Home FixingFixing Crisi? Non per il settore bellico: 1.800 miliardi di dollari nel 2011

Crisi? Non per il settore bellico: 1.800 miliardi di dollari nel 2011

da Redazione

Folle spesa greca, 7 miliardi di euro (il 3% del PIL). Rilancio del riarmo nel 2012 per Cina e USA. Italia ottava potenza militare mondiale. Nell’anno in corso spenderà oltre 23 miliardi di euro.

 

di Saverio Mercadante

 

I Merkozy, predicano bene e razzolano male. Ha fatto una certa impressione nelle settimane scorse scoprire che Francia e Germania da mesi appendevano il loro consenso per il prestito alla Grecia al chiodo delle commesse militari elleniche. Niente soldi, se non comprate un po’ delle nostre armi. Nel 2012 la spesa militare ellenica ammonterà a 7 miliardi di euro. Quest’anno andrà via in armi il tre per cento prodotto interno lordo. Solo gli Stati Uniti, in proporzione, spendono così tanto. E’ per la Grecia il 18,2 per cento in più rispetto al 2011.  L’Italia è ferma a meno dello 0,9 per cento del Pil. Nel 2012 spenderà oltre 23 miliardi di spesa: è l’ottava potenza militare mondiale al mondo. Nel mondo le spese militari crescono parallelamente in maniera vertiginosa: nel 2011 i primi dati a disposizione parlano di 1800 miliardi di dollari, il 50 per cento in più rispetto al 2001. Ha fatto ancora una certa impressione in questi giorni quel più 11,2 per cento in più delle spese militari cinesi: circa 110 miliardi di dollari… Queste le cifre ufficiali. Ma secondo gli esperti internazionali la cifra sarebbe molto, molto più alta: si prevede che il budget militare arriverà a 238 miliardi di dollari entro il 2015. Le cifre ufficiali dicono che la Cina ha speso, nel 2011, meno dell’1.5% del suo Pil per la difesa; per gli  analisti indipendenti oltre il 2% con le spese per l’esplorazione spaziale portata avanti dai militari cinesi. La spesa militare cinese è la seconda più alta al mondo, dopo gli Stati Uniti, prevista in 707 miliardi di dollari nel 2012, comprese le missioni militari all’estero. Negli ultimi venti anni il budget militare cinese ha registrato aumenti a due cifre. La crescita annuale della Cina per quanto riguarda l’apparato militare è stata in media del 10% nell’ultimo decennio, con variazioni di anno in anno. Dal 2006 al 2008, infatti, l’aumento medio annuale è stato del 18%. Ma la corsa agli armamenti  in oriente non riguarda solo la Cina: anche l’India, l’Indonesia e il Vietnam hanno aumentato i loro investimenti nella difesa. La Cina anche se fa crescere il settore della difesa più della crescita del suo prodotto interno lordo, rassicura i paesi vicini: l’aumento delle spese  a parere del governo è in linea con un’economia in crescita e non rappresenta una minaccia per gli assetti regionali. “Il governo cinese ha mantenuto una crescita ragionevole e ha adeguato le spese della Difesa, grazie al rapido sviluppo economico e sociale e al costante aumento di entrate fiscali”. Insomma, il Dragone, non più nano politico e gigante del’economia, vuole essere protagonista globale anche dal punto di vista militare. L’aumento delle spese militari sembra una risposta al  nuovo piano di difesa degli Stati uniti. A dicembre, infatti, il Congresso statunitense, ha approvato un bilancio da 662 miliardi di dollari per le spese militari. L’altro ordine di problemi riguarda la sicurezza dei propri cittadini nel resto del mondo. Sono decine e decine di migliaia, i cinesi che lavorano nei vari continenti in aree a rischio, grazie ai poderosi investimenti sia pubblici che privati oltre confine. L’altra grande questione sono i conflitti territoriali ancora non giunti a soluzione. Una per tutte quella con il Giappone per le isole Diaoyu, il gruppetto di isolotti disabitati nel Mar Cinese orientale, oltre ad altre controversie con Vietnam e Filippine nell’area meridionale.

 

L’analisi sul 2010 del SIPRI


Secondo i dati analizzati dal SIPRI  (Stockholm International Peace Research Institute, la spesa militare mondiale per l’anno 2010 è risultata pari a 1.630 miliardi di dollari: ciò rappresenta un incremento dell’1.3% in termini reali rispetto all’anno 2009 e un incremento del 50% rispetto al 2001. La spesa militare globale costituisce il 2.6% del PIL mondiale: equivale a 236 dollari pro capite. Tale crescita è dovuta, quasi interamente, agli Stati Uniti: infatti, la spesa militare nel resto del mondo è aumentata solo dello 0.1%. Inoltre nel periodo 2001-2010 la spesa militare americana è cresciuta dell’81%, mentre quella del resto del mondo è aumentata del 32%. Tuttavia il trend della spesa militare varia considerevolmente da regione a regione: nel 2010, aumenti significativi si sono registrati in Sud America (5.8%) e in Africa (5.2%), mentre in Nord America (2.8%), in Medio Oriente (2.5%) e in Asia e Oceania (1.4%) gli aumenti sono stati inferiori rispetto agli anni precedenti. In Europa invece (per la prima volta dal 1998) si è registrato un calo (pari al 2.8%) della spesa militare. In molti casi la diminuzione, o l’aumento più lento, della spesa militare rappresenta una reazione alla crisi economica mondiale che ha avuto inizio nel 2008. Oltre agli Stati Uniti, paese leader nel settore,  sei potenze regionali emergenti (Cina, Russia, India, Brasile, Turchia e Sudafrica), grazie ad una rapida crescita economica, hanno intrapreso significativi processi di modernizzazione del sistema militare, hanno registrato rapidi aumenti (ad eccezione della Turchia nel 2010: occupa comunque la quindicesima posizione fra i paesi che registrano una maggiore spesa militare) della spesa militare e hanno assunto, dal punto di vista sia politico sia economico, un ruolo chiave all’interno delle proprie regioni e una certa rilevanza anche a livello mondiale.

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