Home categorieImpresa San Marino, il senso delle imprese per la grande neve

San Marino, il senso delle imprese per la grande neve

da Redazione

chiuso_per_neve

Strade imbiancate, camion bloccati, tassi di assenteismo sino al 70 per cento. Disagi pressoché ovunque. E c’è chi organizza il pranzo in azienda.

chiuso_per_neve

 

 

di Alessandro Carli

Le abbondanti nevicate hanno inciso parecchio sulla produttività delle aziende sammarinesi. Abbiamo raccolto le parole di alcune imprese del territorio, per capire come hanno gestito l’emergenza e se hanno subìto qualche rallentamento nella produzione.  
“LCS Beauty è stata chiusa per due giorni, giovedì 2 febbraio e venerdì 3 febbraio – spiega Natalina Palmieri, responsabile del persona di LCS Beauty -. Ma già l’1 febbraio, a causa della neve, abbiamo dovuto spostare il turno di lavoro, posticipandolo di due ore. Siamo ripartiti lunedì 6 febbraio con il turno pomeridiano e con la metà del personale presente. Giovedì e venerdì, come detto, l’azienda è stata chiusa, in accordo con i dipendenti: le due giornate sono state ‘registrate’ come ‘ferie per chiusura aziendale’. Non abbiamo fatto ricorso alla CIG in quanto, nonostante le nevicate, l’arrivo delle materie prime non si è interrotto”.
Problemi di blocco camion ma non di persona per Colombini Group. “Il 2 e il 3 febbraio, a causa dello stop dei camion, non abbiamo ricevuto il materiale – sottolinea Maurizio Massimi, Direttore del personale -. Sempre il 2 e il 3, il personale è rimasto a casa. Siamo ripartiti il 6. Il problema è che le perturbazioni hanno colpito l’Italia da Nord a Sud, e i camion che trasportano i materiali che poi vengono lavorati qui da noi sono fermi. Potremmo in breve tempo finire le scorte di materiali. I camion che vengono da Galazzano sono bloccati: cerchiamo di tirarli su con le ruspe. Normalmente, ogni giorno arrivano 30-40 camion, e altrettanti ne partono con i prodotti finiti. Lunedì scorso, a Galazzano, solo 7 camion su 20 sono riusciti a consegnare, a fatica, la merce. La percentuale di presenza dei lavoratori è stata piuttosto elevata: siamo attorno al 90%. Le persone che non sono riuscite a recarsi in azienda, prenderanno qualche giorno di ferie. La strategia aziendale è quella di lavorare il più possibile, poi si vedrà. Se la merce non arriva…”.     
Un refrain che rimbalza anche nelle parole di Neni Rossini (Gruppo Sit): “I problemi che abbiamo dovuto affrontare sono stati molteplici. Il reparto produzione è stato chiuso per un paio di giorni: le materie prime non venivano scaricate. Già mercoledì 1 febbraio, per il turno notturno, non abbiamo aperto. Abbiamo ripreso, davvero con grande fatica, martedì 7 febbraio. Lo scorso weekend è stato impegnativo: eravamo circondati dalla neve. Abbiamo pulito i posti macchina e liberato il tetto dalla neve per evitare danni alla struttura. Il 2 febbraio, in Sit, erano presenti 10 persone; 20 il giorno dopo. Qualcuno ha lavorato da casa: grazie al telelavoro, è stato svolto e portato a termine ciò che non era prorogabile. A martedì 7 febbraio però, non siamo ripartiti a pieno regime: i camion sono ancora fermi. Speriamo che il tempo migliori”.
Doppia difficoltà per il Gruppo Del Conca. “A Faetano abbiamo sia problemi di personale che di arrivo di materie prime – chiarisce l’ingegner Enzo Donald Mularoni, CEO del Gruppo Del Conca – . Sin dai primi giorni di febbraio abbiamo sospeso la produzione. Salvo complicazioni, dovremmo ripartire giovedì 9 febbraio. Per quel che concerne le materie prima, siamo di grande affanno: le merci che hanno provenienza estera, attraccano al porto di Ravenna. I camion però girano con il contagocce. Su Modena (Pastorelli) e Rimini (Del Conca), dalle 5.30 di martedì siamo senza gas: l’Eni, per salvaguardare le famiglie, ha deciso di tagliare. Sino a lunedì 13 febbraio, i dipendenti saranno in libertà. Il problema dell’arrivo delle materie prime ci ha bloccato”.
Tutto fermo anche in Aliparquets. “Siamo stati bloccati da martedì 31 gennaio a lunedì 6 febbraio, quando abbiamo ripreso, a ranghi ridotti, l’attività – racconta l’ingegner Franco Capicchioni -. E’ stato difficile per i dipendenti raggiungere la sede dell’azienda: abbiamo registrato un tasso percentuale di assenteismo che ha superato il 60%. Molti lavoratori vivono nel Montefeltro, e sono stati impossibilitati a muoversi. Abbiamo chiesto la CIG, oppure cercheremo di unire i giorni di assenza alle ferie. Con i camion impossibilitati a viaggiare, siamo stati messi in ginocchio: ci è giusto arrivato un carico di rovere dalla Romania, una nazione abbastanza abituata a certe condizioni climatiche. In Aliparquets abbiamo anche registrato una serie di problemi alla struttura, che è stata ricoperta dalla neve e che ha subìto anche qualche danno”.
“Non si passa per la strada”. E’ la voce di Alluminio Sammarinese, che non si stacca dalla posizione delle altre imprese del territorio. “La situazione è tragica, davvero critica: da mercoledì 1 febbraio a sabato 4 siamo stati chiusi. Da lunedì lavoriamo in forma ridotta: il tasso di assenteismo è stato del 70%. Le giornate perdute della scorsa settimana sono state ammortizzate con la CIG, quella di questa settimana invece con le ferie”.
Cambia poco anche in Manifatture San Marino, l’impresa ubicata a Dogana. “Non abbiamo mai chiuso – dice Franco Razeto – anche se abbiamo lavorato con il 50% dell’organico. A mezzogiorno ci siamo organizzati per portare  a tutti i dipendenti il pranzo: abbiamo mangiato tutti assieme in azienda”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento