Home FixingFixing Goccia cinese: anche i sammarinesi colpiti dalla sindrome Schettino?

Goccia cinese: anche i sammarinesi colpiti dalla sindrome Schettino?

da Redazione

Gli episodi cui abbiamo assistito negli ultimi tempi hanno sconfessato più di qualche nostra certezza. I cattivi comportamenti come funghi avvelenano la nostra economia.

Gli episodi cui abbiamo assistito negli ultimi tempi hanno sconfessato più di qualche nostra certezza. Così ora siamo più che mai persuasi che il problema che ci attanaglia non è tanto la mancanza di ricchezza quanto la povertà di valori etici che si ripercuote ancor più negativamente sulla nostra economia. Lo abbiamo visto succedere anche qui a San Marino dove alcuni giornali hanno riportato la notizia di un operatore che, in piena emergenza neve, con persone in attesa di medicinali salvavita, si è vantato al bar per una buona mezz’ora – incurante dell’inferno che andava in scena fuori – di quanto profumatamente venisse pagato per spalare la neve. Anche i sammarinesi colpiti dalla sindrome Schettino? Si tratta ovviamente di un’impropria generalizzazione, se frattanto altri numerosi volontari – non pagati – affrontavano il problema con i pochi mezzi a disposizione. Il comportamento da ottuso primato nel ruolo di maschio alfa di quell’operatore non dovrebbe inficiare l’immagine di un Paese con tante persone di buona volontà. Anche se di fatto le cose stanno così, riflettendosi altresì sul lato economico, dove la mancanza di coscienza del singolo si traduce in inutile sperpero di risorse, e dunque nell’impoverimento globale. Oggi più che mai, considerata la piaga della disoccupazione giovanile, occorrerebbe combattere l’abito mentale di coloro che disprezzano la fonte dei rispettivi guadagni e considerano la propria occupazione solo foriera di arricchimento personale. Si tratta evidentemente di individui incapaci di comprendere il problema della crisi economica fin dentro alle sue radici. Essi guardano alla disoccupazione giovanile dicendosi magari dispiaciuti per “quei poveri ragazzi”, senza capire che la mancanza di opportunità per i giovani si tradurrà ben presto in una mancanza di risorse per tutti. “E’ come se – si trovava scritto su Il Sole-24 ore di qualche giorno fa – guardando un orto con piantine avvizzite per mancanza d’acqua, esclamassimo semplicemente ‘povere piantine’, non rendendoci conto che, morte loro, anche la nostra fine non sarà lontana”. Bene sarebbe allora, una volta presa coscienza del problema, fare squadra per evitare sprechi e contribuire all’arricchimento della comunità.

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