Home FixingFixing Vi siete mai sentiti come una nocciolina? Elogio dei Penauts

Vi siete mai sentiti come una nocciolina? Elogio dei Penauts

da Redazione

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Nel bel volume (e voluminoso) ‘Sessant’anni di Peanuts’ tutte le più belle strisce di Charlie Brown e co. E’ un universo fatto di bambini, quello di Schulz, ricco come un tesoro. Di Simona Bisacchi Lenic.

Peanuts

 

di Simona Bisacchi Lenic

 

“Credo di parlare di cose che stanno a cuore alla gente. Credo di fare la stessa cosa che fa la poesia a un livello superiore. Lo faccio per l’uomo della strada. Metto l’accento su cose che in genere le persone comuni percepiscono solo confusamente. Definisco emozioni. Un esempio perfetto per ciò che intendo dire è quando qualcuno dice Oggi mi sento proprio come Charlie Brown. Non deve aggiungere nient’altro. Perché sai benissimo come si sente”.

Charles Schulz

 

 

Capita a tutti di sentirsi piccoli come noccioline. E capita a tutti, una volta o l’altra, di assomigliare tanto a un personaggio dei Peanuts, le noccioline più famose del mondo del fumetto, pubblicate per l’ultima volta il 13 febbraio del 2000, il giorno dopo la morte del loro autore.

Un universo fatto di bambini, raccontato con quell’ironia quasi inconsapevole di cui i ragazzini sembrano non accorgersi e di cui gli adulti sanno fare tesoro, perché “quando si tratta di pensare un’idea divertente – scrive Schulz – hai bisogno di esperienza: per saper cogliere il lato divertente della vita occorre aver vissuto la propria parte di esperienze”.

In “Sessant’anni di Peanuts” (Panini Comics) sono raccolte alcune delle strisce più significative dagli anni Cinquanta al Duemila, intervallate da frammenti di interviste e commenti dell’autore, che ha alimentato i suoi personaggi con la sua stessa vita: “Se leggete la striscia, imparerete a conoscermi. Tutto ciò che sono finisce per entrarci… Tutte le mie paure, le mie ansie, le mie gioie”. Che sono le paure, le ansie e le gioie che toccano un po’ tutti.

La malinconia di Charlie Brown che non sa cosa fare, perché in certi momenti si sente così solo che non riesce a sopportarlo e altre volte vorrebbe soltanto essere lasciato in pace (“Cerca di vivere tra un momento e l’altro” gli consiglia la psicologa Lucy).

La necessità che ogni tanto si sente di avere una coperta di sicurezza come quella di Linus, quel cencio di flanella che ammorbidisce il mondo, lo rende meno freddo, e un po’ più distante.

Il sarcasmo di Lucy. La sua strafottenza, l’arroganza, e il suo sdraiarsi sul piano di Schroeder, il suo assecondarlo in quella passione che lei non capisce e non apprezza, sapendo benissimo – pur senza ammetterlo – che non l’avrà mai vinta su Beethoven.

La schiettezza di Piperita Patty, che crede che Snoopy sia un bimbo con il naso grande. Il sospetto che ci siano alberi così grandi e dispettosi da mangiarsi gli aquiloni. La paura di passare la vita sul sellino di dietro della bicicletta, come Replica. Le notti buie e tempestose scritte da Snoopy. L’amicizia che non ha bisogno di parole con Woodstock. E un’unica grande certezza per il futuro, come Linus, che alla domanda “Cosa vuoi essere da grande?”, candidamente risponde: “Vergognosamente felice”.

www.simonalenic.it

 

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