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San Marino, Carisp e Greco al centro dei lavori del Consiglio Grande e Generale

da Redazione

SAN MARINO – Conclusi gli interventi dei consiglieri, nel tardo pomeriggio del 17 gennaio si è passati alle risposte delle interpellanze.  Tra i temi affrontati la situazione della Cassa di Risparmio di San Marino e le valutazioni del Greco.
Di seguito il riassunto del dibattito in Aula:

Risposta a interpellanza dell’Upr sulla Cassa di risparmio, Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze:
“C’è stato un incontro tra il presidente della Fondazione San Marino Cassa di risparmio – Sums e i partiti di maggioranza e opposizione. Mentre per quanto riguarda le dichiarazioni in procura Forlì rese da Gabriele Gatti e Tito Masi, senza essere oggetto di indagine, i verbali non li ho e sono a disposizione degli avvocati delle parti. Il Congresso di Stato non è comunque coinvolto nelle indagini e altrettanto Banca centrale e il nostro tribunale, che sono però tenuti a collaborare. La situazione patrimoniale della Cassa al 31 dicembre 2010 è di quasi 295 milioni di euro, mentre per quanto riguarda i finanziamenti di Banca centrale, lo Stato ha concesso garanzie e fidejussioni per 288 milioni di euro, ridotti ora a 193, di cui 93 assistiti da fidejussioni. Banca centrale li ha poi destinati ai vari istituti che ne hanno fatto richiesta. Anche i finanziamenti a Crrsm stanno rientrando. L’aumento di capitale è stato deliberato il 31 maggio scorso e prevede 10 milioni da parte della Fondazione, altri 10 dalla Sums e 60 dallo Stato, oltre a un prestito subordinato da 70 milioni. Questa ipotesi non ha ancora trovato conferma e il confronto prosegue. È necessario un intervento dello Stato, che comunque va definito. Sicuramente non saranno 60 milioni. Sul tema verrà coinvolto il Consiglio. Delle sanzioni all’Aif non posso parlare mentre il mandato al presidente Leone Sibani per negoziare con Sopaf è stato dato dal cda della banca e l’accordo aveva l’assenso di Bcsm e anche Banca d’Italia era stata informata”.

Giovanni Lonfernini, Upr:
“In Ufficio di presidenza è stata avanzata la richiesta di un confronto in Aula a febbraio. Questa è una premessa ma le risposte sono parziali. Ieri siamo stati ragguagliati dal presidente della Fondazione, ma se si chiede alla politica di difendere la Cassa è bene potere esprimere delle valutazioni. Serve chiarezza istituzionale, ma dal governo viene poca consapevolezza. Spero che nel prossimo Consiglio si presenti più preparato”.

Risposta a interpellanza Iro Belluzzi (Psd) sul Greco Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri:
“Il 28 dicembre il congresso di Stato mi ha dato il mandato per riferire sul
I e II ciclo di valutazioni del Greco. Riferirò nel Consiglio di febbraio anche sulla base della relazione predisposta da un gruppo di lavoro creato ad hoc. Auspico che in quell’occasione si possa arrivare alla stesura di un ordine del giorno condiviso”.

Terminato il comma Comunicazioni si è poi proseguito con le istanze di reintegro e assunzione della cittadinanza sammarinese e con la nomina dei consiglieri Nadia Ottaviani (A&l) e Andrea Zafferani (Ap) nella Delegazione consiliare all’Assemblea permanente del Consiglio d’Europa. Passo successivo un’altra nomina, quella di Roberta Ranocchini per il Psd e Lisa Gualtieri per Ap nella commissione per le Pari opportunità. A seguire approvata la richiesta di avvio della procedura di nomina di due uditori commissariali, mentre è stata rimandata a luglio la nomina del presidente e del consiglio di amministrazione dell’Azienda autonoma di stato per i Servizi. Come ha spiegato il segretario di Stato competente, Fabio Berardi, “siamo pronti a presentare in Consiglio grande e generale il progetto di legge per trasformare l’azienda in una spa. Dunque, sentiti tutti i capigruppo, abbiamo deciso di optare per una proroga di sei mesi, fino a tutto giugno 2012, dell’attuale cda, piuttosto che andare a nuove nomine”.

Il segretario di Stato per gli Affari interni, Valeria Ciavatta, ha poi illustrato in Aula, leggendo le relative relazioni, due progetti di legge in prima lettura. Il primo per la “Tutela e conservazione del patrimonio documentario ed archivistico della Repubblica”; mentre il secondo tratta di “Disposizioni straordinarie sulla naturalizzazione”. Su questo secondo tema anche il Psrs ha presentato un analogo progetto di legge, illustrato in Aula dal capogruppo Paolo Crescentini. Per un breve commento ha preso parola il consigliere di Su, Enzo Colombini.

Ecco un breve estratto delle loro parole.

Paolo Crescentini, capogruppo Psrs: “La legge, presentata lo scorso 15 giugno, riprende l’impegno adottato nel novembre del 2000 per  legiferare ogni 10 anni in materia. Volevamo un confronto con il governo e in effetti un incontro c’è stato. Ora auspichiamo un confronto prima del ritorno in Aula per l’approvazione per verificare se sia possibile avere un testo unico condiviso”.

Enzo Colombini, Su:
“Il segretario di Stato Ciavatta conosce la nostra posizione, preferiamo una legge ordinaria, ma nel Patto è prevalsa un’altra linea. Preferiamo la scelta del diritto a quella della discrezionalità, di definire caso per caso gli anni per la naturalizzazione. Anche per essere più in linea con il diritto internazionale che fissa criteri più definiti. Valuteremo il progetto di legge e daremo il nostro contributo, chiedendo di ragionare sulla possibilità di dare la residenza dopo 15 anni non solo al coniuge, ma anche per le convivenze more uxorio o di altro genere. Ora c’è una visione vecchia”.


SEDUTA NOTTURNA

Sono sei i progetti di legge presentati in prima lettura durante i lavori consiliari della seduta notturna di ieri. Il segretario di Stato per la Giustizia ha illustrato all’Aula il progetto di legge “La mediazione familiare” e la riforma della normativa sulle Giunte di Castello; di seguito è stato presentato il progetto di legge della segreteria di Stato per l’Industria “Modifiche alla legge 22 luglio 1977 n.42 – Legge sui Consorzi e successive modifiche e integrazioni”. E’ stata quindi la volta di due proposte normative sui rapporti della Repubblica di San Marino con l’Ue: il primo intitolato “Progetto di iniziativa popolare per l’adesione della Repubblica all’Unione europea”, il secondo, proposto dal Psrs, “Progetto di legge Integrazione nell’Unione europea”.
L’ultimo provvedimento discusso in Aula è stato una seconda proposta di iniziativa popolare volta a modificare l’istituto referendario. Su quest’ultimo, sulla riforma delle Giunte di Castello e sui progetti di legge in tema di Unione europea si è aperto il dibattito. Di seguito gli estratti degli interventi in Aula.   

Comma 10, Progetto di legge “Giunte di Castello”
Segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali: “Il programma di governo per la XXVII legislatura elaborato dalla coalizione Patto per San Marino prevede la riforma delle Giunte di Castello, al fine di valorizzarne il ruolo e individuare i precisi ambiti di competenza in una corretta dialettica fra esigenze di programmazione generale e istanze locali. In congresso di Stato, e per esso la segreteria di Stato con delega ai rapporti con le Giunte di Castello, ha attivato dal suo insediamento un confronto ad ampio raggio per comporre un progetto di legge in attuazione a tale programma nella misura più larga possibile di condivisione non solo tra le forze politiche ma anche tra gli stessi Capitani di Castello. Proprio questi ultimi hanno dato un contributo determinante e un impulso attivo a molte delle novità che in questa sede vengono proposte. Diverse le novità introdotte, in modo particolare in materia elettorale, dove sono stati rivisti modalità di presentazione delle liste e i termini, per consentirne un più agevole e lineare svolgimento delle consultazioni elettorali.Così come sono stati rivisti i casi di dimissioni o decadenza che potevano di fatto impedire il regolare svolgimento dell’attività della Giunta. Sono stati meglio definiti e in parte ampliati i compiti e i poteri attribuiti alle Giunte di Castello e al Capitano. La nuova disciplina mira quindi a dare nuovo slancio e nuova linfa all’azione delle amministrazioni locali, punta a meglio definire il fondamentale ruolo che possono e devono svolgere i Capitani di Castello e le rispettive Giunte, nella valorizzazione del rapporto tra Cittadino e Stato, nella promozione della cultura, dello sport, dell’aggregazione sociale di ogni realtà locale, nella segnalazioni di problematiche all’attenzione dell’amministrazione centrale e dello Stato”.

 

Filippo Tamagnini, Pdcs: “Ringrazio il segretario di Stato per aver portato la legge in prima lettura, dando attuazione al mandato che io e la collega Maria Luisa Berti, come Capitani Reggenti, avevamo fatto, allorchè avevamo espresso il nostro rammarico per non essere riusciti a portare in Aula e presentare questo provvedimento. L’avvio dell’iter legislativo favorirà il confronto anche su un possibile miglioramento della legge. Sarà possibile discutere in quest’Aula se sia utile la ripartizione dei fondi delle Giunte eseguita dal congresso di Stato o dalla Consulta delle Giunte, così come si potranno esaminare le proposte fatte da ex Capitani di Castello presenti in Consiglio, come le proposte delle Giunte sui lavori di manutenzione e sostegno delle attività sociali e culturali. Spero che tra la prima e la seconda lettura ci si possa ulteriormente confrontare sul testo. Ringrazio ancora il segretario di Stato Casali perché dà attuazione alla richiesta fatta da tempo da tutte le Giunte”.

 

Claudio Felici, Psd: “Farò una domanda al segretario di Stato. Ho ascoltato la relazione e le considerazioni sull’opportunità della nuova normativa, ma mi sfuggono le vere innovazioni che giustificano la portata di un nuovo testo in Consiglio. La riforma delle Giunte di Castello viene annunciata ogni cinque anni, vorrei sapere quali sono i fattori di novità rispetto alla gestione precedente. In una realtà come questa dove la dimensione del territorio non consente istinti  federalisti e limiti al decentramento, non ho colto gli effettivi elementi di novità del testo”.

 

Paolo Crescentini, Psrs: “Sottolineo l’importanza della materia, è giusto e doveroso dare maggiore prestigio e autonomia alle Giunte di Castello che svolgono un ruolo importante. Spesso non vediamo una gran corsa alla candidatura per le Giunte, forse perché negli anni hanno perso quel prestigio e quel contatto con la cittadinanza e la residenza, forse con le istituzioni stesse. Noi riteniamo che questa legge recepisca aspetti importanti, quale dare nuovo impulso alle Giunte. L’articolo sulla Consulta dei Capitani di Castello è un elemento importante che aggiunge valore al provvedimento. Questa legge è di materia costituzionale e non passerà in Commissione. Il Psrs è disponibile a dare suggeriementi a un provvedimento che andava portato all’attenzione dell’Aula e che va a recepire le richieste delle Giunte stesse”.

 

Ivan Foschi, Su: “In passato si sono susseguite modifiche parziali alla legge, resta l’interrogativo su quello che dovrebbe essere il ruolo delle Giunte di Castello. C’è chi vorrebbe ulteriore autonomia, anche se le Giunte non possono avere lo stesso ruolo di altri enti locali. Spesso le loro richieste non vengono tenute in giusta considerazione dagli uffici pubblici, come se non fossero istituzioni, ma liberi cittadini. Apprezzo che nella stesura della legge la segreteria di Stato non sia partita da zero, ma abbia raccolto i confronti fatti nelle precedenti legislature e confermato alcune scelte, prevedendo uffici preposti che possono dare risposte in tempi certi. Così come la Consulta dei Capitani può essere uno strumento ulteriore per le Giunte, che possono muoversi insieme come organismi istituzionali. Altro nodo è l’autonomia reclamata per i lavori pubblici, le Giunte entro certi limiti potranno avere la competenza di affidare piccoli lavori per la collettività, senza dover per forza mettersi in fila alla segreteria di Stato. Potrebbe essere anche maturo il tempo per coinvolgere persone che da tanto vivono a San Marino almeno a livello di elezioni amministrative. E’ una raccomandazione che ci viene fatta dal Consiglio d’Europa e potrebbe essere raccolta”.
Segretario di Stato Augusto Casali replica: “Non ho niente da replicare, quello che dovevo dire l’ho detto nella relazione, dove sono citati alcuni interventi che caratterizzano la legge, non ci resta che esaminarla articolo per articolo, ed eventualmente migliorala con degli emendamenti”.

Comma 12, a) progetto di legge di iniziativa popolare per l’adesione della Repubblica all’Unione Europea

Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Antonella Mularoni, relaziona sul “Progetto di legge di iniziativa popolare per l’adesione della Republica all’Ue”: “Il presente progetto di legge stabilisce all’articolo 1 che la Repubblica persegue il fine dell’integrazione politica, economica, culturale e sociale nell’Unione europea, a partire dalle considerazioni che San Marino è uno Stato europeo non solo per ragioni geografiche ma anche politiche e culturali. All’articolo 2 il progetto stabilisce l’avvio delle procedure previste e disciplinate dal trattato dell’Unione, finalizzate all’adesione della Repubblica di San Marino nell’Ue”.

 

Comma 12, b) progetto di legge “Integrazione nell’Unione europea”, presentato dal gruppo consigliare del Psrs

Paolo Crescentini, Psrs: “Allo stato attuale delle cose i rapporti con l’Italia sono stati azzerati e quelli con l’Europa sono inesistenti al punto che il nostro Stato è completamente isolato nel contesto internazionale e in continuo affanno per la mancanza di prospettiva. Il gruppo consiliare del Psrs è convinto che la scelta migliore sia quella di avanzare richiesta di adesione per aprire un negoziato al termine del quale poter vagliare costi e benefici su un’eventuale adesione da sottoporre a Referendum popolare. E’ doveroso affermare con la massima chiarezza che, in questa fase di crisi, è pericoloso giocare a nascondino, improvvisare, oppure non scegliere, come sta facendo l’esecutivo. Solo da un negoziato attento e prudente potremmo avere elementi per una decisione ragionata e soppesata. Il gruppo Psrs  preferisce di gran lunga l’Ue con 450 milioni di consumatori, con le sue istituzioni democratiche, con la sua posizione di attore mondiale, allo Spazio economico, senza alcun potere o presenza internazionale”.

 

Claudio Felici, Psd: “Siamo lieti che in questa seduta sia stata collocata la presentazione in prima lettura del progetto sull’adesione all’Ue che è di importanza prioritaria. Il Psd ha prodotto da tempo iniziative politiche, momenti di sensibilizzazione e confronto su questo tema perchè siamo convinti che il percorso che può tracciare una prospettiva concreta per San Marino è quello di un’adesione decisa all’Ue. Mi spiace che qualche tempo fa il collega Marco Gatti alla domanda su cosa farà San Marino rispetto a come vanno le cose in Europa abbia risposto che è meglio aspettare per vedere come va a finire. Io avrei risposto l’opposto, proprio perché oggi si può contare di un’iniziativa multilaterale per mettere in sicurezza le economie nazionali. Così si dimostra la validità dell’Unione europea.
In un momento di trasformazione così profonda come quella che stiamo attraversando, in cui veniamo attaccati su molti fronti, c’è bisogno che il nostro piccolo Paese sia inserito in un club di Paesi collaborativi, che abbia alleati, non che venga isolato. Non è il momento di dimostrare di poter fare tutto da soli, ma che sono veri i nostri propositi di cambiamento. Un percorso convinto verso l’Ue non può rappresentare altro che la valorizzazione della nostra volontà di cambiare e di evolvere”.

 

Giuseppe Morganti, Psd: “Oggi abbiamo di fronte un’ulteriore possibilità, cerchiamo di capire dove può portarci l’invio di una lettera che può cambiare definitivamente le sorti di questo Paese che è allo sbando e non ha prospettiva. Non voglio criminalizzare il governo che si è trovato di fronte a problemi più grandi di quello che poteva affrontare. Però abbiamo una via d’uscita, data da essere Stato sovrano e indipendente, che ha un’economia che potrebbe essere ancora confacente ai parametri europei. Non c’è la possibilità da parte europea di escluderci. Potremo diventare al massimo un lavoro in più per la burocrazia europea, ma la nostra sovranità ci impone di prendere questa scelta. Non abbiamo altre speranze”.  
Segretario di Stato Mularoni, replica: “Ogni volta che tocchiamo questo argomento sento molta demagogia. Si dice di tutto pur di far passare un’idea opposta alla realtà. Dobbiamo tenere i piedi per terra, questo Paese è sopravvissuto nei secoli perchè ha avuto una visione lungimirante e dei suoi limiti. Delle volte ho l’impressione che questo buon senso stia scomparendo. Affrontiamo le cose senza terrorismo, i profeti di sventura fanno male a questo Paese. In questa legislatura è stato fatto un lavoro inedito, in passato nessuno ha fatto grandiosi passi verso l’Ue. Invece siamo ripartiti sulla composizione di accordi, abbiamo attivato il confronto con le autorità comunitarie. San Marino sta perseguendo concretamente un percorso di maggiore integrazione, ma è la stessa Ue che ci chiede di non andare verso l’adesione perchè è in fase di consolidamento e l’ingresso di micro Stati può crearle delle difficoltà. L’Unione europea può poi metterci 20 anni a decidere sull’ ingresso di un Paese. Ci sono tante possiblità intermedie che consentono a San Marino di percorrere vie percorribili in tempi brevi. Noi stiamo lavorando in questa direzione”.

 

Alessandro Rossi, Su: “Per uscire fuori dalle demagogie bisognerebbe fare un’analisi sui pro e i contro dell’adesione, a prescindere dal contesto di difficoltà attuale e da alcuni elementi strutturali con cui l’Unione oggi è caratterizzata. Se avessimo aderito in passato, alcuni elementi che ci hanno portato alla perdita di reputazione probabilmente sarebbero stato vissuti in maniera diversa. Il limite della nostra Repubblica è stato il suo arroccamento contro ogni adeguamento. Diversamente, la spinta culturale e l’apertura verso l’esterno ci avrebbero fatto evitare errori che ora stiamo pagando. Oggi il percorso di adesione è più difficile, ma come piccolo Stato, con una sua valenza democratica e una sua autonomia, potremmo ancora portare in Europa le nostre migliori caratteristiche, potremmo essere un punto di sperimentazione per un nuovo modello economico. Oggi non vedo possiblità di mantenimento della nostra sovranità al di fuori di un contesto europeo integrato”.  

Comma 13_ Progetto di legge di iniziativa popolare “Per la modifica della vigente normativa  in materia di referendum”

Il segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni, legge in Aula la relazione: “La presente proposta di legge viene presentata con lo scopo di rendere più agevole da parte della cittadinanza il ricorso a uno strumento di democrazia diretta quale quello del Referendum. I sottoscritti promotori intendono far presente all’organismo parlamentare quelle che sono le modifiche più significative all’attuale assetto legislativo. Per quanto concerne il referendum abrogativo di iniziativa popolare è stato previsto un diverso iter per il giudizio di ammissibilità, è stato ripristinato il giudizio del Collegio Garante all’atto del deposito del questito e prima della raccolta firme. Tale modificha ha lo scopo di evitare una dispendiosa e impegnativa raccolta firme, con il rischio che il quesito venga dichiarato inammissibile. Altra modifica sostanziale è quella del quorum. Con la presente proposta il referendum viene considerato validamente svolto qualunque sia il numero degli elettori che partecipano”.

 

Claudio Felici, Psd: “Siamo convinti che il superamento del quorum sia lo strumento migliore perché la vita democratica torni ad essere partecipata. Togliendo il quorum si dà il messaggio che si deve conquistare un voto in più in direzione contraria, mentre sistematicamente il ‘no’ veniva promosso attraverso il disimpegno. Il superamento del quorum è davvero un passo in avanti che dà legittimità maggiore all’istituzione referendaria. Una riflessione sull’ammissione di legittimità: l’iniziativa della raccolta firme deve rappresentare un impegno importante, perciò il nostro orientamento è di mantenerla precedente al giudizio di validità sull’istanza referendaria. Ci confronteremo in Aula con queste due posizioni coerenti. Proporremo emendamenti perché il progetto può essere accolto con questi accorgimenti”.

 

Alessandro Rossi, Su: “L’idea base che guida questo progetto è quello di riuscire a trovare una forma democratica più evoluta, di poter intervenire in modo più semplice per i cittadini attraverso lo strumento del referendum. Questa progetto di legge è volto a rendere più agevole l’iter referendario per ottenere una maggior consapevolezza civile e l’avvicinamento tra la cittadinanza e i suoi rappresentanti istituzionali. Sull’abolizione del quorum concordo con Felici, l’abolizione è lo strumento che può rimettere in moto la cittadinanza nel percorso democratico. E’ dal ’96 che non c’è più un  comitato referendario contrario al quesito, ciò implica che la linea politica dell’astensione va a sostegno del partito dei contrari e si impedisce così lo sviluppo di una dialettica democratica forte sui temi. E’ un’impostazione condivisibile. L’altro elemento su cui abbiamo necessità di riflettere è il meccanismo di rendere ammissibile o meno il quesito. Il percorso attuale crea difficoltà e dare legittimità prima della raccolta firme potrebbe rendere meno solenne il referendum. Nelle indicazioni dei promotori comunque aumenterebbe le possiblità di ricorso allo strumento referendario, incentivando la democrazia diretta”.

 

Andrea Zafferani, Ap: “Il progetto di legge riguarda un tema molto sentito. Contiene proposte e soluzioni che possono essere discusse, in alcuni punti è condivisibile, in altri meno. Mi auguro funga da stimolo nel rispetto del mandato che il Consiglio grande e generale ha dato al congresso di Stato nel procedere a un progetto di legge con una proposta complessiva di riforma”.

 

Francesca Michelotti, Su: “E’ una legge di iniziativa popolare e merita la nostra attenzione, poi emerge dall’esperienza di persone che hanno vissuto la fatica dell’iter procedurale del referendum disciplinato dal nostro ordinamento. Si può condividere che l’opinione di ammissibilità debba essere fatta immediatamente, ma poi si corre il rischio di banalizzare uno strumento che presuppone una forte presa di coscenza civile, tuttavia penso che l’ipotesi proposta presuppone un orizzonte di grande civiltà. E’ un argomento su cui parlare, personalmente sono d’accordo nel facilitare il ricorso agli strumenti di democrazia diretta”.

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