho sempre lavorato per conto mio. Oggi ho la sfortuna di essere disoccupato come altri 1.200 persone in questo Paese. Ma non mi prostrerò davanti a nessuno.
Non l’ho mai visto protagonista nel chiedere di fare luce su vicende nebulose e gravi che parlano di San Marino nelle procure italiane. Non l’ho mai vista stracciarsi le vesti per dissentire su lobby affaristiche, non è che lei avrà paura di qualcosa? Non so se i cittadini saranno ancora pronti a firmare un contratto con lei, come lei è abituato a fare dentro e fuori a San Marino. Quando ho letto il suo passaggio sulla politica che “va isolata ed emarginata” ero incredulo. Vorrei non dirle più niente, perché proprio non merita. Non sarà mai mia intenzione quella di delegittimare le forze di polizia. Anzi, voglio che in questo Paese si faccia luce una volta per tutte sulla malagestione dei suoi politici, facendo emergere il malaffare diffuso, facendo i processi e indagando in maniera reale. Questa si chiama immaturità? Ma gli uomini maturi e i fenomeni come lei, ex ministro ‘Fiore’, ci hanno portato a questo livello bassissimo di  credibilità. Meglio uomini immaturi ma onesti che quelli maturi con tanto di premio non meritato. Un’ultima cosa, caro Fiorenzo Stolfi, smetti di fare il padre padrone, non attacca più. Un appunto anche al mio segretario politico, Simone Celli, amico
e brava persona, che però ha avuto una reazione scomposta ed esagerata, scrivendo sui giornali e non parlando con il sottoscritto riguardo all’interpellanza Interpol. Ho fondato il Psrs, ho seguito tutti i deliberati tracciati dal mio segretario e dal presidente, non sarò io a discostarmi da questo percorso. Ho visto tante levate di scudi contro di me, ne ho visti pochi restarmi vicino. Accetto la sfida, vado avanti e non mollo. Ma se dovesse vincere il malaffare non esiterò a fare un passo indietro”.

Alessandro Rossi, Su: “Senza sapere cosa siamo stati è difficile portare il Paese verso una situazione più degna alla sue tradizioni, è necesaria una narrazione condivisa del nostro passato. Capisco lo sfogo del consigliere Pedini Amati, lo appoggio dal punto di vista umano, ma non politico.

Nel tempo si sono create in Repubblica delle mini Repubbliche, per cui serve un’analisi condivisa del passato per capire perché abbiamo perso reputazione. Ho apprezzato alcuni passaggi del riferimento del segretario di Stato Podeschi. Per la prima volta in Aula si è prefigurato un elemento di criticità grossa per il Paese, che va affrontato attraverso un percorso condiviso e un’analisi dei meccanismi che ci hanno portato fin qui. Non si può perseguire una ristrutturazione economica senza un progetto complessivo ecco perché è necessario un governo di unità nazionale. Ben venga allora l’appello a tutte le forze responsabili, noi ci siamo, ma due elementi vanno messi in conto: serve un meccanismo che isoli i fenomeni che hanno determinato ciò che era San Marino; e un progetto per il futuro. In modo da recuperare la frattura tra rappresentanti e rappresentati.

Nel riferimento del Fmi c’è un passaggio molto critico sulla gestione del mercato delle energie da parte dell’Aass, un nostro cavallo di battaglia. Ed è un passaggio fondamentale perché è stata sottratta molta liquidità a Banca centrale, con conseguenti futuri problemi.

Per quanto riguarda l’ente di vigilanza le risposte arrivate non ci hanno convinto. Sono emersi invece collegamenti preoccupanti che non lasciano spazio alla collaborazione. Per questo Su non partecipa al confronto sul piano di sviluppo. Non ci avete dato tutte le informazioni. Il presidente Clariza rassegni le dimissioni, non è un attacco personale ma ci sono delle situazioni poco chiare, non positive per il futuro della Repubblica. Come anche messo in luce dall’interpellanza del senatore Lannutti. Basta agli atteggiamenti clientelari e omertosi in Aula, chiediamo risposte e confronto. Invece ci sono silenzio e incapacità di trovare un dialogo”.

Clelio Galassi, Pdcs: “Rispetto alle osservazioni emerse dal primo resoconto della visita del Fmi, credo che le forze politiche debbano accantonare le velleità di scontro e ragionare su una serie di
argomenti di prioritaria importanza, perché a mio avviso si parla dell’interesse del Paese.
Le indicazioni del Fondo monetario internazionale vanno esaminate dal punto di vista tecnico e politico. E’ ovvio che la delegazione ha esaminato l’economia di un Paese da un punto di vista tecnico e ha sottolineato alcuni aspetti che vanno inseriti in un discorso che deve fare la politica. Il compito delle forze politiche presenti in Consiglio grande e generale è di valutare da un punto di vista politico quanto emerso da un punto di  vista tecnico.

Da questo rapporto, ci sono alcuni passaggi significativi su cui fare mente locale. E non solo da parte di governo e maggioranza perché si tratta dell’interesse generale del Paese. Tre in particolare: quello legato alle entrate del Paese che subiranno una contrazione notevole anche nel prossimo futuro. Si deve intervenire obbligatoriamente sugli sprechi e sui costi della Pa. Poi la ricapitalizzazione del settore finanziario, quindi la Cassa di risparmio. Bisogna essere chiari: se
il Paese vuole che la Cassa vada nell’interesse dei privati e della speculazione o se resti in un contesto pubblico che dia il massimo delle garanzie. Ci vuole il coinvolgimento delle forze politiche serie e dell’intero Consiglio grande e generale, solo così riusciremo ad affrontare un problema importante.
Il rapporto del’Fmi non deve essere visto come negativo, per riversare tutto sul governo, richiede unità di intenti di tutte le forze politiche, non ci può essere schieramento di parte”.

Iro Belluzzi, Psd: “Vado rapidamente al fulcro del dibattito. Per quanto riguarda la valutazione del Fondo monetario internazionale, come è stato evidenziato dai segretari di stato e dallo stesso collega Galassi, mette in evidenza in maniera drammatica quale è la necessità e cosa dovrebbe fare la politica da qui ai prossimi mesi. Le risposte da dare al meeting di aprile sono il primo step di quel percorso che la repubblica di San Marino ha intrapreso, per verificare se riusciamo ad effettuare quei passi e quei cambiamenti che ci siamo impegnati a fare. Penso di avere capito bene quella che è l’indicazione del segretario Valentini  quando ha richiamato l’articolo 24, cioè di ricondurvi gli elementi e le criticità rilevate dal Fondo monetario. Il tempo non gioca per la politica, per tutti noi, per individuare le scelte più condivise, perché è estremamente esiguo, ma con uno sforzo ci si potrebbe riuscire. Chi sarà disposto a mettersi in gioco lo deve poter fare, è necessario che il governo non porti percorsi già preconfezionati, ma che le scelte siano frutti della condivisione, per
dare prospettiva. Serve organicità e reale collaborazione di tutte le sigle e tutte le forze politiche. All’interno dell’aula sono state fatte delle riflessioni. Io credo che la politica si debba occupare
delle priorità, e in questo caso è il mettere in salvezza la Repubblica di San Marino. Dovranno essere le istituzioni nella composizione più autorevole possibile a dare risposte su quello che è
avvenuto, sul malaffare purtroppo perpetrato sul nostro territorio.
Malaffare che non è proprio solo del territorio sammarinese, ma che riguarda anche altri Stati. A noi interessa il futuro della Repubblica”.

Pier Marino Mularoni, Upr: “Sono emersi due punti di vista sul report Fmi: la visione di Valentini parla di un rapporto positivo, con la maggioranza in grado di rispettare gli impegni pressanti della comunità internazionale; la visione del consigliere Galassi è diversa, con un’economia in grossa difficoltà per cui è necessario che le forze politiche ragionino insieme. La seconda versione è più realistica. In quattro anni il rapporto tra debito pubblico e Pil salirà al 30%. Il Pil nel 2012 è sceso del 2%, del 20% in 4 anni. Ci sono difficoltà per le imprese, per le banche e con l’Italia. L’economia è in grossa difficoltà e richiede una presa di coscienza, tralasciando il passato e concentrandosi sui progetti, che ora non ci sono.

Le entrate negli ultimi 4 anni sono calate del 33%, le spese solo del 17%, occorre perseguire il contenimento della spesa pubblica e il rilancio dell’economia per nuove entrate. Dobbiamo fermare le bocce, rileggere criticamente il report del Fmi e lavorare per il Paese.

Nel sistema bancario occorre traparenza e condivisione sulla ricapitalizzazione della Cassa di risparmio e sugli interventi nelle singole banche. Sul primo istituto della Repubblica condivido di mantenerla autonoma, privati e speculazione non devono metterci mano. La riforma fiscale deve partire dall’equità. Infine l’audizione di Bcsm. Non accetto l’equazione del segretario di Stato Valentini che chi critica risponde a degli interessi. Fare pulizia e la vigilanza preventiva è giusto, ma occorre individuare il sistema futuro, basato sulla trasparenza e sulla compliance internazionale, con una visione diversa del segreto bancario e un sistema fiscale in grado di dare incentivi. Introduzione dell’Iva, rapporto con l’Ue e ristrutturazione delle forze di polizia sono altri elementi del piano di sviluppo del Paese”.

 

La seduta notturna è proseguita con gli interventi di alcuni consiglieri. Il capogruppo del Partito democratico cristiano sammarinese, Luigi Mazza, ha presentato un ordine del giorno della maggioranza che impegna il governo a predisporre gli interventi conseguenti le raccomandazioni del Fondo monetario internazionale. È stata poi la volta dell’esame delle interpellanze.

Di seguito un riassunto degli interventi.

Luigi Mazza, Pdcs: “Il confronto sul piano strategico previsto dall’articolo 24 del bilancio è stato avviato e in Aula ad aprile dovremmo portare alcuni argomenti come la finanziaria pubblica, la Smac, la vendita di immobili a non residenti, il sistema dei pagamenti e la politica delle mostre e culturale. Ora dalle dichiarazioni finali del Fmi arrivano ulteriori elementi. Dobbiamo dunque cogliere la lettura attuale del momento, perché l’organismo internazionale indica un percorso, una ‘long terme challenge’ che interessa vari settori e vari interventi. Indicando in primo luogo come il nostro livello di tassazione non sia più sostenibile. Dobbiamo quindi essere in grado di cogliere le sfide che ci sono, al di là dell’impopolarità delle scelte. Dobbiamo essere capaci di andare oltre la sterile polemica per accogliere le indicazioni del Fmi. Presento un ordine del giorno che ‘sentito il riferimento del segretario di Stato alle Finanze che individua nella messa in sicurezza del bilancio, nel completamento dell’iter legislativo della riforma tributaria e nell’individuazione di forme di ricapitalizzazione di Cassa di risparmio gli obiettivi prioritari, dà mandato al governo di predisporre gli interventi conseguenti, mantenendo aperto il confronto tra le forze politiche nell’ambito del tavolo di lavoro scaturito dall’attuazione del piano strategico di sviluppo”.

Silvia Cecchetti, Psrs: “Mi auguro che questo dibattito sia l’inizio di un percorso fondamentale per il Paese e che possa aprirsi effettivamente una stagione di riforme. Questo va detto al di là delle
polemiche. In questo momento storico, questo documento del Fmi non può essere considerato ordinario. Ci stanno dicendo cosa dobbiamo fare e anche qualcosa di più. Ci chiedono di dire la verità, di fare una fotografia reale al nostro sistema perché tenga, a partire dalle condizioni del bilancio dello Stato e del recupero del deficit. Il Fmi si è spinto oltre dicendoci che se facciamo queste cose in un tempo ragionevolmente breve possiamo evitare di cadere nella disastrosa
situazione dei Paesi affogati dal debito. Non è che si salta domani, ma dobbiamo chiederci come vogliamo essere domani.

Se ci accontentiamo di essere in futuro come il Comune di Verucchio, è sufficente mettere
qualche tassarella in più, se vogliamo un futuro diverso allora dobbiamo parlare di riforme strutturali, anche se non piaceranno. Queste scelte, le più coraggiose, non sono state fatte, come la
riforma tributaria. Non potremo non agire sul lavoro dipendente. Il Fmi ci dice che dobbiamo trovare nuove risorse per far ripartire l’economia su basi diverse.E’ evidente che il sistema bancario fondato su regole obsolete va ridotto, ma dobbiamo fare un’analisi seria su come impostare un nuovo sistema bancario, ridurlo non basta. Senza banche, senza credito, le aziende non lavorano. Cassa di risparmio è un ente fondamentale, ma il Fmi chiama in causa anche gli azionisti, perché i conti devono tornare e in questo momento non tornano, quindi serve una discussione seria su come patrimonializzarla”.

Fiorenzo Stolfi, Psd: “In questo comma ci sono stati interventi intelligenti. E credo vada
apprezzato, perché spesso tra maggioranza e minoranza non si va d’accordo. Con il riferimento dei segretari di Stato Valentini e Podeschi sul report del Fmi, per la prima volta, si è impostato un
ragionamento che tende a dire che abbiamo una scadenza ravvicinata, manca un mese al 20 aprile, però in questo mese abbiamo l’opportunità e la necessità di arrivare a Washington con una serie di questioni o risolte o in via di risoluzione. Questa scadenza ce l’ha il governo, la maggioranza, ma soprattutto il Paese.

A distanza di un mese, se torniamo a guardare la lettera del premier Monti c’è scritto che fondamentali sono i passaggi che San Marino dovrà realizzare nelle sedi internazionali. Ci dà una lettura ad ampio raggio della situazione che abbiamo con il Fondo monetario internazioanale che riguarda la chiusura delle intese con l’Italia. Se il 20 aprile non ci troviamo al Fmi con le carte in regola, può rappresentare un grosso problema. Gli obiettivi da raggiungere sono stati elencati in maniera precisa e in un dibattito allargato si devono trovare le soluzioni. Questo è, per la prima volta, un metodo da condividere e un’occasione da sfruttare perché dobbiamo guardare al futuro. Dopo diversi anni che si è lavorato per uscire da una situazione di crisi ora dobbiamo condividere le tappe per l’uscita.

Ben venga l’ordine del giorno della maggioranza, è una buona base di discussione. Mi auguro ci sia la volontà di ragionare sul testo se le premesse sono quelle indicate da governo. L’odg dovrebbe avere una maggiore incisività. Può essere un momento importante per far valere il senso di responsabilità di tutte le forze politiche.
Rispetto al problema della ricapitalizzazione della Cassa di risparmio, sono d’accordo con chi dice che non si può intervenire solo con i soldi dello Stato. Ci sono sforzi notevoli da compiere. Mi
auguro che con questa impostazione che hanno dato il governo e la maggioranza con un odg, ci sia la possibilità di lavorare in squadra nell’interesse della Repubblica”.

Giusepppe Maria Morganti, Psd: “Questo dibattito ha preso una piega interessante. Sono tre le tematiche strutturali su cui intervenire. La messa in sicurezza del bilancio dello Stato e la conseguente necessità di elevare in maniera significativa l’imposizione fiscale. Se in un mese riusciamo a individuare le condizioni politiche potremmo anche salvarci. Certo per i lavoratori dipendenti ci sarà un egualitarismo verso il basso con i frontalieri. Ma l’intervento più grosso riguarda la Pa.

Il terzo punto è la possibilità di avere credito, che dipende dalla risoluzione delle due prime problematiche. L’emergenza è arrivata e le forze politiche non possono sottrarsi dall’affrontarla. Il Psd è votato da sempre al martirio, dunque non ha problemi, ma la stessa cosa deve farla la maggioranza: dire al Paese che da domani ci saranno meno soldi in tasca. Accogliamo con interesse l’odg, peccato sia stato presentato solo dalla maggioranza. Un mese è pochissimo per cui sono necessari incontri continui per porare gli inteventi in Aula.

Un altro settore drammatico è la finanza privata: la ricapitalizzazione della Cassa di risparmio è un obiettivo prioritario, ma poi dobbiamo capire le prospettive per dare sviluppo al comparto bancario”.

Paride Andreoli, Psrs: “Condivido la necessità di individuare spazi comuni per quei progetti individuati dal Fmi, punti ineludibili per mettere al riparo la Repubblica da guai maggiori. Il Paese attraversa un periodo non facile, si salvano pochi settori, come il commercio e il turismo. Per cui il fine ultimo deve essere quello di salvare la Repubblica che tutti amiamo, al di là del colore politico. Da anni diciamo che il sistema bancario-finanziario è in continuo recesso e naviga in acque gelide. Ma è il vero motore dell’economia e oggi è quasi paralizzato. E così si bloccano i finanziamenti per le imprese e gli operatori. La politica deve mettersi intorno a un tavolo e il nostro partito ha proposto una serie di interventi.

Dopo la lettera di Monti attendiamo con impazienza la firma, la conseguente ratifica e l’uscita dalla black list. Significa rivedere il sole. Il report del Fmi preoccupa, ma ci dà anche la possibilità di intervenire e incidere maggiormente. Sull’odg vorremmo confrontarci, a noi non manca lo spirito di collaborazione. E attraverso il dialogo dobbiamo trovare un nuovo percorso per la Repubblica”.

Pier Marino Menicucci, Upr: “E’ un momento talmente delicato che ogni forza politica deve mettere al centro l’interesse del Paese. Gli effetti del report del Fmi ci preoccupano molto e desideriamo anche noi ragionarci. Alcuni colleghi l’hanno interpretato con una dose di realismo. La settimana scorsa ho partecipato all’audizione di Bcsm e dalla relazione emergono con chiarezza le difficoltà del sistema finanziario.
L’Italia in 20 anni ha affrontato momenti difficilissimi, ricordo la manovra Amato degli anni ’90, è stata imponente ma è servita per entrare nell’euro. Anche il governo Monti ha richiesto sacrifici. I momenti difficili vanno affrontati con realismo e capacità, ma bisogna dare anche una prospettiva. Questo finora è mancato. Va bene tutto purché si possa rimettere in piedi un Paese. E negli ultimi due mesi e mezzo altre 58 imprese sono uscite da San Marino. Dovremo fare uno sforzo per invertire questo trend.

Sulla ricapitalizzazione della Cassa di risparmio, il fatto che il Fmi l’abbia richiamata nel report
è importate per quello che la banca rappresenta per il Paese. E’ un problema di natura economica e finanziaria, ma soprattutto un problema politico. Le soluzione siano valutate coinvolgendo il Consiglio perché è un patrimonio comune che non può essere valutato solo dal governo”.

Interpellanze

Interpellanza presentata dal consigliere Iro Belluzzi (Psd) in merito alle affermazioni pubbliche di Gianni Pecci in occasione dell’evento “San Marino Futura, un modello di sviluppo per il Paese, un progetto di sviluppo per le persone”, nonché per conoscere i costi
di tale iniziativa.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per il Lavoro: “I difficili rapporti con la vicina Repubblica italiana, che da tempo stiamo vivendo e che hanno un impatto durissimo su ogni settore
economico del nostro Paese, impongono a ogni politico che abbia responsabilità di governo di attivarsi per il bene della Repubblica, anche adottando iniziative personali. L’incontro fra il sottoscritto e l’allora ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, si è tenuto a Milano, il 19 settembre 2011, alla caserma della Guardia di finanza in via Tarchetti, sede in cui abitualmente il ministro teneva incontri nel suo ufficio. Erano presenti anche Gianni Pecci e il consigliere diplomatico del ministro, l’ambasciatore Carlo Baldocci.
L’incontro, di carattere privato, si è svolto su mia iniziativa politica, in un momento in cui il rapporto con il ministro dell’Economia italiano era obiettivamente difficile, in un momento in cui tutti, ad onor del vero, politici di governo, maggioranza e minoranza, cercavano di stabilire un contatto politico-istituzionale con il titolare del ministero dell’Economia che, a nessun politico della Repubblica di San Marino voleva concedere un incontro.
La mia iniziativa politica personale nasceva dalla necessità di avviare e favorire un percorso di riapertura del dialogo politico e istituzionale con il governo italiano, di cui il ministro Tremonti
aveva obiettivamente assunto delega piena per quanto riguardava i rapporti con San Marino. La mia iniziativa avrebbe generato un incontro politico tra il ministero dell’Economia e una delegazione di governo sammarinese. Decisi di mantenere il riserbo per non condizionare le relazioni politico-diplomatiche tra i due Paesi, alla luce del nuovo governo italiano e per la permanenza nell’attuale
squadra del ministro dell’Economia di gran parte dello staff dell’allora ministro Tremonti.
L’incontro è stato lungo e approfondito e si è incentrato sulla illistrazione da parte mia di una esatta rappresentazione della situazione economico- industriale-finanziaria del mio Paese, oggi fortemente allineato agli standard internazionali e che ha agito con decisione per attuarli. E’ stata data esatta rappresentazione di come il sistema bancario e finanziario sia in una situazione di allineamento agli standard internazionali; di come la black list ponga enormi difficoltà al sistema industriale e all’economia reale; di come la disoccupazione ne sia fortemente condizionata; di come fossero assolutamente fondamentali i tempi di firma e ratifica dell’accordo contro le doppie imposizioni e di uscita dalla black list.
Il convegno “San Marino Futura”, tenuto lo scorso 27 febbraio, è stato promosso e organizzato dalla segreteria di Stato per il Lavoro con l’obiettivo di chiedere a ogni cittadino di coinvolgersi e di far
convergere il proprio apporto a quelli provenienti dalla società civile e dalle rappresentanze economiche e sociali del Paese per la definizione di scelte strategiche per il futuro. Come uomo politico con responsabilità di governo e prima ancora come sammarinese, ritengo non più rinviabile approfondire il dibattito e definire un percorso basato su un progetto articolato e omogeneo, condiviso dalla società sammarinese. Le proposte da me rese chiare per iscritto, le idee emerse da un’ampia rappresentanza della società e delle parti sociali sono stati un contributo serio, profondo
e appassionato. I costi del convegno sono stati pari a 1.620 euro, con imputazione sul capitolo delle
iniziative varie della segreteria di Stato”.

Interpellanza presentata dal consigliere Silvia Cecchetti (Psrs) sulla realizzazione del Parco scientifico tecnologico.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Si tratta di un progetto fondamentale per la Repubblica perché l’innovazione è strategica. L’università ne è parte integrante e non è masi stata tenuta in disparte. Infatti il rettore è membro, assieme ai coordinatori delle segreterie di Stato coinvolte, del gruppo di lavoro attivo dal novembre 2009.

La cronologia parte dal 31 marzo 2009 con la firma dell’accordo di cooperazione economica tra il segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni, e l’omologo italiano, Franco Frattini. Da lì è cominciato l’iter basato sul progetto del 2007, che però, non includendo uno studio di fattibilità, è stato ritenuto non concreto. Non si può infatti creare prima il contenitore e poi il contenuto. I ritardi sono dovuti anche alla vacatio del ministro italiano dello Sviluppo economico, ma ora speriamo in un’accelerata.

Il 26 gennaio del 2010 c’è stata la visita dell’allora ministro Claudio Scajola e l’impegno per una riunione tecnica che si è svolta il 5 marzo a Roma con l’impegno per coordinatori e rettore a entrare nel concreto. Poi però il ministero italiano è rimasto senza titolare e i lavori sono stati rallentati. Il 23 gennaio c’è stato l’incontro con il nuovo ministro Paolo Romani, dove è stata confermata la necessità dello studio di fattibilità e si è sottolineato l’importanza di lavorare sulle collaborazioni e non sulle duplicazioni di progetti simili già esistenti in Italia. Erano presenti anche le Regioni Marche ed Emilia-Romagna e l’associazione italiana Parchi scientifici e tecnologici, che ha dimostrato forte interesse. Il 14 luglio ho incontrato Romani e abbiamo concordato alcune modifiche al progetto: l’ubicazione, non più sul confine ma all’interno della nostra Repubblica. Il 30 settembre del 2011 sono stati calendarizzati i passi, mentre il 22 agosto Romani è salito in Repubblica. Poi c’è stato un nuovo rallentamento con la crisi di governo in Italia. Comunque il 18 novembre c’è stato un incontro per stendere il protocollo d’intesa tra i due Stati. I faccia a faccia sono stati continui, anche con l’associazione Parchi scientifici e tecnologici, un soggetto idoneo di cui avvalersi.

Il congresso di Stato ha deliberato di fare il protocollo d’intesa per le consulenze e di arrivare alla prima fase dello studio di fattibilità. Il consulente dovrebbe essere il polo di Navacchio e la nostra università avrà un ruolo fondamentale. Inoltre: c’è un accordo tra la segreteria di Stato per la Cultura e il Miur; si lavora al contenuto mentre l’area verrà individuata con lo studio di fattibilità, così come   l’ente gestore. Finora sono stati investiti tre milioni di euro, ma sarà sempre lo studio di fattibilità a fissare le priorità. Depositato c’è anche un progetto di legge del Psrs, con idee interessanti da valutare. Altre proposte arrivano dall’università. Nessuno vuole una cattedrale nel deserto, spero che il parco sia un progetto del Paese e non di un governo”.

Silvia Cecchetti, Psrs: “Ringrazio per l’articolata risposta. Il coinvolgimento dell’università c’è stato ed è fondamentale. Il progetto è strategico per tutte le forze politiche ed è doveroso continuare il dibattito. Anche perché il progetto è diverso da quello iniziale”.

 

Interpellanza presentata dal consigliere Paride Andreoli (Psrs) per conoscere i dettagli
relativi alle convenzioni stipulate dal governo con enti o privati cittadini forensi, in particolare per la manifestazione “Giornate Medioevali”.

Romeo Morri, segretario di Stato per la Cultura (in luogo del collega al Turismo Fabio Berardi): “Nel Medioevo noi eravamo uomini liberi, da altre parti c’erano i servi della gleba, è importante ricordarlo.
Durante le Giornate medioevali a San Marino si riuniscono gruppi di musicisti, balestrieri, sbandieratori, giullari per celebrare la festa nazionale del Medioevo. Rispetto alla scelta del signor Del Barna, quale direttore dell’evento, è stato usato il metodo del far sistema tra associazioni
di categoria e segreterie di Stato. Dal 2004 al 2009 le Giornate medioevali sono state firmate dal regista Philippe Macina. Ma era necessario rivalorizzare la qualità dei gruppi storici invitati e distinguersi dalle feste analoghe del circondario. Si è reso necessario un cambio di regia e la scelta è ricaduta su Del Barna, che aveva già rapporti professionali con San Marino ed era attivo da decenni con il gruppo degli sbandieratori di San Sepolcro e altri gruppi storici internazionali”.

 

 

Paride Andreoli, Psrs, replica: “Manca l’ultima risposta. Al punto ‘e’ chiedevo gli oneri economici di convenzioni stipulate dalla segreteria di Stato. Solo questo basta per trasformare l’interpellanza in mozione. Ad ogni modo questa non è un’interpellanza ‘Del Barna sì o Del Barna no’. E’ importante fare chiarezza. I disoccupati a San Marino sono 1.100 e ci risulta che, al di là di Del Barna, anche in altri settori del Paese ci si avvale di manodopera fuori territorio”.

 

 

 

Interpellanza presentata dal consigliere Francesca Michelotti (Su) per avere chiarimenti in merito all’accordo tra la Repubblica di San Marino e l’Organizzazione mondiale della sanità per lo stabilimento in territorio di un laboratorio strategico dell’Ufficio europeo Oms per gli Investimenti per la Salute e lo Sviluppo nei Piccoli Paesi.

Romeo Morri, segretario di Stato per la Cultura (in luogo del collega alla Sanità Claudio Podeschi): “Siamo da anni nell’Oms e l’Ufficio europeo per gli Investimenti per la Salute e lo Sviluppo nei Piccoli Paesi ci ha proposto una partnership. Da qui l’idea del laboratorio che è strategica per avere un ruolo primario nella ricerca sui fattori sociali che determinano la salute. E anche per avere maggiori rapporti con l’Oms. Il laboratorio offrirà formazione di alto livello e assistenza tecnica ai Paesi coinvolti per la promozione della salute. Lo sforzo economico messo in campo è nell’interesse del nostro Paese”.

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