Home FixingFixing Goccia cinese: crisi economica? Meglio parlare di crisi di valori

Goccia cinese: crisi economica? Meglio parlare di crisi di valori

da Redazione

Di questi tempi molti si sono occupati del binomio cultura/economia evidenziando come, più che di crisi economica, si debba parlare di crisi di valori.

 

Di questi tempi molti si sono occupati del binomio cultura/economia evidenziando come, più che di crisi economica, si debba parlare di crisi di valori. Siamo dunque alla ricerca di una rinascita, pur non sapendo ancora a quali valori ancorare il nostro miracolo economico. Ci ricorda per esempio Giuseppe Marzi, autore del bellissimo “Il viale delle rose. Storie di ebrei rifugiati nella Repubblica di San Marino durante la seconda guerra mondiale” che il tedesco Gerhard Richard Gumpert, segretario dell’ambasciata tedesca in Vaticano, ebbe con il Titano un rapporto privilegiato e scelse di soggiornarvi per qualche tempo dopo che, passandovi per caso nell’ottobre 1943, fu invitato a restare dagli stessi sammarinesi che gli chiesero aiuto per affrontare uno dei momenti più difficili della storia del Paese. Egli era certamente uomo dai grandi valori se, come ci racconta lo stesso Marzi, dopo gli eventi dell’8 settembre, venuto a conoscenza dell’intenzione di Kappler di attuare rappresaglie sui civili italiani, nonché delle imminenti deportazioni degli ebrei nei lager nazisti, egli scrisse una lettera a nome del Santo Padre senza che questi ne sapesse nulla. Fingendosi il Papa egli chiese a Hitler di non attuare nessuna repressione sulla popolazione civile e sugli ebrei romani, pena una sua dura presa di posizione contro la Germania. Dopo la guerra la lungimiranza di Gumpert si rivelò anche in campo economico, egli ottenne infatti dallo stesso Adenauer parere favorevole alla distribuzione della Volkswagen in Italia. Era tempo a suo dire che il commercio riallacciasse rapporti sfilacciati dall’odio e dalla legittima voglia di giustizia. Peraltro era stato sempre Adenauer ad aprire la strada a nuove relazioni commerciali, a dispetto delle considerazioni giuridiche, egli aveva accettato che la Germania pagasse per i crimini nazisti. “Non legge ma coscienza” aveva detto, o meglio una ragione di opportunità internazionale che spingeva più meno di controvoglia, a “buone azioni” sostanziate di molti zeri. Fa dunque bene rispolverare la Storia di uomini di spessore che ebbero a cuore il destino di San Marino e che ora ci indicano una strada disseminata di valori e successi anche economici.

 

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