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La Svizzera boccia il referendum per aumentare da 4 a 6 le settimane di ferie

da Redazione

Svizzera bandiera sui montiNiente ferie (in più), siamo svizzeri. Si può commentare così, parafrasando il titolo della celebre commedia britannica degli anni Settanta, il risultato del referendum proposto dal sindacato e bocciato miseramente dai cittadini elvetici questo fine settimana. Un referendum che chiedeva di aumentare le ferie minime da 4 a 6 settimane l’anno.

Mentre a San Marino il Consiglio Grande e Generale (cioè la politica) ha bocciato l’istanza della cittadinanza che chiedeva di aumentare la competitività della propria economia diminuendo i giorni di ferie, dunque la Svizzera (la popolazione, non la politica) ha saggiamente deciso che è più importante salvaguardare le imprese già provate dalla crisi che migliorare le condizioni lavorative.

Per la cronaca a San Marino i giorni di festa ogni anno sono 5 in più rispetto all’Italia, compresi il Corpus Domini (a cui l’Italia ha rinunciato già da anni) e i due giorni celebrativi in più (il 1° aprile e il 1° ottobre) per la cerimonia d’insediamento dei Capi di Stato, che restano in carica 6 mesi. L’Istanza d’Arengo, ovvero la proposta di legge di iniziativa popolare che era stata lanciata da un gruppo di imprenditori, chiedeva non l’abolizione delle festività ma almeno lo spostamento alla domenica di alcune di esse.

 

Tornando al referendum elvetico, a proporlo erano state le formazioni politiche di sinistra (all’opposizione) spalleggiate dai sindacati, al grido di “sei settimane di vacanza per tutti”. Gli imprenditori e i partiti di area centrodestra invece osteggiavano la proposta. Che è stata bocciata da due svizzeri su tre. Il no ha infatti vinto con il 66,5%, proposta bocciata in tutti i cantoni. Compreso quello di lingua italiana, sia pure di misura.

Per la cronaca, in Svizzera è già il sesto tentativo di far passare tramite referendum un miglioramento delle condizioni lavorative che viene bocciato.

E’ evidente la maggiore responsabilità sociale della popolazione dei cantoni rispetto alla Penisola.

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