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Antonella Mularoni e la firma con l’Italia: ci dobbiamo credere?

da Redazione

La data della firma tra San Marino e Italia entro gennaio? Siamo costretti a credere alle parole del Segretario Antonella Mularoni, anche perché non ce la vediamo, come gli antichi aruspici, a scrutare il futuro a Palazzo Begni con le mani nelle interiora di un volatile.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – La dichiarazione è istituzionale, in quanto è incasellata nell’ambito della riunione di questa settimana della Commissione Affari Esteri, per cui anche noi scettici siamo costretti a prenderla per buona – come una promessa e non come l’ennesimo auspicio – con la speranza di non doverla rinfacciare poi nel caso le cose vadano diversamente.

In Commissione, dicevamo, il Segretario agli Esteri Antonella Mularoni ha assicurato i consiglieri d’opposizione che la data della firma dei sospirati accordi bilaterali con l’Italia è prevista entro gennaio. Poi magari si firmerà a ottobre, tanto per dire una data posteriore, però almeno significherebbe la fine di questa fase d’incertezza.

Del resto, ha spiegato ancora il Segretario Mularoni, i prodromi di questa firma sono già visibili: l’accordo per l’aeroporto, quello sui rifiuti, che seguono i risultati già incamerati a livello internazionale, ovvero la promozione di Ocse e Moneyval. Ora guardiamo però anche l’altro lato della medaglia. E focalizziamoci sul Decreto Milleproroghe, che non contiene il rinnovo dell’italico contributo per la Tv di Stato del Titano (tre milioni di euro e spiccioli) e non risolve neanche il problema dei frontalieri.

Poi sulla vera volontà di risolvere il problema dei frontalieri da parte sammarinese qui sorvoliamo perché non vogliamo andare fuori tema, però potete leggere abbondantemente nelle pagine interne (anche) di questo numero di Fixing.

Insomma, noi vogliamo credere che gli inquilini di Palazzo Begni promettano la data della firma con l’Italia a ragion veduta, proprio non ce li vogliamo immaginare a frugare tra le interiora di un uccello sacrificato come gli antichi aruspici romani per cercare di leggere il futuro tra le fosche spire del tempo. Perché di aspettative e di promesse, ormai, non ce ne facciamo più nulla.

Infine siamo costretti poi ad aprire un altro piccolo e quasi insignificante argomento. Ma siamo proprio sicuri che il testo che Italia e San Marino andranno (?) a firmare rappresenti l’accordo migliore per il Titano? Del lavoro svolto bilateralmente dai tecnici non si fa più parola da mesi, ed è poco ma sicuro che l’argomento del contenuto di tale documento non va affrontato con leggerezza. Perché poi si rischia di doversene pentire per gli anni a venire.

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