Home FixingFixing Diario della crisi del 9 marzo 2012

Diario della crisi del 9 marzo 2012

da Redazione

Allarmanti rumors provenienti dal Credit Suisse prevedono una bolla immobiliare alimentata da speculazioni, tassi di interesse bassi, ma anche domanda reale.

 

di Saverio Mercadante

 

No, anche la Svizzera, no. L’ultima intoccabile, non scalfita dai subprime e dal debito sovrano, cede alla crisi. Allarmanti rumors provenienti dal Credit Suisse prevedono una bolla immobiliare alimentata da speculazioni, tassi di interesse bassi, ma anche domanda reale. Ma è sempre la Grecia al centro della crisi. Oramai si parla di fallimento controllato, anzi è Atene che minaccia pronta a imporre le condizioni a tutti. Gli Italiani intanto, stessa faccia stessa razza, ne approfittano per fare shopping sulle isole elleniche. Le famiglie italiane spendono una media di 100-150 mila euro e usano per lo più i propri risparmi senza accendere mutui. Acquistati 5.200 immobili nel 2011. Motore di attrazione il crollo del 40-50% dei prezzi del residenziale. Un bagno di sano realismo dopo un decennio nel quale la bolla speculativa si era gonfiata al ritmo del 10% l’anno. Però le isole tengono in qualche modo il prezzo, in particolare gli immobili di fascia medio-alta delle località turistiche: solo circa il 25% in meno. In occasione dell’8 marzo il World Economic Forum ha affermato che la Norvegia è il posto migliore al mondo per fare la mamma, con un basso rischio di mortalità materna,(un decesso ogni 7.600 parti). In Burundi le donne lavorano quanto e più degli uomini. È l’unico Paese dove il tasso di lavoratrici è del 92% ed è superiore a quello degli uomini: 88%. La Thailandia ha la più alta percentuale di donne in ruoli di top management (45%). Il posto migliore per essere una donna è l’Islanda. Secondo l’indagine dell’Independent l’isola ha la maggiore parità tra uomini e donne, tenendo conto la politica, l’istruzione, l’occupazione e gli indicatori di salute. In Norvegia e in Lussemburgo le donne e gli uomini hanno lo stesso stipendio, almeno per i redditi intorno sui 40 mila dollari. Un abisso rispetto all’Arabia Saudita, dove le donne guadagnano 7.157 dollari e gli uomini 36.727.

 

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