Home categoriePolitica San Marino, dibattito sulla Finanziaria in Consiglio Grande e Generale. Critico anche Gatti

San Marino, dibattito sulla Finanziaria in Consiglio Grande e Generale. Critico anche Gatti

da Redazione

Una lunga giornata ieri in Consiglio Grande e Generale dedicata alla Legge di Bilancio. Feroci critiche al provvedimento da parte dell’opposizione. Gli interventi di Ivan Foschi, Pier Marino Mularoni, Gian Nicola Berti, Fiorenzo Stolfi, Silvia Cecchetti, Marco Gatti, Andrea Zafferani ed Enzo Colombini.

SAN MARINO – Una lunga giornata ieri in Consiglio Grande e Generale dedicata alla Legge di Bilancio. Feroci critiche al provvedimento da parte dell’opposizione. Gli interventi di Ivan Foschi, Pier Marino Mularoni, Gian Nicola Berti, Fiorenzo Stolfi, Silvia Cecchetti, Marco Gatti, Andrea Zafferani ed Enzo Colombini.

 

Ivan Foschi (Su): “La legge di bilancio quest’anno è diventata un bollettino di guerra. Il governo, invece di programmare interventi efficaci e risolutivi sulla crisi con l’Italia, procede come se andasse tutto bene e per l’anno prossimo parla di ‘svolta’. Siamo già nella parte finale della legislatura, in tutti questi anni c’è stato uno scostamento tra le previsioni fatte e la realtà. L’anno scorso si era previsto un deficit di 38 milioni di euro, invece è stato di 51. La tassa sui servizi è un balzello a carico di tutti i consumatori. L’imposta sulle provvigioni è stata ridotta, non si sa perché, e ha prodotto un saldo negativo nelle entrate. L’anno scorso ci sono state l’addizionale Igr e la tassa sui frontalieri: dovevano essere una tantum, invece vengono reiterate. Senza parlare della riforma fiscale, che viene rinviata sine die. Nella maggioranza manca l’equilibrio politico, ognuno pensa al suo orticello. L’anno scorso c’è stato pure il condono fiscale, che non solo non ha premiato i contribuenti virtuosi ma ha incamerato risorse che sarebbero spettate agli esercizi successivi: è stato un trucchetto contabile, oltre che un’iniziativa diseducativa. Sulla patrimoniale auspichiamo che l’aliquota non colpisca la prima casa ma sia progressiva. Sull’innalzamento di due punti dell’imposta monofase chiediamo dove sono finiti gli introiti. La firma degli accordi con l’Italia doveva arrivare entro Natale, invece è stata rinviata al 2012: intanto, da un anno siamo nella black list. Le imprese sammarinesi continuano ad andarsene, la base imponibile si riduce: un quadro desolante. Allo stesso tempo, continuiamo a sapere delle indagini sulle infiltrazioni malavitose con complicità politiche, ma qui si tentenna. Ad esempio, sul segreto bancario facciamo leggi sbandierando la parola ‘trasparenza’, ma alla fine offriamo sempre degli escamotage; e poi non dobbiamo dire ‘lo facciamo perché ce lo dice l’Italia’, ma esserne convinti noi. C’è una direttiva Ecofin che prevede lo scambio automatico di informazioni nell’ambito della lotta alle frodi fiscali, ma si continua a dire che si tratta di ‘un’invenzione di Tremonti’. Il problema, insomma, è quello della credibilità del governo, che fra l’altro interferisce con il lavoro degli organismi di vigilanza. Se diciamo che il bilancio dei primi tre anni è fallimentare facciamo un complimento. Sinistra Unita sosterrà i provvedimenti di rilancio dell’economia, ma vediamo ben poche possibilità di convergenza con questa maggioranza arrogante e senza idee. Avanti di questo passo, nel 2012 la situazione si aggraverà”.

Pier Marino Mularoni (Upr): “Ci sono limiti strutturali molto evidenti. Il piano strategico per lo sviluppo ci è stato consegnato ieri sera alle 20, ho avuto poco tempo per visionarlo ma ho dormito sonni tranquilli perché almeno sapevo che il governo aveva un piano. Invece, insieme con le proposte di bilancio in prima lettura ed emendate, emergono ancora una volta tutti i limiti di questa maggioranza, che si dimostra non in grado di fare delle scelte: così restiamo all’immobilismo e i problemi marciscono. Oggi i sindacati ci dicono che 24 aziende devono ridurre il personale, più di 50 lavoratori si trovano in mobilità. Il Paese soffre la crisi economica, servono politiche serie e anche impopolari. Ho apprezzato le parole del segretario Ciavatta ieri, che ha evidenziato uno dopo l’altro i nodi da sciogliere, ma dovrebbe essere tutto il governo a porsi il problema della riduzione della spesa e degli sprechi. C’è anche un problema di crisi morale, di immagine: dobbiamo appoggiare provvedimenti che ci facciano recuperare credibilità, come quelli suggeriti dal segretario Casali.

Il bilancio del 2012 non tiene conto del calo del 30% delle entrate: si agisce solo sulla leva fiscale senza abbattere gli sprechi. La patrimoniale non consente di promuovere sviluppo, mentre l’addizionale il prossimo anno verrà applicata due volte, altro che una tantum. L’aumento della monofase dimostra l’errore della sua diminuzione, che ha regalato otto milioni di euro a una sola categoria. Il piano strategico dello sviluppo è un libro dei sogni: non affronta il problema del rapporto con l’Italia e dell’Europa, limitandosi a un elenco dei lavori pubblici da realizzare. Tra le proposte che ribadiamo, fra l’altro, ci sono quella di rivedere l’ufficio tributario, azzerare le consulenze ai soggetti esteri, ridurre la spesa nei settori non strategici, promuovere un utilizzo corretto del patrimonio pubblico, introdurre il quoziente familiare, introdurre il regime Iva”.

 

Gian Nicola Berti (Ns): “Oggi nel 2012 possiamo dirci un Paese all’avanguardia a livello di normative, adeguate agli standard internazionali, a partire da quella sullo scambio di informazioni. Abbiamo inserito riforme importanti, come quella della Pa e della previdenza sociale che avranno riflessi positivi sui conti pubblici. Siamo usciti dalla procedura rafforzata del Moneyval. E non va dimenticato l’ultimo tassello: un sammarinese ha assunto un ruolo interno del bureau del Moneyval, a dimostrazione del lavoro che abbiamo messo in campo. Questo è il punto di arrivo del primo step, su cui bisogna iniziare a far ripartire l’economia su basi completamente diverse dalle precedenti.

Dobbiamo imparare a contare sulle nostre forze e sulla nostra capacità di tagliare il superfluo. Credo che i sammarinesi si siano sempre distinti per intraprendenza e capacità imprenditoriale. Su questo dobbiamo puntare, su come rendere più competitivo il sistema per attrarre investimenti esteri. E’ un momento difficile, San Marino è finito in mezzo a una campagna mediatica anti-paradisi fiscali. Dobbiamo cominciare a pensare alla nostra Repubblica, piccola, al centro dell’Europa, in grado di offrire tutta una serie di servizi che possono rendere un’impresa competitiva. Dobbiamo fare ancora molto, servono dogane nostre, per esempio, dobbiamo lavorare sui giovani e sulla loro formazione. Credo quindi che il contesto di questa finanziaria sia fertile per poter iniziare ad analizzare le proposte, in base alla loro consistenza e non provenienza”.

 

Fiorenzo Stolfi (Psd): “La finanziaria di quest’anno non crea particolari entusiasmi e il clima che si respira in quest’Aula è più di rassegnazione che altro perché non si vede, nei numeri ma anche nei provvedimenti elencati, la luce alla fine del tunnel.

Non si vede a breve una inversione di tendenza. Pensare, come qualcuno cerca di fare, di legare le difficoltà di San Marino alla crisi economica internazionale, mi sembra un po’ presuntuoso e fuori dalla realtà. Il problema essenziale del nostro stato di difficoltà è il rapporto con l’Italia, l’essere nella black list . Dobbiamo concentrarci su questo tema e qui il governo dovrebbe dare le sue rassicurazioni, non solo a parole ma mettendo delle date e portando riscontri della controparte italiana. C’è invece un silenzio di due anni, per cui il problema vero e l’interrogativo inquietante che aleggia tra gli operatori è: quando finisce questo contenzioso con l’Italia e quando usciamo dalla black list?. Quando gli operatori economici potranno guardare al futuro?

Il piano di sviluppo consegnato dal segretario Valentini è indubbiamente un utile e valido elenco delle cose da fare. Ci sono però alcune questioni da valutare: come saranno finanziate le proposte, e se è proponibile indicarle, come è stato fatto, come realizzabili nel 2012.

I settori del commercio e del turismo possono essere un traino, ma hanno bisogno di interventi urgenti. Meglio non seguire l’esempio della legge per il superamento del 50%, che si è riempita di burocrazia e di cui nessuno ha usufruito. Il miglioramento del centro storico di Città passa per il pubblico, ma bisogna chiedere anche ai privati di fare la loro parte. Nel piano per lo sviluppo, in sintesi, si parla molto di quello che deve fare il pubblico, ma non si dice cosa deve fare il privato. Lo stesso vale per la Sanità: nell’ambito delle cliniche private c’è una marea di possibilità, si tratta di dare delle regolamentazioni precise e creare percorsi. Un altro settore importante è quello delle telecomunicazioni, che non è abbastanza. sviluppato. San Marino è l’unico Stato in cui gli introiti di questo settore sono ininfluenti. Non capisco perché non lo si possa liberalizzare sul serio. E ancora, nel piano non si parla della televisione di Stato. Poi bisogna passare all’operatività completa per il parco scientifico tecnologico, quindi sbloccare il problema dei problemi, il rapporto con l’Italia. Altrimenti rischiamo, per il prossimo anno, di chiedere il doppio dei sacrifici”.

 

Silvia Cecchetti (Psrs): “Quando si parla di bilancio in termini di deficit, dobbiamo essere consapevoli che questo Paese può affrontare solo unito la fase di crisi e poi di rilancio dell’economia. Solo attraverso un patto sociale possiamo intraprendere questo percorso. Il prezzo da pagare va distribuito su tutte le categorie. Il compito di questo Consiglio è quello di aprire il dialogo e il confronto, riattivando un clima di pacificazione sociale in cui poter parlare di un vero e proprio patto fiscale.

Uno degli asset di competitività per San Marino è la fiscalità, ma se continuiamo ad aumentare il carico fiscale, saremo tagliati fuori. Invece, uno degli elementi che dovrà caratterizzare il nostro sistema dovrà essere un fisco leggero, per attrarre investimenti esterni e per garantire l’imprenditore sammarinese.

Quindi, fisco più leggero, accompagnato alla semplificazione nelle procedure e alla ricerca di ‘essere i migliori’ su alcune cose, ovvero puntare su settori di nicchia, sono le tre direttive da seguire per il rilancio della nostra economia”.

 

Marco Gatti (Pdcs): “La domanda che mi pongo è questa: sono soddisfatto di questo bilancio? La risposta è no, non posso essere soddisfatto, perché chiude in negativo e registra un Paese in difficoltà. Ma il bilancio rispecchia la situazione attuale e non può essere un libro dei sogni.

Mi è sorto un certo fastidio alla presa in esame dei tagli, quando si vedono enti dello Stato perennemente in perdita. La spesa pubblica è elevata per la gestione quotidiana delle sue strutture, perché veramente ci sono situazioni che, a livello privato, non stanno in piedi. Nel 2012 il governo deve fare veramente un’azione analitica, deve passare in rassegna gli enti e tutte le strutture dello Stato, per ragionare per obiettivi.

Sul contenuto del piano per lo sviluppo ci sono indicazioni davvero prioritarie, per cui classifichiamole meglio rispetto quelle a carattere pluriennale. Non è possibile che un Paese che vuole puntare a essere fiore all’occhiello con il parco scientifico tecnologico, abbia Tlc che non funzionano. Anche Smtv San Marino deve produrre di più, deve rilanciare l’immagine del Paese e iniziare a garantire ricavi maggiori e non solo essere un costo.

Per quanto riguarda la riforma fiscale, molti dicono che se l’avessimo già pronta avrebbe risolto tutti i problemi. Credo invece che averla fatta in fretta avrebbe portato molte critiche. E’ necessario andare ad approfondire e garantire che ci sia equità di fondo. L’impegno di lavorare nel mese di gennaio per portarla in Aula a febbraio ce lo dobbiamo prendere: bisogna finire l’azione di concertazione, così la riforma ci darà maggior gettito. Anche se non risolverà tutti i problemi. Solo una miglior politica della spesa rappresenta infatti la soluzione e il futuro di San Marino. Se saremo capaci di fare una riduzione seria della spesa corrente, San Marino avrà recuperato i punti persi fino a oggi”.

 

Andrea Zafferani (Ap): “Il dovere di un consigliere di maggioranza è lodare le cose fatte bene e non tacere su quello che non va. Non per distruggere, ma per spronare a fare meglio. C’è stato un forte problema di metodo nella redazione della legge di bilancio e non è una bella cosa. Inoltre rimangono un deficit consistente e la scelta di accumulare debito pubblico. Sembra quasi che aspettiamo arrivi qualche salvezza. La Pa per esempio è un punto su cui la politica deve essere più decisa. Puntando sugli accordi di solidarietà possiamo risparmiare circa 9 milioni di euro, attraverso part-time e flessibilità i risparmi sugli stipendi possono ammontare anche a 10-15 milioni. Insomma con interventi blandi sui lavoratori ma significativi sull’organizzazione si possono realizzare risparmi consistenti. E per ridurre la spesa pubblica occorre intervenire anche sulle prestazioni sociali, sugli eventi, con un maggiore coinvolgimento dei privati. Ma se non si inizia è difficile contenere la spesa.

Sulle imposte gli interventi sono cospicui ma sostenibili. Condivido infatti la minimum tax, la patrimoniale e l’addizionale, meno la tassa sui servizi, che così com’è serve a poco, ma mi fido del segretario di Stato. Dunque c’è stato più coraggio sulle nuove entrate rispetto alla riduzione delle spese e non so se sia un bene.

Ben vengano le risorse per gli investimenti, a partire dal fondo per l’alta formazione all’estero, ma occorre capirsi meglio sulla reale destinazione dei 30 milioni per lo sviluppo. Insomma nel bilancio ci sono tante idee valide, anche se io avrei fatto di più. L’importante è passare dall’elenco delle cose da fare all’elenco delle cose fatte”.

 

Enzo Colombini (Su): “Questo provvedimento scontenta un po’ tutti, è insufficiente sull’equità e ci sono poche ipotesi di uscita dalla crisi. Manca un progetto capace di coinvolgere le risorse migliori del Paese. L’unica vera novità, che come partito non ci convince, è l’apertura del mercato immobiliare ai non residenti per motivi turistici.

A nostro parere occorre individuare delle aree specifiche da destinare ai giovani e viene poco valorizzata la green economy. Non c’è poi traccia di iniziative per potenziare la Smac. Siamo delusi, presenteremo emendamenti per evitare alcuni rischi, ma servirebbe un cambio di passo che il governo non riesce a perseguire. Servono coraggio e idee e qui siamo solo agli auspici”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento