Lo studio è la miglior previdenza per la vecchiaia: è quanto sosteneva Aristotele. Ma a San Marino, come altrove, la disoccupazione colpisce duro diplomati e laureati.
SAN MARINO – Lo studio è la miglior previdenza per la vecchiaia. È quanto sosteneva Aristotele che per questa sua convinzione forse oggi verrebbe trattato peggio di quel politico abruzzese il quale nel 2006 inciampò in una clamorosa gaffe, avendo ideato lo slogan “Il lavoro rende liberi” per promuovere i centri per l’impiego della provincia di Chieti di cui era presidente. Slogan che, tradotto in tedesco, suona “Arbeit macht frei” e che i nazisti pensarono bene di innalzare all’ingresso di Auschwitz. Avesse studiato un po’ di più, si sarebbe risparmiato una bella figuraccia. Se volessimo spingerci un po’ oltre, senza fermarci alla superficie della vita di quel politico, constateremmo però che la sua carriera non è stata affatto distrutta dall’ignoranza dimostrata, e ci toccherebbe sconfessare definitivamente il pur simpatico Aristotele. Se poi volessimo prescindere dalle analessi narrative e concentrarci sul presente, ci troveremmo a discettare sulla natura di un problema che anche qui a San Marino pare abbia raggiunto dimensioni notevoli e preoccupanti: qui come altrove la disoccupazione colpisce duro diplomati e laureati. Cose mai viste, soprattutto se si guarda con gli occhi dei genitori che sullo studio dei propri figli avevano investito, certi che i rispettivi sacrifici sarebbero sfociati in un lavoro dignitoso. Se continueremo cioè a studiare legge pensando di fare gli avvocati o economia pensando di trovare un impiego in banca, avremo fatto male i nostri conti. Bene farebbe a tutti coloro che sono alla ricerca di un impiego guardare il film “L’arte di vincere” dove Brad Pitt è il general manager degli Oakland Athletics, una buona squadra di baseball che però non può competere con i budget stratosferici di altre squadre. Decide allora di farsi sostenere da un giovane laureato in economia che gli dimostra come si possa costruire una squadra vincente basandosi sulle statistiche invece che sui nomi altisonanti. Rifonda così la squadra ottenendo vittorie insperate. L’esempio viene dagli USA che continuano a credere nel miglioramento collettivo. A Santarcangelo il 14enne Luca Motisi ha già pubblicato la sua prima raccolta di racconti intitolata “Che le ali del mio sogno mi portino via”. Nel suo caso quanto sostenuto da Aristotele potrebbe rivelarsi foriero di una qualche verità.