Home FixingFixing Diario della crisi di venerdì 10 febbraio 2012

Diario della crisi di venerdì 10 febbraio 2012

da Redazione

Il ridicolo, l’impudenza, il cinismo un tanto al chilo, sembra invece toccare gli istituti bancari italiani che hanno ricevuto a dicembre ben 203 miliardi di euro a un tasso dell’1% dalla BCE.

di Saverio Mercadante

Prima se la sono presa con Barbie facendola scomparire dai negozi: l’hanno sostituita con una Sarah in chador. Poi, addirittura con i Simpson: ”Corrodono la morale della gioventù iraniana”. Superman e Spiderman sono invece consentiti: “Combattono gli oppressi”. Le minacce USA e quelle israeliane hanno implementato (sic!) la creatività censoria dei funzionari iraniani. A la guerre comme la guerre. Tutto fa brodo, nel conflitto a distanza tra l’Iran e l’occidente.
Il ridicolo, è un dettaglio: in qualsiasi crisi non si va tanto per il sottile.
Il ridicolo, l’impudenza, il cinismo un tanto al chilo, sembra invece toccare gli istituti bancari italiani che hanno ricevuto a dicembre ben 203 miliardi di euro a un tasso dell’1% dalla BCE. Dio solo lo sa, quanto sarebbero utili in questo momento a rivitalizzare l’economia italiana, e sembra invece che siano stati  usati sinora solo per salvaguardare gli interessi del settore.
Eppure, tanta abbondante liquidità avrebbe dovuto sostenere le richieste di credito alle piccole e medie imprese strozzate o alle famiglie indebitate. In molti affermano che siano serviti per compiere gran plusvalenze con il riacquisto delle proprie obbligazioni bancarie, già garantite per 7 anni dal decreto Salvabanche. A la guerre comme la guerre, tutto fa brodo, prima vengo io, vietato il senso dello stato, della comunità. Intanto  il presidente della Federal Reserve è al limite della rottura psicologica: “La ripresa americana è “lenta in modo frustrante e la priorità assoluta del Governo deve essere una politica fiscale sostenibile e capace di ridurre il debito americano”.
Lo ha detto Ben Bernanke, alla commissione Bilancio del Senato. E se non c’è la ripresa, la crescita, che brodo è. Se lo chiedono anche in Grecia.
Ma lì per decenni lo hanno fatto con evasione fiscale di massa, corruzione, debiti, e tanti, tanti, tanti, inutili posti di lavoro pubblici.

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