Home FixingFixing Goccia cinese, per una nuova culturizzazione dell’economia

Goccia cinese, per una nuova culturizzazione dell’economia

da Redazione

La cultura sviluppa dunque saperi e competenze ed è da lì che occorre ripartire per avviare quel fenomeno che nel dopoguerra prese il nome di grande miracolo.

 

Le cose essenziali sono invisibili agli occhi. Ce lo siamo sentiti ripetere spesso dalla nostra coscienza che, smessi i panni del grillo di Pinocchio, assumeva le sembianze, dolci, del Piccolo Principe di Saint Exupéry. Quelle parole sono rimaste inascoltate, tanto che oggi non si parla quasi più di crisi economica senza parlare anche della necessità di una rinascita morale. Chi poi va oltre, come di recente il Sole24Ore – che ha redatto una Costituente per la Cultura – parla addirittura dell’opportunità di una rinascita sotto il profilo culturale. Segno evidente che fino ad ora abbiamo tenuto proprio gli occhi chiusi passando davanti – e talvolta sopra – a ciò che avevamo di più prezioso: i nostri Beni Culturali, le materie prime che lamentiamo di non avere. Le stesse con le quali sarebbe opportuno nutrire il capitale umano perché la parola chiave per risollevare la nostra economia è “Innovazione”. Parola che fa rima con “Culturalizzazione” in quanto l’accesso ai contenuti culturali produce risultati importanti sotto il profilo dell’innovazione. Ce lo spiega tra gli altri Antonio Paolucci, ex ministro dei Beni Culturali e ora direttore dei Musei Vaticani: “I nostri artigiani, i nostri stilisti, i nostri maestri della pubblicità, della grafica, del design, hanno avuto la fortuna di attraversare bambini, magari in bicicletta, paesaggi bellissimi, di vedere i colori dei nostri centri storici, le pale dipinte nelle chiese barocche, i marmi romani, le pietre di Venezia, di Firenze, di Catania. Tutto ciò, assorbito per osmosi, è diventato scarpe, cinture, borsette, cucine componibili, linea di automobili, profilo di macchine utensili”. La cultura sviluppa dunque saperi e competenze ed è da lì che occorre ripartire per avviare quel fenomeno che nel dopoguerra prese il nome di grande miracolo. Molti furono i fattori che lo determinarono, non ultima la voglia di riscatto e l’apertura a livello internazionale. Ma più di tutto valse quello che gli economisti chiamano il fenomeno del “catch up”. Nel dopoguerra ciò avvenne grazie alla creazione di tecnologie avanzate: i Paesi che vi accedevano dopo che altri le avevano messe a punto risultavano estremamente agevolati. Potrebbe avvenire oggi con l’introduzione della cultura nella sfera dell’economia.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento