Home NotizieSan Marino San Marino, Ivan Simetovic: “Modello svizzero e boutique finanziarie”

San Marino, Ivan Simetovic: “Modello svizzero e boutique finanziarie”

da Redazione

Il presidente di Ecso dà sua la ricetta contro il collasso del sistema: “Ci vuole credibilità”. E poi, puntare tutto sul turismo di eccellenza.

 

L’esperto Ivan Simetovic, presidente di Ecso dà sua la ricetta contro il collasso del sistema: “Ci vuole credibilità”. E poi, puntare tutto sul turismo di eccellenza.
“La crisi del sistema finanziario di San Marino è diventata estremamente grave anche perche si è sovrapposta alla crisi globale iniziata nel 2008 – ha raccontato a Sorpresa! lo stesso Simetovic -. E’ utile rilevare come proprio la Svizzera già dal 2008 abbia beneficiato della crisi subprime prima e dei debiti sovrani poi, riuscendo ad attrarre capitali in cerca di sicurezza e stabilità. Inoltre tra le banche svizzere quelle che hanno fatto meglio in termini di raccolta sono proprio le realtà indipendenti che hanno sottratto raccolta ai colossi UBS e Credit Suisse. Come si spiega questa dinamica? Credibilità, reputazione e competenze, sono le tre parole chiave a mio avviso”.
Per Simetovic, “servono boutique finanziarie”, professionisti e competenze. Che, a quanto pare, mancano sul Titano: “Dalla mia esperienza internazionale purtroppo devo rilevare come
servizi e prodotti offerti da noi non siano adeguati all’evoluzione che l’industria bancaria ha avuto negli ultimi dieci anni, del resto sono i numeri che parlano: una volta tolto il segreto bancario la raccolta si è vaporizzata come acqua nel deserto. Le banche sammarinesi hanno prodotti e servizi peggiori degli equivalenti italiani a prezzi nettamente superiori, perché tenere allora ancora capitali a San Marino? Lugano, Ginevra o Zurigo attraggono professionisti di calibro mondiale nella gestione di patrimoni, riuscendo a ‘rubare’ le migliori professionalità dalla city di Londra grazie ad una fiscalità vantaggiosa oltre che alla reputazione del loro sistema paese. Solidità, reputazione e credibilità oltre alla spasmodica attenzione alle esigenze del cliente sono i pilastri sui quali le banche svizzere riescono a fare raccolta anche in tempi di crisi e non solo in Europa ma sempre di più nel ricco oriente. Insomma la Svizzera in tempi di crisi ha consolidato il proprio primato di ‘safe haven’, ovvero di ‘porto sicuro’ per i patrimoni di mezzo mondo, mi sembra giusto guardare a loro come modello”.
Le banche e il Paese devono tracciare una linea di demarcazione netta col passato, e sopratutto comunicarla efficacemente. “Leggi e regolamenti sono solo il primo passo, poi bisogna attrarre capitale umano ovvero professionalità, sviluppare business a valore aggiunto, come gestioni di patrimoni e consulenza finanziaria, sviluppare i prodotti giusti per ogni fase del ciclo e comunicarlo efficacemente all’estero, magari con un agenzia, che vada a Londra o Zurigo a raccontare il cambiamento avvenuto e le opportunità che il Paese e le sue banche offrono”.

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