Home FixingFixing Tobin tax divide l’Unione europea: USA e Asia contro

Tobin tax divide l’Unione europea: USA e Asia contro

da Redazione

Potrebbe valere ben oltre 50 miliardi: Monti, Sarkozy e Merkel d’accordo. La fiscalità interesserebbe tutte le transazioni sui mercati valutari.

 

di Saverio Mercadante

 

Non la vogliono gli Stati Uniti d’America, le potenze gialle dell’economia mondiale, e l’Inghilterra. Sarkozy vede invece nella Tobin Tax, una delle mosse che forse potrebbero farlo risalire nei sondaggi. La Francia l’avrà nel 2012, ha affermato il primo ministro François Fillon. Il provvedimento potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri fra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Angela Merkel è d’accordo  nel considerare “una tassa a 27”: per le casse dei governi e dei cittadini, potrebbe valere ben oltre 50 miliardi. Secondo le stime della Corporation of London, l’ente di governo della City, l’applicazione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie costerebbe all’area di Liverpool Street  40 miliardi di euro sui 57 che ne genererebbe nell’intera Europa. Il cosiddetto miglio quadrato, che ospita infatti la principale Borsa in Europa, rappresenta il 10% del Prodotto interno lordo britannico. Per la Gran Bretagna, affermano gli esperti di finanza inglesi, il centro finanziario è come il petrolio del Mare del Nord. Il premier italiano Mario Monti ha invece concesso un’apertura alla introduzione della Tobin Tax in una precisa cornice: “Mai e poi mai sarà solo in Italia”. Evidentemente la pensa molto diversamente dal marito di Carlà. La tassa sulle transazioni finanziarie, insomma, scatena il dibattito di qua e di là dell’Atlantico. Sul tema si è espresso anche il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d’America, Tim Geithner: bocciata l’ipotesi nella convinzione che tale misure funzionerebbe solo se applicata a livello globale. Un’eventualità più che remota. Basterebbe infatti che un solo paese non l’applicasse, fossero pure le isole Cayman, perché le transazioni si spostino nel paradiso off-shore. Barack Obama e David Cameron, dunque sotto il peso e l’influenza delle due maggiori piazze finanziarie del mondo, hanno pochi margini di trattativa. La prossima data decisiva sarà il vertice dei ventisette dell’Unione europea il 30 gennaio. Il premier inglese David Cameron non ha dubbi: “Non è logica se non verrà introdotta in altri paesi e la bloccherò”. Dopo il 2007, le banche sono state salvate dalla crisi con denaro pubblico e molti pensano sia ora che restituiscano in parte ai governi una parte dei loro capitali. “Equo e fattibile”, assicura la Commissione Ue: ha adottato ufficialmente la proposta per introdurre un sistema comune di tassazione sulle transazioni finanziarie.

 

Che cos’è la Tobin Tax

 

Dal nome del premio Nobel per l’economia James Tobin, che la propose nel 1972, la Tobin Tax interessa tutte le transazioni sui mercati valutari, penalizzando le speculazioni a breve termine. L’idea del Professor Tobin venne rilanciata nel 1997 da Ignacio Ramonet, redattore di Le Monde diplomatique: in un editoriale intitolato “Disarmare i mercati”, propose di creare un’associazione per l’introduzione di una tassa anti-speculazione. Le aliquote dovrebbero essere due: la prima per tutti gli scambi di strumenti finanziari diversi dai derivati, la seconda interesserà i movimenti sui prodotti derivati. La tassazione sarà imposta sulla base del principio della “residenza principale” e scatterà nel momento stesso in cui viene effettuata la transazione. Non si applicherà per i prodotti “da famiglia” (mutui, polizze assicurative, credito al consumo).

 

Le aliquote minime


Nella proposta è previsto che saranno i singoli Stati membri ad applicare la Ttf e a fissarne le aliquote, che non potranno essere inferiori al livello minimo stabilito dalla Direttiva. Cioè 0,01% per le operazioni sui derivati e dello 0,1% sulle operazioni cosiddette ‘spot’, le aliquote minime. Per operazioni ‘spot’ si intendono quelle con efficacia immediata, ovvero con acquisizione del bene al momento della transazione.

 

 

 

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