Home categorieComunicati Stampa San Marino, la CSdL: Finanziaria senza equità, che discrimina ancora i frontalieri

San Marino, la CSdL: Finanziaria senza equità, che discrimina ancora i frontalieri

da Redazione

Finanziaria senza equità e che reitera la discriminazione verso i frontalieri

 

SAN MARINO – Per il secondo anno l’Esecutivo impone la tassa etnica a carico dei lavoratori non residenti, confermando l’art. 56 della finanziaria precedente. Continua una delle pagine più vergognose e buie della storia recente di San Marino, che tradisce i millenari valori di uguaglianza tra gli esseri umani della nostra antica Repubblica. La patrimoniale colpisce anche le abitazioni di modeste dimensioni, penalizzando così le fasce sociali più deboli

 

 

Ogni speranza di avere una legge finanziaria concertata, equa e non discriminatoria, è naufragata definitivamente. Ieri la maggioranza ha approvato in Consiglio la finanziaria 2012, con una lunga serie di emendamenti, ma ignorando completamente tutte le proposte della CSU.

 

Dunque, anche la finanziaria 2012 pesa quasi esclusivamente sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati, non fa nessuna scelta in direzione dell’equità, non dà nessuna spinta alla ripresa dell’economia e dell’occupazione. Rimangono tutti i contenuti inaccettabili del bilancio previsionale 2011, tra i quali la ripetizione della addizionale IGR su stipendi e pensioni, l’insufficienza dello stanziamento per gli strumenti di protezione sociale, la reiterazione della tassa sui servizi, ecc.

 

 

TASSA ETNICA – Una dei fatti più gravi, è che la finanziaria conferma anche per il 2012 la discriminazione a carico dei lavoratori non residenti introdotta dell’articolo 56 della finanziaria precedente. In tal modo, il Governo si è preso la responsabilità di reiterare una norma razzista verso una categoria di lavoratori, italiani e sammarinesi, che hanno la sola colpa di abitare fuori confine. In nessun paese civile e democratico esiste una simile misura discriminatoria…

 

La CSU aveva dato disponibilità all’Esecutivo a trovare soluzioni alternative che andassero a superare tale discriminazione. Tant’è che su questo aspetto nelle scorse settimane si sono susseguiti incontri e contatti con esponenti delle forze di maggioranza e dello staff tecnico del Governo, in cui si è lavorato attorno ad alcune ipotesi concrete. Ma alla fine, l’Esecutivo ha tirato dritto, decidendo di reiterare l’articolo 56 anche per il 2012. Evidentemente la disponibilità al confronto dichiarata verbalmente dall’Esecutivo era l’ennesimo bluff volto a irridere il movimento sindacale e i lavoratori.

 

 

PATRIMONIALE – Da un lato, per fare cassa, la finanziaria va a tassare le prime case dei cittadini, anche di dimensioni contenute, oltre ai garage e terreni. Secondo una stima, ad esempio per un appartamento di 70-80 metri con garage, il cittadino proprietario andrà a pagare una tassa tra i 100 e i 150 euro. Non siamo d’accordo su questa modalità che va a colpire le fasce più deboli, tassando il bene primario della prima casa, anche di piccole dimensioni, che rappresenta la condizione minima per vivere dignitosamente.

 

Per la CSdL la patrimoniale, invece, doveva salvaguardare le comuni abitazioni ed andava indirizzata verso le case di maggiore valore e soprattutto verso le concentrazioni immobiliari, compresi gli immobili non accatastati intestati a leasing e immobiliari, e le rendite finanziarie. Per quanto riguarda la misura relativa all’imposta minima sul reddito (minimum tax) per i lavoratori autonomi, questa è troppo timida e insufficiente.

 

Il Governo continua a dimostrare chiaramente che non ha nessuna intenzione di intraprendere la strada della concertazione, e che l’unico modo con cui intende governare è quello autoritario e unilaterale, in barba ai valori di democrazia e civiltà che hanno contraddistinto la storia della nostra antica Repubblica.

 

CSdL

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento