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San Marino, SPR: annullata l’addizionale Igr

da Redazione

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Ma solo per i lavoratori residenti a San Marino, mentre per i frontalieri nulla è cambiato. Ma la riforma tributaria non doveva eliminare le Spese Produzione Reddito per sempre?

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di Loris Pironi

 

E poi non si venga a dire che non c’è l’intenzione di dividere i figli dai figliastri. Il Governo della Repubblica di San Marino, lo stesso che in Finanziaria ha confermato il taglio totale delle Spese Produzione Reddito dalle buste paga degli oltre 6 mila lavoratori frontalieri, con un Decretino delegato datato 28 dicembre 2011 (il numero 205, per chi se lo vuole andare a cercare) ha deciso al contrario che la detrazione d’imposta per i soli lavoratori residenti viene portata dal 9% al 9,20%. Qui in seguito ci addentreremo nell’illustrazione del provvedimento e cercheremo le motivazioni di questa scelta che, pur andando a favore dei lavoratori (di alcuni, almeno) pare quanto meno in contraddizione con tutto quanto è stato pubblicamente affermato negli ultimi mesi.

 

Cosa dice il DD 205/2011


Il “provvedimento in materia di imposizione fiscale dei redditi da lavoro dipendente e da pensione” è un documento di una paginetta, sottoscritto dai Capitani Reggenti Gabriele Gatti e Matteo Fiorini e controfirmato dal Segretario agli Interni Valeria Ciavatta. Il Decreto, che abroga ogni disposizione contraria vigente, è entrato in vigore il 1 gennaio 2012. “La detrazione d’imposta prevista all’ottavo comma dell’articolo 9 della legge 13 ottobre 1984 n. 91 e successive modifiche per spese inerenti alla produzione del reddito da lavoro dipendente è fissata al 9,20% da calcolarsi sulla retribuzione lorda, fino a un importo massimo detraibile di 4.922,00 euro”. L’articolo 2 spiega inoltre che “l’aliquota da applicare fino all’ammontare della pensione minima” è fissata allo 0,09%. Ora, una differenza dello 0,20% nelle SPR è piuttosto marginale in dichiarazione dei redditi, ma va nella direzione di dare un contentino ai contribuenti che, per dichiarazione dello stesso Segretario alle Finanze Pasquale Valentini con la non più straordinaria addizionale Igr sarebbero chiamati a contribuire dello 0,75% in più.

 

Il senso del Decreto


Insomma, mentre da una parte per i frontalieri non è stata versata nemmeno una lacrima da parte dell’esecutivo che ha tirato dritto mantenendo un provvedimento che ha fatto arrabbiare l’Italia (peraltro non esente da colpe parallele), dall’altra è stato emesso un provvedimento che, di fatto, praticamente annulla per i lavoratori l’aumento tributario, e quindi i sacrifici chiesti a gran voce per risanare le casse dello Stato. Viene da chiedersi il perché, anche se è indubbio che tale provvedimento gioca a favore delle famiglie con i redditi più bassi. Ma qualcuno queste tasse le dovrà pur pagare, a meno che non si voglia nascondere la testa sotto la sabbia. Quello che suona strano, poi, di questo provvedimento, è che in più occasioni la Segreteria alle Finanze aveva sostenuto l’intenzione di eliminare le Spese Produzione Reddito anche dalle buste paga dei lavoratori residenti con la prossima Riforma Tributaria, che doveva arrivare a fine anno ma che verrà approvata entro la primavera, con effetto retroattivo al primo gennaio, così almeno è stato assicurato. Allora c’è da chiedersi che senso ha aumentare dello 0,20% dal 1 gennaio 2012 la quota di SPR se poi, con la riforma tributaria, si prevede di eliminarle definitivamente a partire dal 1 gennaio 2012. Sempre che la riforma tributaria, che deve ancora iniziare il suo percorso in Consiglio Grande e Generale, in attesa della sua approvazione, non finisca per andare in tutt’altra direzione. Resta però il fatto che l’eliminazione delle Spese Produzione Reddito per tutti i lavoratori, compensate con un’ampia serie di detrazioni per spese operate sul territorio, avrebbe cancellato l’iniqua disparità tra i lavoratori impiegati sul Titano. Meglio ancora, probabilmente, sarebbe stato se l’esecutivo avesse optato per la proposta dell’Associazione Industriali, che prevede di abbassare di 3 punti percentuali la quota di Spese Produzione Reddito per tutti in modo da lasciare sufficientemente in equilibrio il meccanismo delle detrazioni per tutti e consentendo allo Stato nel contempo di recuperare, conti alla mano, quei 15 milioni di euro che oggi sono “spremuti” solo ai lavoratori frontalieri.

 

Diamo i numeri


Come sempre, diamo i numeri per dimostrare quanto affermato finora. Con l’aliquota al 9%, un lavoratore dipendente con uno stipendio mensile di 1.800 euro ha pagato lo scorso anno di imposte nette 450,01 euro. L’addizionale Igr del 15% calcolata su questa cifra dava 67,50 euro. Con una busta paga da 2.200 euro, altro scaglione di reddito, il dipendente pagava di imposta netta annua 888,58 euro, con un’addizionale di 133,29 euro. Quest’anno, per i lavoratori residenti, lo scatto dello 0,20% dell’aliquota relativa alle detrazioni d’imposta per le spese produzione reddito annulla di fatto l’addizionale. Rifacciamo i conti. Con uno stipendio di 1.800 euro il lavoratore va a pagare 403,21 euro: sono 47 in meno dell’anno scorso (erano 450), mentre l’addizionale calcolata su questa nuova cifra è di 60,48 euro. Con uno stipendio di 2.200 euro l’imposta netta è di 831,38 euro (contro gli 888 del 2011 significa 57 euro in meno), mentre l’addizionale calcolata su 831 euro diventa di 124,71 euro.

 

 

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