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San Marino, dibattito in Consiglio sulla Finanziaria. Altri dieci interventi, si prosegue lunedì

da Redazione

SAN MARINO – Prosegue in Consiglio Grande e Generale il dibattito sul Bilancio di Previsione per il 2012. Alla chiusura della seduta di ieri sera hanno preso la parola circa la metà degli iscritti a intervenire. Il dibattito riprenderà lunedì mattina. I dieci interventi che hanno chiuso la giornata di ieri.

 

 

SAN MARINO – Prosegue in Consiglio Grande e Generale il dibattito sul Bilancio di Previsione per il 2012. Alla chiusura della seduta di ieri sera hanno preso la parola circa la metà degli iscritti a intervenire. Il dibattito riprenderà lunedì mattina.

Qui di seguito gli estratti degli ultimi interventi della giornata di ieri.

 

GLI ALTRI INTERVENTI DELLA GIORNATA

 

Nicola Selva (Upr): “Sono stati usati vari aggettivi per definire questa finanziaria che è pesante in un momento difficile per il Paese. Dalla maggioranza e dal governo vengono belle parole e obiettivi, senza però dire come si raggiungeranno. Così la crisi aumenta senza che ci siano progetti. Il problema è molto grande e anche le parti economiche e sociali sono critiche. Nel Paese ci sono forte tensioni per cui dobbiamo cambiare sistema e modo di affrontare le criticità. Le strade sono due o si agisce sul debito o sulla crescita. La finanziaria agisce sul debito, con nuove tasse per fare cassa, colpendo le riserve dello Stato e le tasche dei cittadini, e senza ridurre la spesa pubblica e gli sprechi. Sugli investimenti, gli obiettivi dell’articolo 24 sono vaghi, non ci sono proposte vere e c’è il rischio che aumenti la recessione con nuove tasse. Non ci sono incentivi per le famiglie e si ricorre ai fondi di riserva dello Stato con il rischio che il bilancio diventi devastante per il Paese. Siamo a un bivio o accettiamo passivamente la situazione o reagiamo con coraggio per lo sviluppo e per la crescita”.

 

Gian Franco Terenzi (Pdcs): “Il contesto generale non è semplice. Comunque abbiamo approvato riforme, quella previdenziale e quella della Pa, che vanno nella direzione giusta. La maggioranza ha le idee chiare sul suo progetto politico, ma comunque ora è necessaria una riduzione strutturale della spesa corrente. La Pa è sovradimensionata e deve diventare più efficiente. Sul bilancio sono piovute molte critiche, soprattutto da sindacati e associazioni economiche, però è necessario un progetto condiviso ed evitare lo scontro sociale. Inoltre alcune critiche alla politica stupiscono, dato il livello di benessere che vive il Paese. Dobbiamo rimanere perciò uniti e affrontare le emergenze. Un processo alle responsabilità è inutile, dobbiamo abbassare i toni della polemica per una nuova responsabilità. E cogliere le nuove opportunità”.

 

Giuseppe Morganti (Psd): “Il piano di sviluppo che il governo ha presentato ieri sera contiene tante buone idee ma nessun provvedimento concreto. Determina uno stato di incertezza, invece di annunciare le modifiche strutturali che sono necessarie. Se sono diminuiti il Pil e le ricchezze del Paese, deve diminuire la spesa pubblica nella stessa misura, altrimenti arriva il deficit, che rappresenta un grosso problema. L’avanzo del passato ammontava a 77 milioni di euro nel 2007, salito a 78 milioni nel 2008. D’ora in poi non possiamo più contare su questo tesoretto, avremo deficit reale nel 2011. C’è poi un ulteriore campanello d’allarme: la liquidità dello Stato del 2011 è pari a 230 milioni di euro, in calo del 20%.

Abbiamo registrato un crollo verticale del gettito fiscale: il bilancio 2011 è stato salvato dall’addizionale Igr e dalla tassa per i frontalieri. Per il 2012 ci si affida alla minimum tax, che giudico non iniqua, e al gettito, preventivato per 20 milioni di euro, dell’imposta patrimoniale. Su cui sono pienamente d’accordo. Se diminuisce del 25% il Pil, diminuiscono anche le entrate, è una situazione inevitabile, ma è necessario introdurre una dimensione nuova dell’approccio della spesa pubblica. Le tasse vanno bene ma finalizzate a un progetto specifico”.

 

Augusto Casali, segretario di Stato per la Giustizia: “In Aula il clima è cloroformizzato in questi giorni, quasi natalizio. Tutti avremmo voluto fare una finanziaria molto diversa, però la crisi è sotto gli occhi, dovuta anche al difficile rapporto con l’Italia. Vengono dunque imposti interventi realistici per garantire la tenuta dei conti dello Stato. Per la prima volta si parla di debito pubblico e si chiedono sacrifici ai sammarinesi. Però abbiamo salvaguardato lo stato sociale che per la nostra realtà è sempre stato molto importante. Nel nostro Paese c’è un ospedale che ci costa 500 mila euro al giorno: per una realtà di 60 chilometri quadrati e di 30 mila abitanti da altre parti ci sarebbe un pronto soccorso con due autolettighe. Dunque, le tasse sono ancora accettabili.

Il nostro è un Paese dove per trent’anni si è parlato molto di diritti ma poco di doveri, ciò ha prodotto aspettative. Nessuno si chiami fuori o pensi di provenire da Venere. San Marino ha un problema vero e serio: quello di trovare alla svelta, entro i prossimi sei mesi, delle nuove entrate. Non nuove tasse, magari riduciamo ancora gli sprechi. Altrimenti potremmo andare incontro a brutte sorprese. Il Piano strategico di sviluppo presenta molte cose utili su questo fronte. Approfondiamo allora la possibilità di istituire dogane sammarinesi, il circuito di pagamenti attraverso la Smac, lo sviluppo di settori come il turismo. E c’è anche il nostro piccolo aeroporto: investiamo in prospettiva. Ma proseguiamo anche con gli interventi sull’Università e sulle telecomunicazioni, l’albergo di lusso. Anche un’adeguata politica fiscale può essere messa in campo efficacemente. E avanti con la firma degli accordi con l’Italia.

Siamo nella fase del contenimento delle spese e del sacrificio richiesto ai sammarinesi. Ora passiamo alla fase concreta per individuare nuovi gettiti di entrata nei tempi rapidi che dicevo. Nel mio settore ci sono state decurtazioni come per gli altri: ma avanti con il progetto sulla legalità.

 

Mirko Tomassoni (Psd): “La mancanza della firma degli accordi castra i migliori intendimenti, così come la mancanza della riforma fiscale che è improcrastinabile. Visti i ritardi, forse in maggioranza non è maturata la consapevolezza di far pagare le tasse a chi non le ha pagate finora. La mancanza degli accordi con l’Italia rende tutto più effimero. Le dichiarazioni del prefetto di Napoli sono lapalissiane per farci comprendere che è arrivato il tempo di cambiare. Questa legge di Bilancio, al di là di tutto, non sarà mai efficace a causa della mancata firma dell’Italia e la mancanza di riforma fiscale.

Le direttive da seguire sono incentivare le imprese, potenziare il turismo e il commercio, occorre operare anche su fronti diversi per dare occupazione. Ma il piano di sviluppo da 30 milioni di euro appare opaco e velleitario, e non costruisce direttive certe. C’è bisogno di riformare il welfare, in modo da creare occupazione di qualità e solidarietà sociale, ma per fare queste cose occorrono le risorse. Domando infine al segretario di Stato perché l’articolo sul volontariato è stato cambiato. Il mio partito presenterà a riguardo un emendamento”.

 

Giancarlo Capicchioni (Psd): “Il male sta nella politica che non ha saputo interpretare il cambiamento che stava avanzando. Anzi, la politica e i poteri forti hanno combattuto il cambiamento e c’è chi lo sta ancora combattendo come irriducibili squali che si attaccano all’osso della preda. La politica dovrà fronteggiare con tutte le sue forze queste resistenze, ma non può più permettersi di ritardare le scelte. Il compito, sicuramente non è facile, è ridare fiducia e serenità ai propri concittadini attraverso scelte di sviluppo per determinare la San Marino di domani. Chi ha causato la situazione attuale non dovrà esserci: sono d’accordo con chi chiede un passo indietro a queste persone.

Il Bilancio di previsione 2012 e il rendiconto 2011 evidenziano la gravità del momento, una situazione che attanaglia la nostra economia e le nostre imprese. Dove prendiamo, Segretario Valentini, i 60 milioni di euro per ricapitalizzare la Cassa di Risparmio? Mi sembra che siamo con l’acqua alla gola. Lei, Segretario, è stato onesto, ma i suoi colleghi sono sembrati degli alieni, venuti qui ad elencare quello che hanno fatto fino a oggi. Lei dice che bisogna ridurre sensibilmente la spesa, perché il contenimento non è sufficiente a riequilibrare il bilancio. E’ vero che per il momento la spesa non è stata contenuta, ma ridurre del 10% quella corrente in tre anni mi sembra azzardato”.

 

Edda Ceccoli (Pdcs): “Le nostre preoccupazioni sono comuni a quelle dell’Italia e di altri Stati. Questo è un bilancio previsionale possibile in una situazione di attesa per la firma degli accordi con l’Italia e vista la situazione internazionale. Lo Stato ora ha bisogno del sostegno proporzionato dei suoi cittadini, un concetto accettabile, ma solo se dura poco, altrimenti la malattia è cronica.

La politica è in prima fila ad affrontare le emergenze, ma se la disoccupazione aumenta, la contribuzione diminuisce e con i vari ammortizzatori sociali il problema diventa ancora più serio. Ecco perché è necessario creare nuove prospettive, nuove produttività e opportunità per il Paese. Da questo punto di vista ben venga l’impegno per il piano di sviluppo, che comunque reputo troppo vasto. Dobbiamo puntare sul rilancio del turismo, su una Pa efficiente, ma anche debellare il rischio di infiltrazioni. Infine, dico che sono delusa dalle categorie economiche e dai sindacati. Siamo in emergenza e per superarla tutti dobbiamo rinunciare a qualcosa, anche alla presunzione”.

 

Mauro Chiaruzzi (Psd): “La Finanziaria proposta non ha il coraggio necessario, si limita a incidere sui redditi certi e non dimostra la volontà di colpire quelli più importanti, finora poco esposti. La politica attendista di questo governo è frutto della solita incapacità di compiere scelte importanti. Questa maggioranza non è consapevole dei problemi dei cittadini. Per questo motivo noi riteniamo che per ripartire serviranno sacrifici importanti che toccheranno tutti quanti.

Nel breve invece ci troveremo di fronte a un sistema politico incapace di fronteggiare tali situazioni, che dovrà passare la palla al corpo elettorale. Una soluzione, quella delle elezioni, non ideale. Al contrario, servirebbe un periodo più lungo per il confronto tra le forze politiche. Sarebbe più utile dichiarare una sorta di armistizio per mettere in atto le riforme, le sole necessarie a far ripartire il Paese. Questa Finanziaria non piace a nessuno. Gli Industriali denunciano che le nuove tasse sono operazioni fatte solo per fare cassa. Il sindacato la definisce insufficiente e depressiva. Queste denunce da sole bastano a far sì che la proposta sia da respingere. Attribuire poi all’articolo 24 tutte le speranze di questa maggioranza rischia di essere limitativo. Ci attendevamo quell’incontro in cui il Segretario ci doveva mostrare gli emendamenti, invece non c’è stato e la sua relazione è stata deludente”.

 

Giovanni Francesco Ugolini (Pdcs): “Non siamo gli unici ad affrontare una fase buia e delicata, ma dobbiamo comunque agire con realismo e pragmatismo. Governo e maggioranza sono consapevoli del momento e alcuni interventi sono già stati fatti, a partire dal percorso sulla trasparenza. Ora dobbiamo siglare al più presto l’accordo con l’Italia, e segnali positivi in tal senso ci sono. I servizi primari sono sempre garantiti, ma oggi è necessario chiedere qualche sacrificio, ovviamente in un’ottica di equità. Ecco allora l’aumento della monofase e la patrimoniale, però si può fare di più sui tagli alla spesa corrente. Bene, invece, gli interventi strutturali per ammodernare il Paese. Dobbiamo puntare su settori strategici, come la sanità, l’università, il commercio e il turismo, le relazioni internazionali. Il sistema bancario va rivisto così come le regole delle Tlc, mentre il mercato del lavoro va incentrato sulla flessibilità”.

 

Paolo Crescentini (Psrs): “Mai come quest’anno è fondamentale mettere in campo una legge di Bilancio senza errori e senza schieramenti di parte. Ma finora ha solo messo dalla stessa parte sindacati e imprenditori. Si tratta infatti di una Finanziaria che scontenta tutti. Al contrario, in questo particolare momento, per governare l’emergenza è basilare essere uniti.

Il Psrs in fase di lettura dell’articolato presenterà diversi emendamenti, con lo scopo di migliorare una legge che ci lascia perplessi: non è infatti solo attraverso la tassazione dei cittadini e delle imprese che si possono rimpinguare le casse dello Stato. Questa Finanziaria pare inoltre fatta solo per far fronte alle spese correnti, non per compiere scelte di prospettiva.

Tra i nostri emendamenti, c’è la proposta di costituire un fondo di sviluppo, e quella di realizzare la socializzazione al 30% dell’Azienda dei servizi. Su questo c’è anche all’ordine del giorno un progetto di legge presentato dal nostro gruppo. Tale operazione innovativa garantirà gettito allo Stato ed eviterà l’inasprimento fiscale”.

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