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San Marino, bocciata l’Istanza per il pareggio di bilancio, passa quella contro il far west giornalistico

da Redazione

L’esame delle Istanze d’Arengo ha chiuso la scorsa settimana politica. Tra le Istanze d’Arengo segnaliamo la bocciatura di quella per il Pareggio di Bilancio (non sia mai che si intraprenda una strada virtuosa), approvata a maggioranza invece quella per andare a normare quel far west che è la professione giornalistica sul Titano.

SAN MARINO – L’ultima parte dei lavori consiliari si è concentrata sull’esame delle istanze d’Arengo. Il Consiglio grande e generale ha discusso e respinto le prime tre all’ordine del giorno, la n. 2 “perché sia tutelato il diritto di libertà religiosa”; la n. 3 “per richiedere una revisione dei criteri di accesso e ammissione agli asili nido statali”; infine la n. 16, “affinché la sala cinematografica Turismo sia riconvertita in sala congressi e sia al contempo individuata una nuova sala cinematografica”.

 

Di seguito gli estratti degli interventi della serata del 19 gennaio.

 

Istanza n.2 perché sia tutelato il diritto di libertà religiosa – respinta

Angela Venturini, Udm: “Si può esercitare liberamente la propria fede nel Paese? Noi tutti abbiamo delle ritrosie di fronte a ciò che è diverso e non ci appartiene, una religione nuova si può sentire come un ostacolo. Allora il lavoro da fare è tutto sul fronte culturale. Se i firmatari dell’istanza hanno sentito la necessità di manifestare il loro pensiero su questo tema, evidentemente sentono un disagio. Su questo fronte do loro il mio sostegno, ma esprimo anche un auspicio. Ovvero che lo stesso diritto di libertà venga riconosciuto in altri Paesi per la religione cattolica, forse la più vituperata e derisa. Credo che si debba dare sostegno a questa istanza”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Come, nel 2012 c’è bisogno di un’istanza per chiedere che la libertà religiosa venga tutelata in questo Paese? Sarebbe gravissimo se fosse vero questo. A livello giuridico abbiamo questo riconoscimento, ma quando si parla di tutela di diritti umani non sempre ciò che è sulla carta si realizza nella pratica. La nostra cultura si riconosce nei principi di laicità dello Stato. La libertà religiosa passa attraverso una cittadinanza aperta al plurale e al rispetto della diversità culturale e religiosa, attraverso l’apertura di luoghi di culto diversi, nei termini di paesaggio sociale”.

 

Mirko Tomassoni, Psd: “Per svolgere riflessioni più precise sarebbe necessaria una fotografia riassuntiva più precisa delle nostra realtà, rispetto alla richiesta degli istanti di vedere garantito il diritto alla libertà religiosa. E nel caso vi sia davvero un discrimine in atto a danno di una o più persone bisogna preoccuparsene. Certo è che la presenza di persone residenti che convivono nella nostra comunità con culture differenti ci impone di discutere di questo argomento, cercando di sgombrare il campo da posizioni preconcette e con la maggiore obiettività possibile. E’ quanto si dovrebbe fare in uno Stato laico e neutrale”.

 

Roberto Giorgetti, Ap: “Dall’istanza sembra emergere la considerazione che a San Marino ci siano forme di discriminazione religiosa. Non condivido. In realtà San Marino, sulla scia della sensibilità storica, è sempre stata caratterizzata da un’elevata tolleranza verso le altre identità, anche religiose. Tanto meno credo si possa parlare di intolleranza del nostro Paese a livello legislativo. E’ chiaro da questo punto di vista il rispetto assoluto della professione religiosa. Ci sono poi aspetti concreti che testimoniano questa tolleranza: il fatto che è possibile destinare a ogni ente morale, anche quelli che hanno un’identificazione religiosa, il tre per mille è un segnale concreto. A San Marino non c’è nessun impedimento per professare il proprio credo”.

 

Federico Bartoletti, Pdcs: “Nel nostro Paese ci sono un forte riconoscimento e una grande sensibilità per la libertà religiosa. E non solo perché è attestato dalla nostra legge, ma da altre misure, come il 3 per mille, che incentivano e confortano nell’esercizio della propria fede nel nostro territorio. Non si possono avere rimostranze sul nostro territorio. Non può essere diversamente in un Paese che fa della libertà il proprio principio cardine”.

 

Istanza n. 3 per richiedere una revisione dei criteri di accesso e ammissione agli Asili nido statali. Respinta.

Paolo Crescentini, Psrs: “I firmatari dell’istanza chiedono di rivedere la clausola per l’ingresso agli asili che risale agli anni ’80. Le possibilità per le famiglie oggi sono cambiate. Per la difficoltà di far quadrare i conti entrambi i genitori devono lavorare ed è un problema l’inserimento dei figli all’asilo. Mi auguro si possa attuare il dibattito consigliare sull’assetto generale della scuola come chiesto dal mio gruppo consiliare attraverso un ordine del giorno. Sarà l’occasione per riprendere in considerazione un tema importante per le famiglie”.

 

Vanessa Muratori, Su: “Mi sembra che le richieste dei genitori sono da prendere in considerazione, soprattutto perché c’è una forte richiesta di avere nuove strutture. Non si chiedono altri spazi-bimbo ma nuovi nidi pubblici”.

 

Denise Bronzetti, Psd: “La madre di tutti i problemi è l’insufficenza di asili operanti sul nostro territorio. Formulata così com’è, è difficile approvare questa istanza. Ma sono d’accordo, la politica deve fare un ragionamento per dare una risposta alla cittadinanza. E’ urgente promuovere un confronto a tutto campo per individuare criteri oggettivi per l’inserimento nel nido, quelli attuali risalgono a decenni fa”.

 

Maria Luisa Berti, Ns: “Mi sembra doveroso confermare che la legge istitutiva, sebbene sia degli anni ’80, è stata poi fatta oggetto di diverse modifiche negli anni, proprio per la revisione dei criteri di ammissione dei bambini. Mi associo alla motivazione per cui l’istanza così come formulata non è accoglibile. Condivido poi che le modalità di selezione siano trasparenti”.

 

Segretario di Stato per l’Istruzione, Romeo Morri: “Il regolamento non è di 30 anni fa, ma del 2007. Dagli interventi si richiede il ricorso alla riforma fiscale e sono pienamente d’accordo, è uno dei punti più importanti del programma di governo. Non rispondo alle polemiche sull’asilo nido di Falciano, questo governo lavora per dare risposte”.

 

Vanessa Muratori, Su: “Qui non c’è nessun livore contro le strutture private, c’è un dubbio sulla scelta di regalare ai privati un asilo nido. La popolazione ha bisogno di risposte, qui la risposta è la Compagnia delle opere per pagare una cambiale elettorale”.

 

Segretario di Stato Romeo Morri: “E’ meglio non rispondere a chi dice stupidaggini”.

 

Vanessa Muratori, Su: “Mi aspetto un tono diverso, con lei io non uso questi toni”.

 

Istanza n. 16 affinché la sala cinematografia Turismo sia riconvertita in sala congressi e sia al contempo individuata una nuova sala cinematografica. Respinta.

Nicola Selva, Upr: “La richiesta dell’istanza può essere presa in esame. Mi fa piacere apprendere che, attraverso l’avvio di uno studio di fattibilità, l’intenzione dell’esecutivo vada in questo senso”.

 

Silvia Cecchetti, Psrs: “Questa istanza è un’iniziativa lodevole dell’associazione ‘Porta del Paese’, che pone attenzione su uno degli edifici più importanti del centro storico. Anche se gli istanti indicano nell’attività congressuale la destinazione del Turismo, mentre in centro c’è già un edificio che fa sua questa vocazione, il Kursaal. E’ ora di iniziare a ragionare sulla creazione di zone specifiche e di indirizzare edifici a scopi determinati, lo ritengo importante per lo sviluppo, il teatro Turismo deve essere indirizzato più ad attività culturali. Mi piacerebbe infine che a San Marino ci fosse una multisala”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Ero a conoscenza di un concorso sullo studio di fattibilità di questo edificio che è un elemento cerniera tra la città antica e la nuova. E’ un edificio che va tutelato nella sua funzione di cinema. Capisco vada ristrutturato, però non si può proporre di individuare altrove una nuova sala cinematografica. In Città deve essere garantita la presenza di un cinema altrimenti si andrebbe a spogliare un distretto urbano già povero di luoghi di socialità. Andarlo a eliminare sarebbe un delitto”.

 

Angela Venturini, Udm: “Questa istanza ci porta a riflettere su Città, ma la trovo, come testo, un po’ generalista. La trasformazione della sala Turismo in una sala congressi la trovo abbastanza inopportuna. Abbiamo già un bel centro congressi che costò allo Stato 25 miliardi delle vecchie lire e ancora non è usato per tutte le sue possibilità. Mi piace molto l’ipotesi lanciata dal consigliere Cecchetti di una multisala a San Marino. Avere piccole sale a Chiesanuova, a Dogana, in realtà come la nostra è da rivedere. San Marino è l’unico Paese che ha ancora cinema di Stato, bisogna privatizzarli e fare in modo che questo servizio sia un’operazione economica che non deve fare lo Stato. Tutte le strutture dovrebbero essere privatizzate per poi essere utilizzate per diverse attività, cinema, spettacoli, mostre. Ho sentito con piacere che c’è un progetto di ristrutturazione della struttura di Città, mi auguro poi si possa ragionare sulla privatizzazione del servizio”.

 

Glauco Sansovini, indipendente: “Con tutto il rispetto verso i firmatari dell’istanza, devo dire che non sono pienamente d’accordo sul suo accogliemento. Bisogna continuare a dare servizi a chi vive in Città, agli anziani che non si possono spostare con la macchina. Non si può togliere il cinema quindi, ma al contrario occorre potenziarlo, cercando di proiettare film di qualità. Così vedrete che l’affluenza in questo complesso cambierebbe”.

Vanessa Muratori, Su: “Andavo sempre al cinema Turismo, ma ora non ci vado più perchè c’è un audio pessimo. E’ un procedere tipico, si lascia andare in malora le cose finchè la popolazione se ne disinteressa per darle poi a qualcun altro”.

 

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Mi auguro vivamente che, malgrado la crisi, ci siano imprenditori disposti a investire per una moderna multisala. Per il nostro Paese i cinema sono centri importanti di aggregazione. I sottoscrittori con questa istanza possono essere da stimolo affinché si vada a individuare un progetto idoneo per ristrutturare il cinema di Città. In attesa del concorso di idee, votiamo no all’istanza”.

 

Istanza n. 5 per chiedere l’introduzione, tramite legge qualificata, dell’obbligo del pareggio di bilancio, nonchè per fissare un tetto massimo per la spesa corrente pari al 70%. Respinta

Stefano Macina, Psd: “Sappiamo tutti benissimo che abbiamo la necessità di liberare risorse per gli investimenti. Inoltre, se vogliamo portare avanti un nuovo rapporto con l’Unione europea, il pareggio di bilancio è uno degli obblighi cui dovremo adempiere. Confermiamo rispetto l’Istanza d’arengo l’impegno a dare il nostro contributo”.

 

Pier Marino Mularoni, Upr: “Questa istanza ci dà l’opportunità di tornare a parlare del bilancio di Stato e della necessità di trovare meccanismi che ci diano maggior controllo sulla spesa pubblica. L’istanza credo sia condivisibile perché chiede di fissare un tetto massimo alla spesa corrente pari al 70%, da raggiungere in più anni. Certamente questo impegno ci obbligherebbe a trovare dei meccanismi per far sì che la riduzione sia reale e non scritta sulla carta. Oggi non possiano più permetterci solo parole, il bilancio deve immediatamente essere ricondotto entro certi limiti di spesa perché le entrate stanno diminuendo. Senza non è possibile far ripartire la macchina che crea ricchezza e sviluppo. Oggi dobbiamo prendere impegni seri, non affidarci al libro dei sogni dell’articolo 24. Senza investimenti non si possono creare i presupposti per una nuova economia”.

 

Alberto Selva, Ap: “Il problema proposto da questa istanza è stato affrontato in sede di legge di bilancio e verrà portato avanti da tutte le forze politiche. Seppur si è d’accordo sul tetto massimo di spesa in conto corrente, non si può condividere di fissarla al 70%. E’ difficile quindi accogliere nella sua interezza questa richiesta. Poi gli istanti chiedono che questi principi vengano fissati in legge qualificata ma non è possibile nel nostro ordinamento. Li ringraziamo comunque del contributo che hanno voluto dare, tenuto conto che le forze di maggioranza e di opposizione sono orientate a raccogliere gli auspici dell’istanza, che però non può essere accolta”.

 

Federico Bartoletti, Pdcs: “L’istanza è stata presentata qualche mese prima del dibattito sul bilancio e consideriamo i principi condivisibili. Abbiamo davanti una scommessa che viene riassunta in questa istanza. E’ la sfida espressa con l’articolo 24 della finanziaria, e in molti altri articoli che danno riposta alle richieste degli istanti. Però i termini con cui sono esplicitate nel testo sono molto utopistici e irrealisti, come l’obiettivo di 8 anni e le limitazioni al 70%”.

 

 

 

SEDUTA DEL 20 GENNAIO 2012

L’ultima giornata della sessione consiliare di gennaio si è chiusa con l’esame delle Istanze d’arengo e degli ordini del giorno. Delle nove istanze esaminate dal Consiglio è stata approvata, con voto palese, a maggioranza, la n. 11, in favore della regolamentazione della professione giornalistica. Diversi gli ordini del giorno votati in Aula: approvato a maggioranza quello presentato dal Psd e concordato con tutte le forze politiche sulla questione palestinese. Unanime invece il consenso sull’ordine del giorno sulle telecomunicazioni, nato al termine del dibattito consiliare e sintesi delle tre proposte presentate in Aula dalla maggioranza, dal Psrs e dal Psd. Sul tema della privatizzazione sull’asilo nido di Falciano sono stati presentati tre ordini del giorno: esito del voto in pareggio (28/28) per quello del Psrs, ritirato il testo di Su, respinto l’ordine del giorno del Psd. Infine, bocciato l’ultimo documento presentato dall’Upr in favore di una politica dei prezzi sui carburanti.

 

 

Di seguito la sintesi dei dibattiti più significativi sulle istanze d’Arengo.


Istanza n. 11: affinché sia regolamentata con apposita normativa la figura professionale del giornalista. Votata a maggioranza

Segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali: “La figura del giornalista nel nostro ordinamento non è normata per niente. Concordo con il fatto che si debba intervenire in merito. La Segreteria di Stato per l’Informazione sta lavorando sulla legge per l’editoria, l’articolato è quasi pronto, e si occupa tra l’altro anche del problema della figura professionale del giornalista e può definirla meglio. Nel giro di qualche mese sarà possibile arrivare alla legge. Il governo è in linea con l’istanza e invita a votare favorevolmente”.

 

Glauco Sansovini, indipendente: “Data la rilevanza del ruolo del giornalista, ritengo opportuno normale la sua figura, annuncio perciò voto favorevole all’istanza”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Da circa un quinquennio il tema del riconoscimento giuridico della professione del giornalista è stato più volte discusso ad alto livello. Circa cinque anni fa la Segreteria per l’Informazione aveva organizzato un convegno in collaborazione con l’Associazione italiana di diritto pubblico, a margine emerse l’urgenza di definire un contratto-tipo per il settore. Da lì il ragionamento fu avviato sulla necessità di raggiungere un contratto ad hoc. Le ragioni sono evidenti, a San Marino non solo non esiste un ordine professionale, ma è ancora necessario addivenire a un quadro normativo e contrattuale. Coloro che operano nel mondo dell’informazione oggi trovano un contratto parificato al settore industria. La crescita del mondo dell’informazione a San Marino dagli anni ’90 è evidente, siamo passati dalla stampa alla tv, fino al settore telematico. Accanto a questa crescita di presenza ed esperienze editoriali non è seguito uno sviluppo contrattuale dei professionisti, legati oggi a tipologie di contratti e collaborazioni senza una cornice di fondo e garanzie. L’approvazione di questa istanza potrà rimettere in agenda questo tipo di problema”.

 

Angela Venturini, Udm: “Sono venti anni che mi batto per il riconoscimento della professione, ma finora la politica ha sempre snobbato questo obiettivo, malgrado la figura del giornalista sia ‘sfruttata’ dalla politica. Vedendo cosa succede ogni giorno sui giornali mi viene da dire che sarebbe ora perché c’è un modo di lavorare che non rispecchia la professione. Ci sono informazioni inventate, interpretazioni fantasiose, un uso spropositato dell’anonimato. L’altro problema e la mancanza di una conoscenza e di una cultura di base piuttosto forte, non si possono tollerare articoli che non rispettano le regole fondamentali della grammatica. Un articolo di giornale può capitare in mille mani, può leggerlo un bambino, una persona disturbata, un articolo può determinare problemi sociali. Il giornalista deve sapere cosa scrive e farlo in maniera misurata per evitare conseguenze forti .Invece chi arriva e prende la penna in mano e diventa giornalista. In uno Stato moderno come il nostro non può essere tollerato. Io non condivido lo strumento di una legge che normi la professione, come non ci sono per i medici, per gli architetti. Ci sono infatti gli ordini professionali, che dettano norme deontologiche e l’accesso alla professione. Questo bisogna fare, creare un ordine. L’Usgi ha avuto dei meriti ma è poco frequentato dai giornalisti locali, serve più impulso a questo organismo. Il segretario ha annunciato la legge sull’editoria. Non la conosco, mi auguro di poterla vedere e valutare. Perché il settore è molto delicato. Mi sento di dare sostegno all’istanza, con la condizione che quando il Segretario porterà la legge ci possa essere un confronto rigoroso”.

 

Ivan Foschi, Su: “Non condivido invece una virgola del consigliere Venturini. Ha avuto un approccio inquisitorio come se l’informazione dovesse essere tollerata dalle forze politiche, occorre invece che sia il contrario. Da un lato ci sono regole di deontologia professionale, che devono arrivare da impulsi interni. Il codice di autoregolamentazione deve avere input da parte in primo luogo dai giornalisti. Per fare questo non serve una legge che deve dare invece il quadro normativo. Il ruolo dello Stato è di promuovere un confronto e il dibattito fra i diversi operatori dell’informazione così come la professione del giornalista deve essere inquadrata nell’ufficio del lavoro. Non sono favorevole a un ordine professionale dei giornalisti, ma ritengo sia necessario qualificare la professione con il codice di autoregolamentazione per non impedire a nessuno di scrivere. Un altro punto è la trasparenza delle proprietà editoriali. Il lettore deve sapere a chi fa riferimento una testata, poi è libero di comprare quella in cui si riconosce meglio. Condivido lo spirito all’istanza e le considerazione di Casali, sperando di poter arrivare quanto prima al confronto tra maggioranza e opposizione, ma soprattutto con gli operatori, sulle nuove regole”.

 

Nicola Berti, Ns: “E’ un’istanza istanza che mi sento di condividere. Auspichiamo che la categoria si possa sempre più qualificare per fornire un’informazione libera dai condizionamenti. Si deve partire dal diritto del cittadino a ricevere un’informazione serena, completa, obiettiva e il più possibile apoliticizzata. Ciò significa evitar certe linee di lettura dell’informazione che vogliono portare beneficio esclusivo a una parte politica. Di qui la necessità di intervenire nella professione del giornalista, una delle più importanti, ma anomala da tutte quelle che conosciamo. Il giornalista è un dipendente e allo stesso tempo si richiede a lui di avere libertà assoluta dal proprio editore. E’ una coniugazione difficile da porre in essere. L’intervento normativo è sicuramente necessario per tutelare la libertà del giornalista di fare informazione libera nell’ambito del rapporto di lavoro dipendente. Ma è anche importante che questa libertà abbia un limite del rispetto delle persone e che la presentazione delle notizie sia adeguata. La strada italiana albo giornalisti non è percorribile in una realtà piccola come la nostra. Non bisogna fare dei giornalisti una casta, ma lasciare aperta la porta nelle redazioni a chi giornalista non è ma ha qualcosa da dire”.

 

Paolo Crescentini, Psrs: “Mi sembra ci siano convergenze in Aula su quanto chiesto dall’istanza e sul riferimento del Segretario da cui abbiamo saputo che il governo sta lavorando a una legge sull’editoria. Lo ritengo una percorso importante. La figura del giornalista a San Marino ha preso piede, visto le testate che sono nate, ma resta una figura ibrida. Perciò è opportuno disciplinare la professione, a tutela degli stessi organi di informazione. Oggi per diventare avvocato è necessario essere iscritti all’albo, non è la stessa cosa che avviene per i giornalisti. Da noi la figura è inquadrata nel contratto industria, è un’altra anomalia. Ritengo importante istituire tramite legge la figura del giornalista in un albo, ma non può essere disgiunto da una sinergia dell’ordine nazionale italiano, non ci serve a creare un istituto a sé stante, non in grado di dialogare con l’omologo italiano. Questa istanza trova concordi il Psrs che voterà favorevolmente”.

 

Fiorenzo Stolfi,Psd: “Anche il Psd condivide pienamente i contenuti dell’istanza, il nostro voto sarà sicuramente favorevole perché riteniamo che la professione del giornalista e l’attività di informazione sia estremamente importante in uno Stato e ancora più importante in una realtà piccola come la nostra che rischia di caratterizzarsi dal provincialismo. Chi fa il giornalista e chi fa l’editore deve avere l’obiettivo di allargare orizzonti e abbattere i confini. Dal nostro punto di vista dovrebbero essere questo l’obiettivo dell’informazione per far crescere a livello mentale la collettività. La nostra realtà informativa è vivace, c’è un servizio pubblico e uno privato, il nostro sistema informativo, con le dovute proporzioni, ha tutte le complessità di uno grande. Avremo l’occasione di fare un dibattito sull’informazione televisiva e quella sarà un’importante occasione per discutere della realtà pubblica che, oggi come oggi, non risponde alle aspettative di quest’Aula e della popolazione. Il compito del pubblico come traino, formazione e crescita del settore, dovrebbe avere un ruolo più accentrato e qualitativamente più elevato di oggi. Avremo occasione di discuterne nel prossimo Consiglio”.

 

Istanza n. 15 per richiedere l’istituzione del servizio di assistenza antalgica al parto tramite anestesia epidurale nell’ospedale di Stato. Respinta

Vanessa Muratori, Su: “Ho avuto la possibilità di provare, per via sperimentale, il parto con anestesia per la mia seconda figlia nell’ospedale di Stato nell’aprile del 2009. Ho testato la differenza dal parto naturale e consiglio a tutte le donne quello in anestesia. Era stato annunciato che da febbraio scorso a San Marino sarebbe stata introdotta questa modalità, ma credo di essere l’unica dal 2009 ad oggi ad avere partorito in questo modo.

 

Mario Venturini, Ap: E’ un problema di carattere organizzativo. In un ospedale vicino si offre la possibilità di partorire con la modalità di anestesia epidurale ai suoi utenti, ma in quella struttura si fanno migliaia di parti ogni anno, c’è uno staff con decine di ginecologi e anestesisti, il che rende possibile dare quell’assistenza ulteriore richiesta rispetto al parto naturale senza ulteriore aggravio di costi. Per il nostro ospedale questo non è possibile.

 

Iro Belluzzi, Psd: Credo si debba rispettare la libertà di scelta della paziente, se vuole partorire in via naturale o attraverso epidurale. Consiglio all’Iss di riflettere sulla possibilità di stipulare delle convenzioni con strutture esterne per dare questa opportunità agli utenti sammarinesi.

 

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “L’istanza è importante. L’assistenza antalgica al parto è consolidata in Italia e toglie il dolore. Occorre però ragionare sulla fattibilità e sui costi, per la presenza costante di un anestesista. Il parto naturale non è prevedibile né nei tempi né nelle quantità. E se il servizio viene istituito occorre garantire la massima sicurezza. Accogliamo dunque il principio, ma per tutelare la donna il governo deve fare uno studio accurato di fattibilità del servizio”.

 

Repliche

Vanessa Muratori, Su: “La possibilità di alleviare la sofferenza va data e comunque si tratta di un parto naturale, anche se medicalizzato. Allevia il dolore in un momento in cui non serve, quello del travaglio. Per il problema dei costi si potrebbe farlo gratuitamente all’interno e a pagamento per chi viene dall’esterno”.

 

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “I nostri numeri non consentono l’apparato necessario. Dobbiamo stabilire i livelli minimi di assistenza che il nostro Paese è in grado di concedere. Fornendo servizi su servizi si finisce con il pagare anche per quelli a cui abbiamo diritto. Su questo tema dobbiamo confrontarci, altrimenti il dibattito rischia di essere demagogico”.

 

Iro Belluzzi, Psd: “E’ giusto considerare i livelli massimi di servizi che si possono dare. E magari rivederne alcuni. Con l’aziendalizzazione dell’Iss è iniziato un percorso per mettere in rete la struttura, in modo che diventi anche un punto di riferimento per le realtà limitrofe. I numeri in questione sono esigui: infatti in Emilia-Romagna solo il 9,5% dei parti ricorre al travaglio con epidurale e da noi non credo ci siano numeri esorbitanti. Dobbiamo accogliere l’istanza come strumento per dare la possibilità a chi vuole di ricorrere a questo tipo di parto, attraverso convenzioni con altre strutture”.

 

Istanza 19 e 20 rispettivamente per l’istituzione della Festa nazionale dei figli, il 15 giugno, e della Giornata nazionale dell’albero, il 21 novembre. Entrambe respinte.

Segretario di Stato per il Territorio, Gian Carlo Venturini: “Per l’istanza ambientale ricordo che c’è una legge per la salvaguardia della natura che all’articolo 41 ha previsto un decreto per la classificazione del nostro patrimonio arboreo. Ci sono enti pubblici e privati che fanno opera di sensibilizzazione, in particolare le scuole con gli alunni. Dalle due istanze viene un intervento pregevole, ma per promuovere la tutela dei figli e dell’ambiente si può anche non istituire una giornata ad hoc. Lascio al Consiglio la possibilità di decidere”.

 

Ivan Foschi, Su: “Si può condividere la richiesta. Si tratta di eventi simbolici che costituiscono un momento di riflessione in più. Votiamo a favorire”.

 

Claudio Muccioli, Pdcs: “Occorre avere molta attenzione, le giornate potrebbero proliferare e così il loro intento di sensibilizzazione viene disperso. Non vorrei poi che tutto diventi un fatto di mercato. Dobbiamo lasciare grande spazio educativo nelle scuole. Inoltre alcuni riferimenti dell’istanza sui figli non sono qualificanti. La Giornata dell’albero invece è abbastanza interessante, eventi del genere sono già stati fatti a San Marino. Su questa richiesta l’attenzione è differente rispetto alla precedente”.

 

 

ORDINI DEL GIORNO

 

Ordine del giorno del Psd sulla questione palestinese, approvato a maggioranza.

Giuseppe Maria Morganti, Psd: “C’è un accordo tra i gruppi consiliari per un salto di qualità nella posizione di San Marino. L’atto è partito quando il tema era dibattuto dall’Onu e in quel contesto avrebbe avuto maggiore efficacia. I tempi però sono difficile da coordinare. Ben venga comunque l’accordo su un nuovo odg: la questione palestinese riguarda l’attrito generato tra concezioni culturali, politiche e religiose che contrappongono due grandi civiltà che devono avere pari dignità. Così abbiamo concordato un odg che invita il congresso di Stato a svolgere un ruolo attivo nell’Onu in favore del dialogo”.

 

Roberto Giorgetti, Ap: “Confermo l’accordo. Si tratta di un testo equilibrato che esplica la posizione di San Marino calandola in un’azione internazionale concreta”.

 

Ordini del giorno sul settore delle telecomunicazioni. In origine sono tre, depositati da Psd, Psrs e Patto per San Marino. Dopo un confronto tra maggioranza e opposizione viene definito un testo unico, approvato all’unanimità. L’odg invita il congresso di Stato a valutare la modalità perché il settore diventi strategico; preparare entro aprile un progetto di legge per l’Authority delle telecomunicazioni e per affrontare le varie tematiche; negoziare per rivedere le convenzioni, anche con nuovi operatori; continuare l’azione per eliminare i segnali degli operatori non concessionari su San Marino.

 

Luigi Mazza, Pdcs: “Gli odg erano diversi ma concludevano su quattro punti coincidenti: le telecomunicazioni come settore strategico per lo sviluppo del Paese; l’istituzione dell’Authority in tempi brevi; la rinegoziazione delle convenzioni per garantire pari opportunità tra gli operatori; agire contro le attività non regolamentate. Questa mattina abbiamo trovato una sintesi di intesa su un odg condiviso”.

 

Claudio Felici, Psd: “Si è trattato di un dibattito molto importante. Il settore è strategico per lo sviluppo e nel nostro odg ci sono punti precisi per accelerare le varie azioni. E l’Authority è il vero punto di cambiamento. Il termine di aprile per la legge quadro può dare un segnale importante di accelerazione e concretezza. L’autorità di vigilanza deve essere vera, non un pezzo dell’amministrazione ma un soggetto terzo.

Anche la rinegoziazione delle convenzioni rientra nell’alveo di un trattamento equo per tutti gli operatori. L’esercizio delle tlc è concesso dallo Stato per cui gli operatori devono essere classificati come soggetto giuridico sammarinese. Ci sono sul tema delle paure immotivate. Noi insisteremo nel confronto sulla legge quadro. Comunque la condivisione generale sull’argomento è già un segnale positivo”.

 

Paolo Crescentini, Psrs: “L’odg è un passo importante, le tlc sono strategiche, per cui non serve un muro contro muro ma sinergie. L’Authority è importante e deve essere in grado di disciplinare il settore superando il regime concessorio in mano al congresso di Stato. L’odg, inoltre, ribadisce la realizzazione della concorrenza e di un sistema plurale e omogeneo. Continueremo a monitorare e daremo il nostro contributo al progetto di legge”.

 

Alessandro Rossi, Su: “Il confronto è stato positivo ed è emersa la volontà comune di sviluppare il settore in maniera più corretta ci sono passaggi importanti sugli introiti per lo Stato, sulla concorrenza e per la gestione comune della rete”.

 

Nicola Selva, Upr: “La sintesi ottenuta è soddisfacente e si delineano le azioni per il futuro. Il settore necessita di ulteriori valutazioni. In tre mesi non si può fare quello che non è stato fatto in molti anni ma la regolamentazione serve e questo odg fa fare un passo in avanti. Fissate le regole occorrerà arrivare a una maggiore armonizzazione degli operatori. Il mercato è limitato e va bene analizzato”.

 

Ordini del giorno sull’asilo nido di Falciano. In tutto sono tre. Il primo presentato dal Psrs chiede la sospensione della privatizzazione della struttura e un dibattito sul futuro del settore scolastico nel prossimo Consiglio grande e generale. L’Aula non delibera dato che la votazione finisce in pareggio, 28 a 28. Il secondo, di Su, viene ritirato, mentre il terzo, del Psd, viene respinto con 29 voti contrari e 27 favorevoli.

Ecco un riassunto del dibattito.

 

Simone Celli, Psrs (presenta l’odg del partito): “Gli altri due odg convergono sullo stesso obiettivo”.

 

Claudio Felici, Psd: “Votiamo a favore di tutti e tre gli odg”.

 

Andrea Zafferani, Ap: “Questo odg è il più generico, dà meno indirizzi e compie meno scelte. Ho preso atto dei dati forniti dal governo e il tema è rilevante. Per cui occorre capire da dove questi dati vengono: quello sul costo annuo dei bambini; sulle possibili inefficienze, sulle spese per riprendersi la scuole e per i lavori. Ancora: quanti insegnanti ci sono negli asili nido e con che contratto. La gestione pubblica della struttura è difficile se non impossibile, dati i costi. Ma ci possono essere vie di mezzo tra gestione pubblica e totalmente privata. Il privato puro dovrebbe pagare un canone e generare profitto. Ma se lo Stato facesse una gestione privatistica tramite un’azienda partecipata i due problemi non si porrebbero. La materia è delicata ma se dal Consiglio uscisse una posizione il governo verrebbe rinforzato”.

 

Marco Gatti, Pdcs: “Negli odg di Psd e Su c’è un chiaro indirizzo: i servizi di prima infanzia solo per il pubblico. Per la maggioranza questa esclusiva non deve esserci per cui respingiamo gli odg. L’Odg del Psrs richiede un dibattito e di sospendere lo studio di come gestire la struttura di Falciano. Va respinto anche questo: il governo deve andare avanti per studiare la modalità migliore di gestione”.

 

Alessandro Rossi, Su: “Siamo disponibili a ritirare il nostro odg. Fondamentale è la sospensione della decisione su Falciano presente nel documento del Psrs, su questo argomento serve un confronto serio. A Murata spendiamo 27 mila euro di affitto, allora teniamo pubblico Falciano e privatizziamo Murata. Occorre trovare una soluzione tramite un confronto pubblico.

Ritiro comunque l’odg anche se per un solo voto quello del Psrs non è passato. Speriamo comunque in un confronto”.

 

Claudio Felici, Psd (presenta l’odg del suo partito): “Marco Gatti è stato precipitoso sul nostro documento. Gli asili nido sono nati su iniziativa privata a San Marino. E per noi va bene un sistema integrato ma nello specifico siamo critici. Senza un’analisi di fattibilità come si può dire che la gestione pubblica non è realizzabile? Non capiamo la rigidezza del governo”.

 

Paolo Crescentini, Psrs: “Il tema ha tenuto banco in questo Consiglio. E infatti il nostro odg è finito in pareggio. L’odg del Psd è bene strutturato e lo condividiamo”.

 

Ordine del giorno dell’Upr sui prezzi del carburante, respinto.

Nicola Selva, Upr: “Alla politica si chiedono idee e in alcuni settori si può agire questo è uno di quelli: serve una nuova politica sul prezzo dei carburanti”.

 

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