Home FixingFixing L’economia elementare. Da Sherlock Holmes sino a Ettore Petrolini

L’economia elementare. Da Sherlock Holmes sino a Ettore Petrolini

da Redazione

“Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono tanti”. L’ha ripresa Gramellini, nel suo buongiorno.

 

Sherlock Holmes in questo era maestro, sapeva cogliere il lato elementare delle cose. Ostinandosi nel volerlo mostrare anche agli altri, primo fra tutti Watson. E la sua lezione – almeno la sua – non è stata dimenticata se si considerano gli studi portati alla ribalta della stampa negli ultimi tempi. Tutte banalità di una verità però sacrosanta. Come lo studio israeliano che rivela il grado di nocività del multitasking rispetto al quale nella nostra società si contano non pochi proseliti. La malattia di cui sarebbe foriero è la più grave del nostro tempo: la mancanza di concentrazione. Ma questa è una vecchia storia che come tutte le vecchie storie sembra essere stata completamente dimenticata. E sempre di più si è portati ad inorgoglirsi, non tanto per la qualità del proprio lavoro, quanto piuttosto per le ore spese in ufficio davanti al pc durante le quali si fa di tutto, oltre che, naturalmente, lavorare. E così occorre fare, emulando quegli eroi del nostro tempo esaltati dalla tv e da certo cinema. Chi invece dice no e si ribella al multitasking è visto come una sorta di ritardato mentale. Non sarà invece che si fanno tante cose per giustificare il fatto che non se ne approfondisce nemmeno una? L’esempio classico è offerto dai bestseller. Libri non libri che si trovano al supermercato più che in libreria, esattamente come al tempo di Augusto quando – ce lo dice Sebastiano Vassalli – i libri per il popolo si vendevano negli empori, insieme agli attrezzi agricoli e alle stoffe. È questo uno dei principali motivi per cui, non senza imbarazzo, si ha sempre l’impressione di vivere in una società superficiale, emotiva e raggirabile, dove nemmeno chi ci rappresenta ha più alcuna soggezione nei confronti del sussidiario di terza media. Il risultato è una crisi dalla portata mondiale dalla quale i grandi del mondo ora ci vengono a dire che usciremo soltanto con innumerevoli sacrifici da mettere in campo per il bene dei nostri figli. Coloro che saranno chiamati a decidere chi effettivamente dovrà compiere tali sacrifici hanno già stabilito che pagheranno, come sempre, i più poveri. “Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono tanti”. Era una frase di Ettore Pretolini che il buongiorno di Gramellini degli scorsi giorni ha riportato alla nostra attenzione.

 

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