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San Marino, in Consiglio il dibattito sulla Finanziaria. Gli interventi di lunedì pomeriggio

da Redazione

La seconda parte degli interventi di ieri in Consiglio Grande e Generale sulla Legge di Bilancio 2012. Erano 59 gli iscritti al dibattito, oggi le repliche, si va verso l’approvazione del provvedimento. Entra per leggere l’estratto degli interventi.

SAN MARINO – Ieri il Consiglio Grande e Generale è proseguito per tutto il pomeriggio con il dibattito sulla legge di Bilancio per il 2012. Nella seduta pomeridiana sono intervenuti, tra l’altro il presidente del Psd, Denise Bronzetti, il presidente di Ap, Mario Venturini e il presidente dell’Upr, Gian Marco Marcucci. Il confronto tra i 59 iscritti al dibattito nella giornata di oggi si avvierà finalmente alle repliche.

Di seguito gli estratti degli interventi della prima parte della seduta pomeridiana.

 

 

Il dibattito era iniziato in mattinata: CLICCANDO QUI potete leggere tutti gli altri interventi.

 

 

Denise Bronzetti (Psd): “Ci sono interventi pesanti sui lavoratori dipendenti, sia pubblici sia privati. Abbiamo a che fare con ritardi accumulati nel tempo: in questi anni i soldi sono entrati facilmente, senza che questo venisse interpretato come un campanello d’allarme. La politica si era addormentata e la classe dirigente sfruttava i benefici di quel contesto: penso a quelle defiscalizzazioni ad aziende che a livello di entrate molto poco hanno portato a questo Stato. Anzi, alcune prima di andarsene hanno lasciato disoccupazione. E poi il florido mercato dei prestanome: con un raggiro di norme e di leggi si è permesso che solo a qualcuno arrivassero entrate sostanziose. I piani regolatori di allora, inconsistenti dal punto di vista dell’equilibrio del territorio, hanno regalato tramite l’ex commissione Urbanistica soldi in grande quantità a chi questo sistema lo sorreggeva. Da parte degli esponenti della maggioranza ho sentito anche interventi non faziosi: ma poi devono esserci azioni conseguenti, altrimenti è puro esercizio oratorio. Noi speriamo di varare una finanziaria anzitutto condivisa, il governo dovrebbe mandarci messaggi per trovare le soluzioni migliori. Auspichiamo un reale confronto sugli interventi da farsi. Condivido la scelta a monte di non tagliare lo stato sociale, ma qualche proposta bisogna farla per evitare che la spesa corrente continui ad essere quella che è. Siamo pronti da tempo, non ci siamo mai sottratti al confronto. Chiediamo solo un po’ più di coraggio. Infine sul piano strategico di sviluppo: come si fa in una situazione come quella attuale a finanziare la realizzazione di una nuova tribuna per oltre otto milioni di euro, anche se cinque vengono dalla Uefa?”

 

Alessandro Mancini (Psrs): “Speriamo entro la Befana di essere fuori dalla black list, che ci porti novità e non carbone. Perché le difficoltà sono sempre più grandi e noi siamo critici sull’impostazione del bilancio dove si insegue il contenimento del deficit attraverso nuove tasse che indeboliranno il potere d’acquisto dei cittadini, facendo aumentare la recessione. E se il rigore viene ricercato con nuove imposte e non con una riduzione della spesa, l’equità non c’è, quando doveva essere la parola d’ordine. Manca inoltre un progetto di sviluppo. La politica deve essere partecipata e le scelte condivise, per cui occorre cambiare direzione di marcia, altrimenti il Paese rischia di affondare. A proposito chiedo dove verranno accesi i mutui per il pareggio di bilancio ora che il tesoretto è finito. Senza dimenticare che i 30 milioni assegnati allo sviluppo significano ulteriore debito.

I benefici dalla monofase si stanno riducendo, per questo dovremmo passare al regime Iva, ma solo il governo non ne vuole sentire parlare, un lampante esempio di mancanza di prospettiva. La patrimoniale inciderà sui consumi delle famiglie e avrà ripercussioni anche sul sistema bancario; la minimum tax è sbagliata, servirebbero invece nuovi strumenti di controllo contro l’evasione fiscale. Insomma questo bilancio non dà le risposte che dovrebbe dare”.

 

Mario Venturini (Ap): “Intervengo aprendo una parentesi prima di tutto per dire qualcosa che esula dal bilancio. Ai Reggenti è arrivata una lettera non firmata, intitolata ‘San Marino ai sammarinesi’. Non si fa così, quando si mandano lettere ci si firma, per una questione pratica e di educazione, a maggior ragione se ci si rivolge alla Reggenza e al Consiglio.

Tornando al progetto di legge sul bilancio, noi siamo assolutamente d’accordo con gli interventi presentati dal governo per ridurre il deficit per il 2012, quindi la tassa straordinaria sugli immobili, la minimum tax per le imprese che è un’anticipazione, poi la conferma dell’addizionale Igr, della tassa sui servizi e il prelievo del 10% sulle indennità dei dipendenti pubblici.

Invece il progetto per lo sviluppo è poco credibile perché dentro c’è ‘troppa roba’. Andavano inserite meno idee, ma quasi tutte realizzabili nel breve. Al contrario, qui è inserita anche la ferrovia Rimini- San Marino. Oltre al progetto di sviluppo, non mi convince per niente anche la politica dei tagli descritta dalla legge di bilancio. Nel momento che chiediamo sacrifici, dobbiamo essere irreprensibili verso tutto quanto rappresenta uno spreco nel Paese, invece ciò è avvenuto in minima parte.

A San Marino ci sono santuari intoccabili, uno è l’Iss. Come partito abbiamo presentato una serie di interventi per ridurre gli sprechi in quell’ambito e sono stati respinti. Su 83 milioni di bilancio, è impossibile che non ci sia un euro che rappresenti dello spreco. Invece con interventi più incisivi sui tagli poteva essere una legge di bilancio migliore. Abbiamo una media annua di 7,5 ricette per assistito, che equivale a  28 ricette all’anno per famiglia, un numero eccessivo di esami e prestazioni per il pronto soccorso. Andiamo a vedere anche come sono aumentati gli organici: tutto ciò sta a significare che chi deve fare filtro non lo fa. E’ fuori di testa prevedere un intervento della politica che limiti questi numeri che sono da un Paese con una popolazione 4-5 volte superiore al nostro?

Perché non si può ragionare sulla chiusura di alcuni reparti che in realtà diverse dalla nostra stanno scomparendo e che resistono solo in grandi centri ospedalieri?

Un commento infine sulla chirurgia per obesi: sono scettico, mi pare evidente che aprire un’unità chirurgica molto costosa per pochi interventi l’anno non è conveniente per nessuno”.

 

Vanessa Muratori (Su): “Questo bilancio non è coraggioso, né equo. Lo sarebbe stato invece toccare l’evasione, sequestrare i bene dei mafiosi e dei colletti bianchi collusi e smettere di firmare assegni in bianco alla banche.

Il piano di sviluppo si risolve nella proposta di una nuova ondata cementificatoria. Se saremo fortunati nel riempimento degli appartamenti vuoti dei mafiosi e nel potenziamento dei giochi. Credo tutto ciò sia davvero vergognoso. Ogni ipotesi di governo straordinario sarebbe un contributo a questa deriva distruttiva.

Tra i progetti del governo, c’è quello di caricare la collettività delle passività bancarie con finanziamenti a fondo perduto? Nel piano di sviluppo del governo è scritto che potenzialmente tutto è esternalizzabile. Ma se non ci sono sufficienti risorse, perché non si va a pescare nelle sacche dell’evasione fiscale? Questa classe politica è sorda alla richiesta di più pubblico, vuole privatizzare, esternalizzando e dando sempre più soldi pubblici alle banche.

Questa è una legge di bilancio iniqua perché colpisce i dipendenti,  tassandoli. Prevede una patrimoniale che non tocca i grandi patrimoni, mentre è una vergogna rimandare la riforma tributaria. Questa legge di bilancio è iniqua perché, in conclusione, è a senso unico”.

 

Gian Marco Marcucci (Upr): “Quello che viviamo è un momento straordinario, ma il bilancio, insieme con le spese certe, pone una serie di entrate in gran parte solo presumibili. È previsto un massiccio intervento di pressione fiscale, attuato in maniera scevra. Non si è saputo dimostrare al Paese la capacità di rilanciare lo sviluppo sulla base di indicatori economici realistici, ma oggi nemmeno si salvaguardia l’esistente. Questo bilancio è caratterizzato da un inasprimento della pressione fiscale e a pagare sono sempre le stesse categorie. Era sui tagli che si sarebbe dovuto agire in concreto. Ridurre le spese significa infatti avere tasse in futuro meno gravose. Insomma, Upr si sarebbe aspettata un progetto consapevole delle difficoltà dei Paesi dell’area euro. Invece si confermano la tassa sui frontalieri e nuovi strumenti di prelievo come la minimum tax. Il deficit di bilancio previsto non è reale perché non considera il fondo sugli artigiani e i commercianti. E poi bisogna capire quale posizione assume San Marino verso l’Ue.

Serve un nuovo modello di business con una strategia per la piazza finanziaria, bisogna riformare e rafforzare gli organismi di vigilanza. Non possiamo rinunciare a un settore come quello finanziario per le manifeste incapacità di qualcuno, ma lo Stato non deve diventare socio delle banche impiegando risorse pubbliche. Per le attività produttive occorre realizzare interventi strutturali per dare fiducia agli investitori. Lo Stato assuma un ruolo di garante: solo così fermeremo lo stillicidio dell’uscita delle aziende dal nostro territorio. Dobbiamo inoltre recuperare la fiducia degli imprenditori stranieri. Avevamo l’obbligo di eliminare gli sprechi, di sanzionare i comportamenti elusivi ed evasivi. Il governo avrebbe dovuto porre le basi per ottenere un minimo di crescita, ma oggi ha dimostrato la vostra incapacità”.

 

Giovanni Lonfernini (Upr): “Il bilancio è la cartina di tornasole rispetto al momento e alle condizioni politiche attuali. Dopo tre anni di governo oggi non vediamo più figure con doti messianiche e siamo in vera emergenza, con la legge elettorale che regge il governo. E’ un bipolarismo muscolare per affrontare emergenze. Per dare risposta alla demagogia e all’antipolitica occorre lavorare per ricucire i fili del discorso e per trovare le condizioni per una pacificazione nazionale è l’opinione pubblica che vuole una politica allargata. All’opposizione viene chiesta responsabilità ma è anche necessario smettere di recitare sempre le stesse melodie. Dobbiamo cercare le condizioni per un confronto serio sulle tre emergenze del Paese: occupazione; rapporto con l’Italia, l’ostacolo non era Tremonti e i problemi rimangono; sistema bancario. La maggioranza non può affrontarle da sola con prospettiva. Dal governo serve realismo”.

 


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