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San Marino, spese produzione reddito: recupero dopo agosto

da Redazione

Sarà comunque parziale. E i lavoratori frontalieri dovranno portare la dichiarazione dei redditi.

 

Ci sono tre aspetti che oggi si possono dare praticamente per scontati riguardo al recupero delle maggiori trattenute fiscali dell’anno 2011 per i soli lavoratori non residenti impiegati a San Marino, ovvero i lavoratori frontalieri. La prima è che il recupero sarà soltanto parziale. La seconda è che sarà un recupero forfettario, verosimilmente in un’unica soluzione. La terza è che questi soldi, i frontalieri non li vedranno se non nella seconda parte dell’anno in corso, più facilmente con l’avvicinarsi del prossimo autunno. A quanto risulta a Fixing, infatti, la Segreteria alle Finanze sta lavorando per trovare la quadra al provvedimento che dovrà andare a regolare la materia che riguarda circa 6 mila famiglie. La Finanziaria affidava a uno specifico decreto delegato le modalità di applicazione e la misura dello sgravio previsto per andare incontro alle esigenze dei lavoratori non residenti a cui erano state cancellate, con un sol colpo, le Spese Produzione Reddito, introducendo quella che (impropriamente ma efficacemente) era stata definita la “supertassa etnica” contro la quale proprio questa settimana sono tornati a scagliarsi i frontalieri. Poiché si è appurato che una delle distorsioni del provvedimento riguardava una maggiore penalizzazione per i redditi più bassi, il Decreto Delegato per questo recupero parziale (si parla di un 50% appena delle maggiori trattenute fiscali per effetto dell’eliminazione delle SPR) pretenderà di poter calcolare il reddito dei lavoratori frontalieri in base alla loro dichiarazione dei redditi per l’anno 2011. Dichiarazione che i lavoratori italiani avranno a disposizione soltanto in giugno. L’autorità sammarinese verificherà se il frontaliere rientra nella soglia di retribuzione di 25 mila euro lordi prevista dalla Finanziaria e a questo punto verrà dato il via libera per il rimborso forfettario, la cui entità sarà appunto stabilita dal DD in questione. È su questo aspetto probabilmente che lo CSIR dovrebbe fare pressione sull’Esecutivo e sulla Segreteria alle Finanze se vorrà realmente giungere a un qualche risultato positivo in favore dei frontalieri. L’auspicio ad ogni modo è che la riforma fiscale, il cui passaggio in Consiglio è stato ulteriormente ritardato, possa entrare in vigore già dall’esercizio in corso perché solo così si andrebbe a cancellare una volta per tutte una distorsione che continua a provocare tensioni tra i lavoratori e nelle aziende.

 

Qui Svizzera

 

Chiudiamo con una curiosità che arriva dalla Svizzera. O meglio dal Ticino, con furore. Le autorità elvetiche per ritorsione contro alcune misure firmate dal fu Ministro Tremonti (black list, scudo fiscale, fiscovelox) hanno deciso di non restituire all’Italia, tanto per iniziare, il 50% dei cosiddetti ristorni, ovvero quella parte delle tasse pagate dai lavoratori italiani oltre confine e che in passato la Svizzera girava ai Comuni di provenienza dei lavoratori. La cifra totale non è alta, 54 milioni di euro l’anno, suddivisa su ben 400 Comuni di confine, a quanto si apprende dai media locali. Ma quanto basta per mandare in tilt le amministrazioni comunali, per le quali i ristorni rappresentano una quota considerevole del bilancio. Quello del leader leghista-ticinese Bignasca pare essere un metodo sicuramente molto efficace per far scendere il MEF a più miti consigli…

 

 

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