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Rai o non Rai, a SMtv manca un progetto concreto

da Redazione

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Gatti (Pdcs) e Stolfi (Psd) evidenziano le criticità di SMtv. Che deve diventare vetrina del Titano. “Le potenzialità di questo strumento ci sono”.

 

di Alessandro Carli

 

Come in Italia, così a San Marino. Certo, quando si parla di televisione pubblica, è facile che la discussione si sintonizzi sui canali più disturbati. E SMtv non è stata da meno: nei giorni scorsi infatti, durante la seduta del Consiglio Grande e Generale, il dibattito non ha risparmiato nessuno. Dibattito nato dalla delicata fase che sta avvolgendo il futuro della tv sammarinese, e che si dipana tra i finanziamenti Rai, il passaggio sul digitale terrestre e i progetti aziendali da inseguire e realizzare. Abbiamo provato ad aprire un dibattito sulla televisione pubblica, che riteniamo una risorsa fondamentale per lo Stato.

Il legame che unisce SMtv e Rai è più che ventennale: nel 1991 la Rai versava 6 miliardi di vecchie lire, tramutati successivamente negli attuali 3 milioni di euro. Arrivati però, negli ultimi anni, ai tempi supplementari attraverso un emendamento al Milleproroghe. Maggioranza e opposizione – particolarmente interessate all’argomento – non si sono risparmiate. Per par condicio, abbiamo così raccolto le parole di Marco Gatti (PDCS) e Fiorenzo Stolfi (PDS).

“Le potenzialità della tv di Stato sono ampie – esordisce il segretario del PDCS, Marco Gatti – ma solamente una parte è stata sfruttata. L’investimento tecnologico deve ancora essere fatto. Le potenzialità però ci sono. Certo, intermini di concessioni, dall’accordo con l’Italia si poteva ottenere di più. Dal mio punto di vista, l’accordo con la Rai possiede alcuni punti di debolezza. In primis, la cifra, che non è così alta, anche in virtù delle frequenze che San Marino ha lasciato all’Italia. Successivamente, dobbiamo capire l’interesse che realmente la Rai ha per la tv sammarinese. E non parlo solo di contropartite economiche, ma soprattutto di contenuti, di produzione. Se si approfondisse la sinergia, credo che si potrebbero aprire una serie di opportunità. Per riuscire a raggiungere una platea più vasta ed essere interessanti, occorre lavorare su contenuti differenti: il satellite e il digitale terrestre. Occorre fare altri passi in avanti, e migliorare l’immagine del Paese. Attraverso il satellite, ti rivolgi al mondo. SMtv deve ragionare in termini di entrate: la sensazione è che si tratti di una televisione costruita sui finanziamenti e non sugli introiti. Ed invece credo che la tv di Stato potrebbe davvero rappresentare uno strumento interessante per chi vuole investire nel nostro Paese: programmi specifici, promozione dei prodotti… complessivamente credo che ci sia la necessità di attivare un processo interno di trasparenza, in senso positivo. Creare un piano aziendale e vedere che risultati porta”. E in merito allo stato dell’arte dell’informazione locale, Gatti si dice deluso. “Deluso anche dalle informazioni interne”, che hanno “un’impostazione che tende a danneggiare lo Stato di cui fanno parte”. Per il segretario, “anche le notizie positive vengono riprese con accenti negativi”. E in merito ad una legge che normi l’editoria, Gatti chiarisce che “gli ordini professionali hanno un senso quando rispettano le norme deontologiche. In particolar modo, un ordine dei giornalisti sarebbe importante: c’è differenza tra un giornalista che riporta le notizie e un opinionista, che si esprime su un fatto o un argomento. Ci vuole un approccio verso la ricerca della verità: le informazioni vanno verificate. Quando dai una notizia, non serve smentirla. La notizia è già stata sparata e ci vuole molto tempo” sia per recuperare la credibilità che per dimostrare il contrario”.

La riflessione di Fiorenzo Stolfi parte da una base di strategia. “Se guardiamo la tv di Stato sotto il profilo aziendale – perché di azienda pubblica si tratta in quanto riceve finanziamenti sia dall’Italia che da San Marino -, credo che manchi una vera mission, un piano industriale da inseguire e raggiungere. Come ho evidenziato in Consiglio Grande e Generale, non abbiamo a disposizione i dati di ascolto, e nemmeno il numero dei dipendenti, così come manca il conteggio dei consulenti esterni, i costi e lo stato dei conti, l’andamento del bilancio e della raccolta pubblicitaria, gli obiettivi aziendali e gli investimenti tecnologici e sulla formazione. Il passaggio sul satellite è stato giusto ed inevitabile, ma è stato fatto senza pensare a cosa portare su quella piattaforma. Non c’è stato un supporto economico e non è stato pensato all’introito. Il rischio è quello che l’azienda vada in difficoltà. Io credo che sia necessario stabilire una strategia, un vero piano aziendale di sviluppo. E non solo da parte da parte del Consiglio di Amministrazione. La Rai – come sappiamo, il CdA è composto per il 50% dalla Rai, che sceglie il direttore, e per il 50% da San Marino, che sceglie il Presidente – non ha mai dimostrato di voler sviluppare e far crescere la televisione locale. E’ San Marino che fa la parte del leone: è il Titano che ha più interesse nel far crescere la tv. Ma per farla crescere, occorre che il Presidente e il direttore chiariscano l’obiettivo dell’impresa. Secondo me, non va bene come vengono gestite le informazioni: la SMtv dovrebbe essere una vetrina di promozione del territorio. Oggi esce un’immagine del Paese vecchia, ammuffita. In merito al satellite – benedetta concorrenza – è chiaro che non possiamo competere con i colossi. Dobbiamo concentrarci sui prodotti di nicchia, che toccano il nostro territorio e il circondario. Che dia luce alle caratteristiche del Monte, che dia spazio al mondo imprenditoriale. La mia impressione è che si navighi a vista. Che si viva alla giornata a causa di un’esigenza di visibilità. Paghiamo per squalificarci”. Fiorenzo Stolfi elogia un certo tipo di informazione: quella della carta stampata, fatta con “una certa credibilità e professionalità: indagini, notizie, eccetera. Il voto migliore lo assegno proprio alla carta stampata: la televisione, dal mio modo di vedere, è stereotipata, sempre attenta a non disturbare troppo. Dobbiamo far cresce l’informazione. Come? Attraverso la formazione e un codice deontologico. E’ importante che San Marino spinga sulla crescita del settore. Il livello di civiltà di un Paese si misura anche su come produce informazione. Bisogna dare ordine al settore: eliminare le distorsioni, e avere anche una certa trasparenza sulle proprietà dei giornali”.

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