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San Marino, il parco scientifico e tecnologico per una green economy

da Redazione

Serata al Lions club San Marino: la preziosa relazione dell’architetto Valeria Stacchini.

 

di Alessandro Carli

 

E’ il tempo delle scelte. Un refrain che rimbalza anche all’interno del Lions club San Marino, che martedì sera al Grand Hotel, ha voluto proporre un contributo concreto sulle traiettorie che il Titano deve intraprendere. Un contribuito che, come ha spiegato il Presidente Emanuele Guidi, guarda sempre con maggior attenzione alla sostenibilità e alla green economy. “Non basta più produrre – ha sottolineato -, l’importante è cosa produrre e come produrre. L’obiettivo strategico dei Paesi del Nord Europa è il ‘fattore quattro’, cioè raddoppiare il benessere dimezzando l’utilizzo delle risorse e dell’energia. E noi, a San Marino, di fronte al crollo del sistema economico produttivo, cosa pensiamo di fare? Da tempo si parla della costituzione di un parco scientifico e tecnologico. Ma non basta costruirlo, pensando che sia il toccasana di tutti i nostri mali. Probabilmente occorre orientarsi verso un eco industrial park, e di sviluppare una green economy che ci consenta di salvaguardare il nostro territorio e l’ambiente”. Preziosa, in questo senso, la relazione – “Un eco-industrial park a San Marino?” – che l’architetto sammarinese Valeria Stacchini, dipendente dell’Ufficio ricerca e innovazione della provincia di Bologna, ha portato ai soci del Lions. Dopo aver definito il termine “ecologia industriale” (la disciplina che applica ai sistemi industriali i principi che regolano i sistemi biologici e gli ecosistemi, che sono caratterizzati da rapporti simbiotici e da assenza del concetto di rifiuto), Valeria Stacchini ha portato tre esempi di virtuosismo in scala mondiale: il parco eco-industriale di Kalundborg, in Danimarca (“L’amministrazione locale e alcune aziende si scambiano sottoprodotti al fine di ottenere vantaggi ambientali ed economici” ha evidenziato l’architetto), quello di Burnside, in Canada – che si estende su una superficie di 1.400 ettari, e che vede la presenza di 1.300 imprese e 17.000 addetti – e quello francese di Plaine de l’Ain. Valeria Stacchini poi ha portato ad esempio la propria esperienza bolognese: “La mappatura delle aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA) in Italia evidenzia che in Emilia-Romagna siano attive 30 iniziative, e sette nelle Marche”. A fine presentazione, il dibattito sull’applicabilità dei modelli sul Titano. Le due regioni limitrofe hanno dimostrato grande entusiasmo nei riguardi nel progetto. E’ necessario però ragionare in un’ottica di sinergia e di sistema Paese, prestando grande attenzione alla produzione dei rifiuti e al risparmio energetico. Un parco tecnologico, che sappia rispettare l’ambiente e che sappia generare un valore aggiunto.

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