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Emilia Romagna Ridens per Information technology

da Redazione

In Italia un’impresa su dieci del settore si trova in questo territorio regionale. Il comparto fa capo ad oltre 6.500 imprese. Totale 34 mila addetti.

 

di Saverio Mercadante

 

C’è crisi, persistono elementi di debolezza: ritardi d’innovazione sia in ambito di Information Technology sia in ambito organizzativo,  e una domanda interna ancora poco sofisticata. Eppure l’Emilia Romagna, rimane una delle regioni italiane che puntano più sull’innovazione. In Italia un’impresa su dieci di Information Technology si trova in Emilia-Romagna. Il settore regionale fa capo ad oltre 6.500 imprese, poco meno del 9% delle aziende Information Technology nazionali per un totale di circa 34mila addetti, corrispondente al 9% della forza lavoro del comparto a livello nazionale (poco meno di 82mila imprese registrate e oltre 372mila addetti).  Dunque nonostante la situazione di crisi, il trend delle imprese attive nel settore Information Technology in Emilia-Romagna è positivo, registrando negli ultimi anni tassi di crescita costanti. I dati provengono da una ricerca condotta da NetConsulting. Lo studio mette in luce come l’adozione di soluzioni Information&Communication Technology giochi infatti un ruolo fondamentale di supporto alla crescita con ritorni immediati in termini di efficienza ed efficacia dell’attività di business. Da questo dato discende direttamente l’importanza del comparto Information Technology per promuovere e veicolare l’innovazione tra le aziende locali soprattutto di medie e piccole dimensioni. L’Emilia Romagna, tra l’altro, ha messo in campo la Rete regionale per l’alta tecnologia e i 10 tecnopoli.  A fine 2011 è stato chiuso il secondo bando per passare dai distretti produttivi ai distretti tecnologici: stanziati 12,5 milioni di euro, finanziando 16 programmi per altrettanti distretti produttivi, per un totale di 93 reti di impresa e oltre 300 aziende collegate per realizzare ricerca. Le risorse servono per finanziare anche un primo anno di lavoro per oltre 300 ricercatori. Tuttavia, l’andamento degli investimenti in Information Technology nell’ultimo biennio mostra anche in Emilia-Romagna un rallentamento (meno 1,2%) e, per implementare le ampie potenzialità di sviluppo “è necessario favorire la creazione di reti di impresa”. A contribuire in modo determinante allo sviluppo di una piattaforma Ict in Emilia-Romagna è il progetto per la realizzazione della rete dei tecnopoli per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico. L’intervento vede un investimento complessivo pari a 240 milioni di euro, di cui 64,2 milioni cofinanziati dal Programma Fesr. Al settore Information Technology è dedicata in modo specifico una delle sei piattaforme di riferimento della nuova Rete regionale dell’alta tecnologia.

 

Spinner, dalla Regione 1,8 milioni di euro per 40 borse di ricerca


Materiali compositi intelligenti,  nanotecnologie per l’oncologia,  alimenti funzionali alla progettazione delle “città compatte”. Sono alcuni dei settori di cui si occuperanno i dottorandi degli 11 progetti finanziati dalla Regione con risorse del Fondo Sociale Europeo attraverso il Consorzio Spinner. Gli 11 progetti, selezionati tra 67 presentati complessivamente dagli atenei regionali in collaborazione tra loro, prevedono la realizzazione di 38 dottorati di ricerca, con un finanziamento di 1 milione e 846 mila euro, pari a 48.600 euro per ciascuna borsa di dottorato. Saranno 4 i progetti coordinati dall’Università di Bologna, 3 dall’ateneo di Modena e Reggio Emilia, 3 da quello di Parma e 1 dall’Università di Ferrara. Le 38 borse di ricerca sono così suddivise: 13 all’Università di Bologna, 9 a Parma, 8 a Modena e Reggio Emilia, 7 all’Università di Ferrara e 1 alla sede piacentina del Politecnico di Milano. Gli atenei hanno già pubblicato i bandi e selezionato i dottorandi che lavoreranno per tre anni – da gennaio 2012 a dicembre 2014 – alla realizzazione dei progetti. In accordo con la Fondazione Marco Biagi, Spinner 2013 ha inoltre finanziato altre due borse di ricerca per altrettanti percorsi di dottorato. Un progetto di ricerca analizzerà gli indicatori di benessere collettivo con un approccio trasversale agli ambiti di psicologia, sociologia, filosofia ed economia, mentre il secondo studierà l’evoluzione delle professioni e degli ordini in correlazione allo sviluppo del territorio. La novità di questo progetto è il finanziamento delle le reti, non delle singole università . Si è chiesto che i ricercatori dell’Emilia Romagna si mettessero assieme e facessero delle proposte di ricerca. Così la Regione investe sul suo vertice educativo, dopo aver lavorato a una struttura che va dalla formazione professionale a quella tecnico-superiore fino al dottorato. Elemento fondamentale è spingere tutti a lavorare insieme su grandi temi di dimensione europea. Sono state dunque introdotte reti di dottorato fortemente connesse con le grandi traiettorie strategiche della Regione Emilia-Romagna finanziando undici delle 67 proposte giunte da gruppi di ricerca, e la valutazione è stata fatta proprio su quelle tematiche che hanno un futuro per lo sviluppo regionale. È stato inoltre uno dei primi momenti in cui è stata sperimentata la rete delle Università dell’Emilia-Romagna, che costituirà uno degli asset  fondamentali per il futuro della regione.

 

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