Home FixingFixing Il Vaticano predica sulla Rete. I social network, nuove frontiere

Il Vaticano predica sulla Rete. I social network, nuove frontiere

da Redazione

Facebook, Twitter, Youtube: ecco la comunicazione sociale 2.0 del Pontificio Consiglio. Papa Benedetto XVI, Cardinali, Arcivescovi, fedeli: boom straordinario su internet.

 

di Saverio Mercadante

 

La predicazione non ha limiti, si svolge laddove i fedeli si incontrano. E la Chiesa non poteva non esserci sulla Rete, il più importante luogo d’incontro del terzo millennio. Il sito web ufficiale della Santa Sede, www.vatican.va è stato lanciato il 25 dicembre 1995, e ha assunto la sua forma definitiva nella Pasqua del 1997. Ma questi sono i lontani esordi della Chiesa su Internet. Ben altra è la presenza attuale nella Rete. Il Pontificio Consiglio che si occupa della comunicazione sociale ha presentato già un anno e mezzo fa il nuovo micro-portale “Pope to you”, che fa seguito al canale vaticano su Youtube, Vaticanit, esiste dal 2008, ma non ha ancora moltissime visite. Presenti le attività del Papa e dei principali eventi del Vaticano. Sono tutti filmati girati dal Centro Televisivo Vaticano (Ctv) con testi della Radio Vaticana. Sono disponibili anche le versioni integrali dell’Angelus del Papa. Il limite attuale sembra lo scarso dialogo, anche se i commenti sono ammessi. Il Vaticano, dunque, con “Pope to you”, ha fatto sua la filosofia della condivisione “peer to peer”, coniugandola alle proprie esigenze di predicazione nel cosiddetto sesto continente: il Papa verso te/voi, in particolare verso i giovani, e i giovani verso il Papa. Il portale disponibile in 5 lingue (italiano, inglese, spagnolo, tedesco e francese) permette agli utenti di entrare in contatto con la persona di Benedetto XVI attraverso le sue parole. Su Facebook è possibile inviare cartoline virtuali, quindi non esiste un vero e proprio profilo del Papa. Questa applicazione serve a promuovere esperienze di condivisione e relazione. L’applicazione per iPhone, creata dall’Agenzia “h2onews”, permette di visualizzare notizie sul Papa, e i video disponibili su Youtube. Infine il “Wiki-messaggio”: si tratta di un collegamento ad una pagina web, realizzata dall’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali e che consente di leggere il messaggio del Papa per la giornata mondiale attraverso approfondimenti e link ai messaggi degli anni precedenti. Ma altri segnali erano già arrivati a testimonianza del forte interesse della Chiesa per i new media. La rivista gesuita Civiltà Cattolica ha accostato le figure dell’hacker e del fedele con l’obiettivo di trovare punti di contatto nello stile di vita e nella concezione del mondo. Il 2 maggio scorso in Vaticano c’è stato anche un incontro con i blogger cattolici. Ma la Santa Sede non poteva non essere presente tra coloro che cinguettano, circa 500 milioni di persone. Twitter è la nuova frontiera della predicazione in Rete. Benedetto XVI ha dato la sua benedizione alla discesa sul social forum. Il Pontificio consiglio per le comunicazioni ha annunciato nei giorni scorsi, l’invio sul sito Pope2you del messaggio di Quaresima del Papa, suddiviso in 40 tweet. Il Vaticano punta direttamente ai giovani come trasmettitori del proprio messaggio di fede. Il Papa intellettuale, il Papa che certo non ha le capacità mediatiche di Giovanni Paolo II, ha subito capito l’importanza della Rete. D’intesa con la segreteria di Stato, il Pontificio Consiglio, porterà su Tweet anche gli Angelus del Papa e alcuni suoi interventi. E’ già previsto un canale in Rete dedicato al Santo Padre. Ma non è solo il Papa, il centro della comunicazione su Internet. Anche le alte gerarchie vaticane puntano dritte al popolo dei social forum. Protagonisti degni di nota sempre su Twitter il predicatore televisivo per eccellenza, il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e l’Arcivescovo di Milano, Angelo Scola. Secondo il sito Lettera 43, Ravasi batte Scola, con oltre 12.500 follower contro i circa 4.800 del secondo. Eppure twitta di meno, finora 403 cinguettii, contro gli 810 del collega. Ma gli alti prelati non sono molto social: Ravasi segue appena 31 persone: qualche giornalista, cardinali e membri di diverse curie, e il ballerino Roberto Bolle. Scola appena 23 following: media cattolici e non, e paio di account registrati con il nome del Papa. Diversi stili. Ravasi mette in mostra twittando una cultura trasversale: citazioni di Julio Cortazàr, Leone Tolstoj, Jack Kerouac, Oscar Wilde, insieme agli Atti e al Vangelo di Matteo. L’Arcivescovo di Milano a differenza del “collega” mattutino, scrive di sera per promuovere il suo blog che diffonde omelie e interventi sui giornali. Ma oltre ai canali ufficiali la Rete ribolle di fedeli che si confrontano, si criticano, discutono animatamente. Qualche esempio: amici di Ratzinger, l’antimodernista pontifex, Mil – Messa in Latino, marathanà, nato nel 1999, il cui suo scopo è diffondere il rito romano. La Rete sia con voi e con il vostro spirito.

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