Il 2011 è andato in archivio e ASES traccia il punto della situazione, concedendosi critiche feroci alla politica di San Marino e lanciando qualche provocazione.
SAN MARINO – Il 2011 è andato in archivio e ASES traccia il punto della situazione, concedendosi critiche feroci alla politica di San Marino e lanciando qualche provocazione.
“E’ finito il 2011 – riporta una nota – un anno difficile con una crisi economica e finanziaria sempre più forte, che ha attanagliato il Paese soffocandolo nelle sue incertezze. Ad accelerare questo fenomeno ha contribuito un Governo miope di quello che stava accadendo, privo d’idee e incapace di dare risposte per salvare il nostro Paese, ma con uno scopo ben preciso: quello di rimanere al comando, altrimenti le elezioni sarebbero state devastanti per l‘intera classe politica”.
Per ASES i politici del Titano “Non sono stati in grado di firmare accordi con l’Italia per salvaguardare l’industria, non hanno nominato una persona alla guida di Banca Centrale in grado di risanare i rapporti con Banca Italia; non hanno potuto, o forse voluto, fermare certi personaggi che stavano rovinando l’intero comparto edilizio e screditando il settore finanziario, e qui, qualche riflessione sarebbe doveroso farla”.
Le uniche cose che sono riuscite bene, spiega la nota, è stato “sfornare in brevissimo tempo una patrimoniale assurda, ma indispensabile per salvaguardare i posti nella Pubblica Amministrazione con un aumento di stipendio, mentre nel privato ci sono più di mille disoccupati e le aziende disperate chiudono senza via di uscita; inoltre, continuano a mantenere a certi personaggi pensioni altissime, prosciugando di conseguenza i fondi che noi stiamo versando, trovandoci così negli anni futuri senza un briciolo di pensione”.
ASES dunque sostiene che è “giunto il momento di dire basta a tutto questo”, dando vita ad una riforma generale del sistema. Con un occhio di riguardo al problema della PA “sproporzionata per le nostre dimensioni” e creata dai politici “con l’unico scopo di avere un bacino elettorale maggioritario nel Paese: non è un caso che la maggior parte dei Consiglieri siano dipendenti pubblici”. E a questo punto la proposta di ASES: “Sarà il caso di valutare l’incompatibilità a Consigliere, per chi ha incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione?”