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San Marino, debito pubblico – PIL: rapporto al 30% in 4 anni

da Redazione

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Il Fondo Monetario Internazionale nella sua relazione finale ha detto tante cose che San Marino Fixing sostiene da tempo. Sarebbe importante che la politica riuscisse davvero a metterli in pratica.

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La previsione apocalittica dell’FMI per il minuscolo bilancio del Titano: il rapporto tra il debito pubblico e il PIL salirà al 30% entro i prossimi 4 anni. Ma tante richieste del Fondo Monetario andrebbero ascoltate: introduzione dell’IVA, più flessibilità, un taglio ai costi del monte stipendi e salari della PA…


IL REPORT INTEGRALE DELL’FMI

 

SAN MARINO – Il Fondo Monetario Internazionale nella sua relazione finale al termine della visita sul Titano ha detto tante cose che San Marino Fixing sostiene da tempo. Non si tratta però di ovvietà. Ed è importante che i suggerimenti, chiamiamoli così, arrivino da una fonte così autorevole. Altrettanto importante sarebbe che la politica riuscisse davvero a metterli in pratica, tali suggerimenti. Ma di questo purtroppo, noi che andiamo raccontando le quotidiane cronache politiche di questo Paese, dubitiamo fortemente.

Cosa ha detto l’FMI a San Marino? I capitoli di cui si compone la relazione finale sono la previsione economica, l’analisi del settore finanziario, le scelte di politica fiscale, le indispensabili riforme strutturali e, dulcis in fundo, il nodo dell’inadeguato sistema statistico.

 

 

Contesto preoccupante

Per quello che riguarda la previsione economica gli scenari futuri per la Repubblica di San Marino nei prossimi anni non sono certo rosei. Anni di difficoltà hanno provocato una diminuzione dei consumi, la crisi italiana non aiuta di certo le imprese sammarinesi che gravano su quel bacino, la disoccupazione e l’emergenza del settore edile sono questioni che vanno affrontate. Certo, firmare l’armistizio con l’Italia sarebbe importante per riposizionare l’economia del Titano.

 

 

Carisp da ricapitalarizzare

Il settore finanziario è stato messo in ginocchio dallo scudo fiscale di monsieur Tremonti, lo stesso che – abbiamo appreso in questi giorni – voleva la testa di alcuni politici sammarinesi per decidersi a perdonare il Titano e invece è stato fatto fuori a sua volta. Da allora il flusso dei depositi ha proseguito a sgocciolare giù dal Monte e questo fatto da solo basterebbe a smentire i vari esponenti della Guardia di Finanza che continuano nello stillicidio di accuse a San Marino. Tornando al report, l’FMI vede come priorità assoluta una ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio, anche con un intervento dello Stato. Valutato positivamente, di contro, lo sforzo teso a rafforzare l’indipendenza di Banca Centrale, così come quello per migliorare la trasparenza del sistema e la vigilanza.

La missione del Fondo Monetario ha evidenziato che i rapporti del Moneyval (2010) e OCSE (2011) hanno rilevato miglioramenti legislativi e incluso raccomandazioni per un ulteriore miglioramento ed ha invitato a stringere i tempi.

 

 

Finanza e nuovi driver

Per quello che riguarda l’impegno, da parte del ridimensionato sistema bancario-finanziario sammarinese, di trovare nuovi driver di sviluppo “sono state intraprese poche azioni pratiche per individuare un vantaggio competitivo internazionale”, unica soluzione contro il declino. Per l’FMI sono necessarie azioni sia per individuare l’eventuale vantaggio competitivo sia per prepararsi per un settore finanziario più esiguo, se tale vantaggio non sussiste.

 

 

PIL 2012: troppo ottimismo dal Governo

Ma il vero nodo per “salvare” la Repubblica di San Marino da questa crisi così profonda riguarda le politiche fiscali che dovranno essere adottate. Qui l’FMI sfonda una porta aperta sostenendo che gli introiti finanziari sono insufficienti, diminuiti in termini reali di un terzo negli ultimi 4 anni, mentre la spesa ha subito una diminuzione, sempre in termini reali, di appena il 17%. Il disavanzo del PIL per il 2012 secondo la Legge di bilancio triennale approvata pochi mesi fa dal Consiglio prevede un -2,4%, mentre l’FMI è decisamente più pessimista e nella sua relazione parla di un -3,5% del PIL per quest’anno.

 

 

Debito in impennata

Viene riconosciuta al Governo sammarinese la volontà di consolidare le finanze pubbliche. l’imposta patrimoniale speciale e l’imposta minima sul reddito societario (applicata anche agli autonomi) sono state calcolate in un punto di PIL, ma questa non è considerata una strategia sufficiente, soprattutto nel medio termine, tanto che il “caldo” invito è quello di intraprendere riforme più generali e durature nell’ottica di un consolidamento.

In base alle politiche attuali il Fondo Monetario prevede un’impennata impressionante del debito pubblico, dall’attuale 17% del PIL addirittura al 30% entro il 2017. Per stabilizzare la situazione al 20% viene richiesto a San Marino di intervenire applicando misure permanenti di consolidamento del 2,5% del PIL a partire dal 2013. Viene raccomandato di “diminuire le esenzioni e detrazioni dell’imposta sui redditi e di estendere l’applicazione delle imposte indirette”. Ad esempio, l’FMI chiede alle autorità di prefiggersi l’obiettivo di aumentare l’aliquota effettiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche: attualmente è pari al 6,5%, la media dell’Unione Europea è tre volte tanto.

 

 

Si passi finalmente all’IVA

Un altro invito rivolto al Governo Titano riguarda un’altra battaglia che vede Fixing impegnato da mesi, quella per abbandonare l’anacronistica imposta monofase per un più idoneo regima IVA o con un’imposta sulle vendite al consumo.

 

 

Taglio netto alla PA

Per quello che riguarda la Pubblica Amministrazione, l’FMI attende la reale attuazione degli interventi strutturali che dovranno ridurre il suo monte salari e stipendi. Così come attende l’introduzione della riforma tributaria, in quanto l’attuale sistema è troppo complesso per un piccolo Paese come San Marino. Un’altra segnalazione riguarda infine l’attività dell’AASS sul mercato italiano degli scambi di energia: poiché tali attività non sembrano correlate direttamente con le esigenze energetiche del Monte, l’FMI chiede di monitorare attentamente tali attività al fine di ridurre al minimo i rischi per le finanze pubbliche.

 

 

Riforme e flessibilità

E poi c’è il capitolo riforme, un’altra battaglia portata avanti da Fixing. Le misure introdotte per la liberalizzazione e la razionalizzazione dei mercati dei prodotti, riporta il documento del Fondo Monetario, sono da vedere con favore ma non sono chiaramente sufficienti. Permangono ostacoli e passaggi burocratici pesanti che compromettono la flessibilità e la competitività del sistema economico.

Sono altresì visti negativamente gli ostacoli all’assunzione di lavoratori non residenti (frontalieri) altamente qualificati. Altri palesi limiti strutturali evidenziati sono il fatto che la PA è il principale datore di lavoro e i regolamenti che intralciano i regolamenti: per l’FMI questi sono fattori negativi che ostacolano un’occupazione nel settore privato che sia dettata dal mercato.

 

 

PIL potenziale, -20%

La crisi del settore finanziario e la sensibile riduzione della base manifatturiera portano ad un’altra drammatica stima dell’FMI, che sostiene come il PIL potenziale del Titano sia calato di ben 20 punti percentuali negli ultimi anni, una china di cui ancora non si vede peraltro la fine.

La soluzione dovrebbe essere l’esplorazione di nuove strade da parte di Governo e settore privato per una crescita sostenibile. Il discorso vale soprattutto per il comparto turistico, ma anche per attività economiche di nicchia dove la realtà statuale di San Marino può comportare chiari vantaggi.

 

Le statistiche dove sono?

Ultima nota dolente del Rapporto riguarda la limitata disponibilità delle statistiche macroeconomiche. Anche in questo caso viene dato atto a San Marino di aver compiuto numerosi progressi, ma le statistiche di contabilità nazionale e i dati di natura fiscale sono tutt’altro che vicini agli standard internazionali e sono disponibili solo con notevole ritardo. Inoltre, è scritto ancora nel report, la mancanza di dati sulla bilancia dei pagamenti ostacola un’analisi più approfondita delle relazioni macroeconomiche. E qui la pecca riguarda Banca Centrale, a cui spetta questo compito. Di proiezioni macroeconomiche standard non se ne parla proprio mentre dati statistici aggiornati e trasparenti sui conti pubblici e sulle condizioni economiche dello Stato sono indispensabili per poter sviluppare politiche economiche adeguate e bilanci realistici. Le risorse umane impiegate per questa impellente necessità secondo il Fondo Monetario Internazionale sono insufficienti e noi continuiamo a chiederci se non sia possibile dirottare qui alcune delle risorse umane in esubero in altri settori della pubblica amministrazione. Ma anche questa, dispiace dirlo, finché non cambierà radicalmente l’approccio dell’ente pubblico, ci pare proprio una battaglia persa.

 

Loris Pironi

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